sabato 4 aprile 2015

I 10 fatti buffi di Malesia 2015

1) Merhi vs tutti. Perchè fanno presto, quegli altri, a parlare di risultati storici, di lotte al campionato, di punti iridati. Ma siamo solo alla seconda gara: che importanza vuoi che abbiano questi dettagli? Ride bene chi ride ultimo. E solo una persona sa bene cosa significa ridere... ma sa ancora meglio cosa significa essere ultimo. E' lui: Roberto Merhi. Uno che ultimo ci è partito e ultimo ci è arrivato. Ma Lui, nonostante tutto e nonostante tutti, nonostante le gufate e nonostante le false speranze, Lui alla fine della gara c'è arrivato.  
Voci di corridoio non lo vorrebbero però neanche far arrivare in Cina, ma questo è un altro discorso.
2) Maldonado vs Bandiere a scacchi. Non possiamo dire che, all'inizio, tutto lasciasse presagire per il meglio... in realtà, all'inizio, Maldonado è finito al box ancora prima di completare il primo giro. Quest'anno - però - l'impresa di arrivare fino in fondo ad almeno una gara pare farsi davvero ardua.
3) Hamilton vs team radio. Negli stessi giorni in cui sta, di persona personalmente, contrattando con la Mercedes per il rinnovo del suo contratto, gli scazzi con il team paiono essere giunti a livelli mai visti prima. Degno di nota il rimprovero per le gomme montate ma ancora niente in confronto al team radio successivo. '...man don't talk to me in the corners, nearly went off' is the new 'leave me alone. I know what I'm doing'.
4) Massa vs Bottas. Mentre il finlandese ancora tentenna per il mal di schiena, Massa non gliele manda a dire e, ancora una volta, in pista ha voluto dar prova di essere faster than him. Chiunque sia questo him a questo punto.
5) Button vs pesci d'aprile. Jenson, 35 anni e non sentirli, ha vissuto un Gran Premio malese sorprendente. Nel senso che è stato sorpreso molto. Team Radio sovrano quel 'Err I'm a little bit surprised... We seem to be catching cars...'. Per non parlare della seconda grande sorpresa (sgradita) ricevuta nel momento in cui la vettura lo ha abbandonato a metà gara.
6) Raikkonen vs la macchina del capo. Con un buco nella gomma.
7) Fernando vs mala suerte. Aver visto la prima gara della stagione dal divano di casa non deve essere stato uno spasso. E io l'ho vista dal mio salotto, lo posso ben dire. Aver visto la seconda gara dall'interno della sua vettura dev'esser stato ancora peggio. Male alla partenza dall'ultima fila, leggera illusione dopo qualche sorpasso inaspettato, tragico epilogo al giro n. 22. Se poi, strisciando agonizzando sui gomiti, torna ai box supplicando il perdono per il tradimento, non c'è da stupirsi.
8) Sainz e Verstappen vs tutti. Questa non è una lotta a squadre: è una lotta generazionale. Il team che ha preteso di essere, prima di ogni altra cosa, il più giovane in pista. Il team che ha fatto carte false pur di avere right now il 17enne Verstappen in pista, come se il mondo non stesse aspettando altro che il proprio messia. Il team che ride in faccia ai 35 anni di Raikkonen, Button e Alonso, oggi si pavoneggia. Il team che, allo stato, scende in pista per affrontare una McLaren frollata, una Williams in coma etilico, una Red Bull a pedali, è già pronta ad alzare la bandiera della vittoria. Già pronta a puntare il dito contro tutti quelli che gli hanno voluto male e gli hanno voluto remare contro. Io aspetto solo che combinino una e tutto gli torni addosso come un bumerang.
9) Horner vs come una sensazione di diludendo. Ceduto al nemico un pilota che, in 6 anni di militanza in Red Bull, si è portato a casa 4 titoli mondiali, poteva non essere scontato che, fatalmente, ne arrivasse uno della stessa portata. Poi però uno guarda quello che Kvyat combina in pista ed è impossibile non capire quale sia il pensiero che gli frulla per la testa: tu vuoi che io muoro?
10) Grosjean vs Perez. Giro 31, Grosjean è già vittima\protagonista di una di quelle solite scenette per cui già è passato alla storia. Deve ancora ritirarsi e già sa di essere iscritto nel firmamento dei grandi (casinari) della Formula 1. La parte più divertente è quel tentativo (farlocco) in team radio di discolparsi con uno dei migliori "non sono stato io, non sono stato io, non sono stato io".

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