mercoledì 23 luglio 2014

Gentleman

Storia di una ordinaria domenica di gara. Lewis Hamilton si trova in una di quelle fasi all'arrembaggio che ogni tanto lo contraddistingono: indiavolato corre verso la vittoria, contro tutto e contro tutti. Crede che tutto gli sia dovuto e che i mari si debbano aprire davanti a se al suo passaggio. Purtroppo la vita non ti dona sempre quello che desideri. Sì, certe volte può capitare che un Timo Glock a caso, proprio sul più bello, proprio nel momento del bisogno, si scansi un po' più in la e ti lasci passare, regalandoti quel punto, quel piccolo piccolo punto che ti divide dalla gloria, ma non è sempre così che vanno le cose. Capita, ad esempio, che la gara di uno vada a confondersi con la gara degli altri... e non è che gli sia sempre tutto lecito. Scalcia a destra per ottenere il tuo angolo di mondo, scalcia a sinistra per farti largo da chi non riconosce la tua magnificenza, ecco che si incontra, così per caso in ottava piazza un tal Jenson Button.
Hamilton e Button, si sa, hanno smesso anni fa di essere amiconi, anche se ogni tanto fanno ancora finta di esserlo. Ed eccoci al momento clou della gara. Hamilton tenta il sorpasso su Button, forse azzarda un po' troppo, forse crede semplicemente che il suo caro amico fraterno britannico lo stia lasciando passare già che la sua gara, a conti fatti, della alla maniera della british school, è una merda! Button non è della propria idea, fa semplicemente la sua traiettoria e si toccano. Hamilton resta dietro, lui davanti. Anche se non per molto. Qualcosa come il giro successivo il sorpasso si compie nel migliore dei modi e Lewis ha anche l'ardore di sollevare una mano. C'è chi crede che voglia salutare o ringraziare, c'è chi crede che sia il modo che usano i fratelli per mandarsi a quel paese. Non lo sapremo mai.
Scesi dalle vetture Hamilton sosterrà di essere stato danneggiato dalla manovra di Jenson e, in effetti, in danno c'è stato: l'alettone ferito gli farà perdere prima della fine quella giusta velocità di cui avrebbe avuto bisogno per puntare al gradino più alto del podio. Button, di rimando, attribuirà all'altro tutta la colpa, ritenendo che sia stato tutto un azzardo del pilota delle Mercedes probabilmente convinto che lui si sarebbe semplicemente fatto da parte, non considerando che in gara tutti fanno la loro gara. Niente di personale.
I rapporti sembrano tesi. L'uno tollera sempre meno la giovane esuberanza dell'altro. L'altro ritiene l'uno solo un vecchio rosicone alla guida di una vettura allo sbaraglio. Ma nulla è veramente come sembra.
Prima ancora che cali la sera sui cieli tedeschi il ravvedimento assume la forma del tweet, che poi a conti fatti è l'unica cosa che Hamilton è veramente in grado di capire e l'unico modo in cui è capace di esprimersi. Button impugna il touchscreen del suo smartphone e dichiarerà al mondo di essersi andato a rivedere la gara e il momento dell'incidente e, niente di meno, capisce perchè Lewis ha ritenuto che lo stesse facendo passare. Un vero gentleman inglese.
Ma vogliamo stupirci ed essere stupiti fino in fondo? Anche Lewis, in cuor suo, sa essere un pochino gentleman e, dopo la gara, ecco il tweet di congratuazioni verso il suo amichetto Nico: Congrats to Nico winning home race!

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