domenica 11 gennaio 2015

La regola dell'amico

Anche quest'anno, giusto qualche giorno dopo i fasti delle feste, i piani alti della FIA hanno annunciato al mondo le nuove grandi idee elaborate intorno allla tavolata di Capodanno, tra quel bicchierino di troppo bevuto in occasione della mezzanotte e la congestione del giorno dopo. Proprio in quel momento in cui ti rendi conto che quell'ultima fetta di panettone, forse, in fondo, te loa saresti anche potuta evitare e incominci a mischiare aspirine e citrosodina alla ricerca del giusto mix esposivo. Fu proprio in questo modo che, l'anno scorso, fu partorita l'idea del doppio punteggio alla gara conclusiva. E' stato così che, anche quest'anno è stato redatto il simpatico plico che, tra le novità, impone anche regole nuove per l'ottenimento della patente speciale per correre in Formula 1. Si saranno sicuramente resi conto dell'anomalia dell'ottenimento della Superlicenza da parte di soggetti che, in patria, neanche avrebbero avuto ancora l'età per prendere la patente normale. Poter sfrecciare a 300 km\h per le strade di un circuito cittadino ma, non poter girare per le stesse strade, neanche a bordo di una Fiat punto, seguendo il regolare senso di marcia, rispettando la distanza di sicurezza e i limiti di velocità? Chiedere a Verstappen per ulteriori informazioni.
Non c'è blog o testata giornalistica che tratti, anche se marginalmente la questione sportiva, che in questi giorni non stia diffondendo nell'etere la propria sconfinata conoscenza di aneddoti del passato, rivelando al proprio prossimo chi, tra i campiodi della Formula 1 oggi noti, non sarebbero mai arrivati dove sono arrivati rispettando queste regole. In sostanza: materiale interessante.
Io, che porto avanti un blog decisamente più poraccio, non me ne frega assolutamente niente di cosa abbia fatto Vettel prima di approdare in Formula 1, e penso di non aver neanche capito a pieno in cosa consistano tutte le grandi novità, non riesco proprio a non portare il ragionamento decisamente più ad un livello terreno e confrontare la situazione con qualcosa di a me più noto. L'esame di maturità.
Le regole per la maturità, si sa, ogni qualche hanno devono per forza essere cambiate. Giusto per non dormire mai sugli allori, per non lasciare che la gente si abitui mai a qualcosa e per far vedere che, nelle stanze del potere, si sta lavorando alla grande. Si occupassero di cose serie ne saremmo tutti più felici. Però è così.
Ai miei tempi, l'esame lo si faceva con la commissione completamente interna. C'è chi dice che era tutto più facile... ma non era così se i tuoi stessi insegnanti decidono, proprio nel momento di massima importanza, di vendicarsi di tutti i torti presumibilmente subiti nel corso del quinquennio. Avevamo la terribile terza prova composta da cinque insopportabili materie sulle quali era necessario spaziare in qualcosa come tre ore. O, a dir la verità, neanche mi ricordo bene come andava la faccenda. Uno degli elementi che io ritengo di maggior differenza rispetto ai ragazzi d'oggi era il meraviglioso sistema dei debiti formativi. Una di quelle invenzioni che, se si prende chi l'ha inventato, andrebbe seriamente appeso al muro. La verità è che, con questi benedetti debito formativi io ci ho campato 5 anni. Per questo la ritengo la grande differenza rispetto ai miei tempi. Con i debiti, ai miei tempi, ci abbiamo campato un po' tutti. Erano un'arma impropria ma anche un'ancora di salvataggio. Sapevamo tutti che, fino ad un massimo di 3 materie potevamo anche non eccellere... ed erano un jolly. Nel momento di massima difficoltà, si individuavano gli scogli più ardui e si giocava il jolly.
Di solito, con schiettezza, ammetto che se non fossero esistiti i debiti, sai potuta essere ancora al liceo, a sgazzare tra versioni di latino e problemi di matematica, senza mai venirne a capo. Di chimica, lo ammetto candidamente, non ho mai capito un accidente e, quando mi sono resa conto in cosa consistesse quel meraviglioso mondo di ampolle colorate, che tanto mi affascinava in linea di principio, ho anche smesso di provarci. Ho tirato a campare e, secondo lo stesso ragionamento di cui sopra, mi sono dedicata ad altro di più produttivo. Sono piuttosto certa che, negli anni a venire, sono riuscita a dimostrare di non essere una completa cretina. Qualcosina di mio lo so pur fare, qualche altro traguardo lo ho raggiunto... può essere che con le nuove regole non solo non avrei preso il diploma ma figuriamoci se mi sarei laureata e specializzata? Può essere. O forse mi sarei semplicemente messa a studiare prima. 
Può essere che se si fossero applicate allora le nuove regole oggi non avremmo tra di noi campioni del mondo tipo Vettel, Alonso, Button. O forse si sarebbero adeguati alle regole in vigore e, anche magari a costo di un anno o due di tempo in più, li avremmo avuti comunque in mezzo ai piedi.
Oppure non li avremmo affatto avuti e non ne avremmo affatto sentito la mancanza. Al loro posto un altro Pincopallino qualsiasi. O altri 5 Pinchipallini diversi che avrebbero fatto bella o brutta figura. Magari sarebbero stati campioni del mondo, del cielo e dell'universo o forse gli ultimi dello schieramento, lasciando spazio a grandi vittorie di gente che, invece, nella vita vera non ha fatto altro che mangiare polvere altrui. 
Insomma. Tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile. Non credo che se non mi fossi mai laureata il mondo ne avrebbe sofferto. Magari avrei fatto altro di più produttivo. Magari non avremmo visto Vettel portarsi a casa titoli mondiali l'uno dopo l'altro per un tempo infinitamente lungo che non è possibile neanche star bene a quantificare razionalmente visto l'appiattimento generale dello scenario della Formula 1 in quegli anni.

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