giovedì 4 dicembre 2014

Domani è un altro giorno - 2014 Edition

1. Sebastian Vettel... dalle stelle alle stalle in nove mesi netti.
2. Nico Rosberg... che magari non sarà mai più così vicino ad un titolo mondiale, ma ha un futuro da YouTuber assicurato.
3. Jenson Button... vittima degli eventi. O delle logiche di mercato.
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And the winner is...
Sebastian Vettel
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C'era una volta Sebastian Vettel. E non parlo di tanto tempo fa: era lì davanti a noi non più di un anno fa. Stava per portarsi a casa per la quarta volta consecutiva il titolo mondiale. La sua "grandezza" non era unanimamente riconosciuta, ma dopo la quarta coppa una minima percentuale di merito, quantomeno, gliela riconoscevano tutti. Era oggetto di post quali: "Seb era not as boring ad Schumi one" ed era così perchè, in un modo o nell'altro, era stato protagonista di una fase di Formula 1 talmente lunga da essere chiamata era. Ben per quattro anni lo abbiamo visto vincere: ha vinto spesso, ha vinto a ripetizione, ha avuto alti e bassi ma, in ogni caso: c'era. C'era lui e, con precisione millimetrica, c'era anche la RedBull che faceva sembrare tutto così semplice, tutto così facile, che poi era facile finire per odiare entrambi per la noia e la sistematicità nei risultati. Fino allo scorso inverno le cose, per lui, non potevano andare meglio: il suo nome si trasformò in quattrovoltecampionedelmondoSebastianVettel e divenne padre per la prima volta. Gioie di ogni genere e tipo.
Poi intervenne qualcuno. Qualcuno che pose una fine a tutta questa faccenda. Non si tratta di Hamilton o della Mercedes in generale. Individuerei qualcuno più in area fato, o cattiva sorte.
Australia. Là dove avrebbe dovuto aprire la stagione tenedo alta la bandiera della vittoria e dare sfoggio delle sue qualità in onore di Schumacher, all'epoca ancora in coma profondo, in realtà viene abbandonato dalla sua stessa vettura. Costretto a ritirarsi... e con l'onta di Ricciardo salito sul podio. Per fortuna Ricciardo durò su quel podio giusto il tempo di essere squalificato... e quantomeno l'umore tornò al suo posto.
Cina: nome in codice "scazzi-in-famiglia": in RedBull regna l'anarchia... e questo non gli giocherà affatto a favore. Partono gli ordini di scuderia e non tutti sono d'accordo... e siamo solo alla quarta gara. Qualcuno dice a Vettel di far passare il suo compagno di squadra che gli sta alle calcagna. Lui non ci sta: chiede informazioni sullo stato delle gomme ed altre faccenduole tecniche del genere che a noi non ci interessano. Lo scopo sarebbe stato sempre quello di andare ad agguantare Alonso e la sua terza posizione. Lui non ce la stava facendo: largo ai giovani. Le telecamere vanno a cercare lo sguardo contrariato di Helmut Marko che la dice lunga sulla situazione. A Ricciardo viene comunicato di passare ed andare... ma Vettel non ci sta! Parte la battaglia, Horner al muretto se la sgignazza. Capisce che sta cosa finirà a schiaffi. Dopo un po' di resistenza, Vettel finisce più o meno volontariamente largo in curva e Ricciardo riuscirà a passare senza problemi. Non riuscirà neanche ad avvicinarsi ad Alonso... ma siamo certi che la cosa non sarà fatta finire così.
Spagna. In qualifica è andata che si è dovuto disporre per delle belle bandierine rosse anche quando la vettura di Vettel lo abbandona definitivamente in mezzo al nulla. Le disavventure di Vettel sono incominciate decisamente molti giorni prima, forse già al giovedì, di sicuro al venerdì quando la sua fiammante Red Bull ha illuminato i cieli di Barcellona lasciandolo appiedato, tanto per cambiare. Gli è impossibile risalire in macchina fino alle qualifiche del sabato, saltando a pieno le prove libere... quando improvvisamente, in Q1 e Q2 ha fatto faville. Wow! I meccanici Red Bull sì che ci sanno fare... No! I drammi arrivano in Q3, proprio nel momento in cui si sarebbe potuto incominciare a fare sul serio. Incomincia prima a tossire in Pit Lane per poi morire definitivamente di stenti poco dopo. Per lui la condanna alla 10° posizione sembra inevitabile... no! Altri drammi poco dopo, quando la sostituzione del cambio e di mezza macchina risulta inevitabile e l'arretramento di altre 5 posizioni pure. Il via sarà dalla 15° piazza.
Monaco. Siamo circa a metà gara: Vettel si lamenta alla radio. Still no power! Lo chiamano ai box. Come on guys! Lo rimandano in pista. Torna ai box. Per lui il granpremio termina qua.
Canada. Pensando a questo Gran Premio l'unica cosa che viene in mente, sinceramente, è l'incidente di Perez e Massa, iniziato in pista a pochi giri dalla fine e terminato, ancora non si sa bene come, almeno due settimane dopo, a colpi di screenshots, frecciatine avvelenate e perizie alla CSI sulla traiettoria dei detriti per capirne la dinamica. Riguardando tutta la scena al rallentatore, fotogramma dopo fotogramma, c'è una cosa che deve colpire l'occhio umano. No, perchè, per poco Vettel non si è ritrovato a fare il polpettone umano appiccicato sul guard rail. Rivedere il video dell'incidente per capire quanto poco ci è mancato perchè Massa, volando a muro, non se lo portasse con se. Ecco, in questi casi sì che si può parlare di buona stella.
Austria. E' il turno di nuovi problemi di affidabilità della vettura, che lo lasciano a piedi, senza se e senza ma. E senza effetti speciali.
Gran Bretagna. Qui è tutto un Vettel&Alonso show! Inevitabilmente tutta una lotta per l'ottenimento della quinta piazza in pista. Il primo sarà pur partito in seconda posizione ma sbaglierà tutto quello che sarà possibile sbagliare. Alonso è partito dalle retrovie ma niente come la quasi morte del compagno di squadra lo ha galvanizzato: sorpassi, sorpassi ed altri sorpassi. Poi si incontra con Vettel e per 3\4 di gara i due giocheranno in solitaria. Vettel, perdendo definitivamente la dignità, tenta per un numero infinito di giri il sorpasso. Alonso resiste. Entrambi non giocheranno affatto pulito: calpesteranno righe bianche che non potrebbero essere toccate, faranno la spia alla radio su presunte scorrettezze altrui, si lamenteranno con la mamma che quello dietro\davanti a se lo vuole sbatter fuori \ non lo lascia passare. La spunterà Vettel assestatosi in quinta piazza e fregando anche il titolo di quintolo a quel nano alle sue spalle. Non gli è rimasta più nessuna soddisfazione.
Poi venne il Gran Premio del Giappone e, tutte le amenità successe sino a quel momento risaltarono ancora di più. Cosa abbiamo sbagliato? Si domandarono i più. Cosa è andato storto? risposero gli altri. Sì, ok... un periodo no può accadere a chiunque... ma cosa può portare la gente a compiere scelte tanto scellerate? Cosa può portare qualcuno a lasciare la casa nella quale è cresciuto, è maturato e con la quale si prometteva sino all'altro ieri di continuare a fare grandi cose, per accasarsi con la prima che passa? Non può essere solo una questione di soldi. Non può essere neanche quella faccenda che non è fame, ma voglia di qualcosa di buono, perchè nello stesso tempo gli inquilini dell'altra casa stanno proprio a digiuno da anni. Roba che non ci vedono più dalla fame. 
Un po' come Chris Horner che ha mollato la donna\moglie con la quale stava da una vita, quella che probabilmente ha cucito i suoi calzini puzzolenti quando tutta sta manfrina della Formula 1 non aveva ancora incominciato a permettergli di pagare le bollette, pochi mesi prima della nascita della loro primogenita per scorazzare in giro per il mondo con una Spice Girl. Ed oggi, quando la figlia deve ancora spegnere la prima candelina, già si parla di convolare a giuste nozze.
Fatemi capire: ha perso una scommessa? O forse la fidanzata pretende di prender casa in Italia... che fa tanto figo...

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