venerdì 28 dicembre 2018

2018: dieci buone ragioni per ricredersi. O forse no.

Ogni anno parte sempre carico di buoni propositi e di aspettative. E' cosa buona e giusta, una volta che la stagione si conclude, andare a riprendere quei buoni proposti e tirare le somme. Verificare cosa è andato bene e cosa poteva esser fatto meglio. Cosa poter migliorare il prossimo anno e cosa lasciar perdere che è meglio. 
Insomma, andiamo a riprendere le 10 valide ragioni per la quale non vedavamo l'ora che iniziasse anche questa stagione 2018 vediamo di capire cos'è andato storto. 

 Waiting 2018: 10 buone ragioni per cui non vedere l'ora che inizi! 

1 - Trovare un sostituto per Kimi Raikkonen. Ammettiamo subito la prima sconfitta. Le mie previsioni puntavano ad un usato garantito del tenore di Perez / Hulkenberg / Sainz. Diciamo che non ci sono andata vicino neanche per sbaglio.
Non solo hanno puntato su una nuovissima leva prima ancora che questo completasse la prima stagione in Formula 1, ma Raikkonen non ha minimamente pensato di voler appendere il casco al chiodo e si è solo spostato un po' più in là. Un posto un po' meno colorato ed appariscente, un po' meno glamour ma pur sempre un posto dove poter continuare a fare quello che gli riesce meglio: sfuggire alle domande impenitenti durante le interviste e rispondere bwoah a tutte le altre.
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2 - Verificare che Lewis Hamilton non perda la concentrazione. Nonostante la migliore delle previsioni di Rosberg, Lewis Hamilton non ha perso la concentrazione. Il quarto titolo mondiale non gli ha fatto tirare il sospiro di sollievo tanto agognato (da tutti gli altri) ma, a testa bassa, ha tirato avanti per superare, dopo aver raggiunto, il record di titoli mondiali di SebVettel
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3 - Fare attenzione a non dimenticarci, dopo due o tre gare, della presenza dell'halo. Indovinate come sono andate le cose? Ancor prima di arrivare alla fine della stagione di quest'halo si era smesso di parlare. 
All'inizio è stato un po' come un pugno in un occhio, poi la regia ci ha aiutato utilizzando l'elemento d'ingombro decorandolo allegramente con grafiche allettanti. Grafiche di cui non frega niente a nessuno, sia chiaro. Ma almeno hanno dato una funzione. 
Nel corso della stagione è persito capitato che sia servito alla sua funzione originaria là dove ha evitato che Alonso sfondasse il cranio di Leclerc. Da quel momento è stato un po' come se questo maledetto halo fosse sempre stato davanti ai nostri occhi. Come se lì ci fosse nato e fosse destinato a morirci. Le vetture non sono più sembrate tanto sfigurate dall'ingombro. I piloti non hanno più dato segno di sforzo estremo nell'uscire dal veicolo. Insomma, tutto a posto. 
Dulcis in fundo, Hulkenberg alla gara conclusiva è capottato, rimanendo per colpa dell'halo imprigionato a testa in giù all'interno della vettura finchè i commissari non hanno fatto rimbalzare l'auto per rimetterla nella sua posizione naturale. Tutto a posto dicevamo. 
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4 - Attendere pazientemente la prima volta che Fernando Alonso sbotterà contro il team. Com'era prevedibile non è servito usare molta pazienza. Il primo team radio di rimprovero è arrivato prestissimo, proprio in Australia, durante la gara inaugurale dove ha benedetto il meccanico al muretto con un "alza la voce che sembri già stanco alla prima gara" (parafrasato e tradotto). 
Tra l'altro le cose non sono neanche iniziate così male : il commento in sè non era neanche particolarmente cattivo, si è portato a casa una quinta piazza e ha anche benedetto il team con un ottimistico "ora possiamo lottare!"
Ovviamente non ha lottato per un bell'accidente per il resto della stagione e i team radio sono andati solo che a peggiorare.
Personalmente ho adorato quando in Ungheria gli è stato chiesto quali gomme preferisse montare per chiudere l'ultimo settore di qualifiche ed ha sbottato che, fosse stato per lui, sarebbero rimasti ai box. "Neanche montando su un razzo spaziale supereremmo l'undicesima posizione".
Ho adorato anche quando in Francia, dopo il contatto con Vettel gli ha dato dello stupido e si è augurato che avesse subito dei danni alla vettura. Ma in questo caso il rimbrotto non era diretto nei confronti del team, quindi non conta ai nostri fini.
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5 - Urlare al complotto non appena la Ferrari non raggiungerà i propri obiettivi. Come direbbe Di Maio: FATTO. Questo obiettivo è stato raggiunto alla grande. Alla stragrande. Ma tranquilli che non ne ho mai dubitato neanche per un istante. 
Prima di tutto non ho mai dubitato sul fatto che la Ferrari potesse non riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Quello fa proprio parte del loro karma. Su quello ci si può sempre un po' contare. Della serie: anche quest'anno il mondiale lo vinciamo il prossimo anno. 
In seconda battuta ho ho mai dubitato che la Ferrari potesse prendere atto del proprio fallimento senza dare la colpa ad eventi terzi e misteriosi. Un po' è stata colpa delle gomme della Pirelli super super sottili, un po' è stata colpa di quel maggiordomo di Bottas. Un po' è stata colpa dei commissari che, per quanto interscambiabili, in ogni luogo del mondo si trovassero hanno sempre e comunque continuato a rilevare solo le infrazioni degli uomini Ferrari e mai quelle della Mercedes. Insomma: un complotto vero e proprio. 
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6 - Scoprire cosa vuol fare grande Lewis Hamilton. Il pilota! Almeno per il prossimo paio d'anni, fino al 2021, momento nel quale il grande sconvolgimento tecnico e generazionale tanto agognato sarà realtà. Quello potrebbe seriamente essere il momento in cui deciderà di essere troppo vecchio per queste caz..te! (cit.) 
Nel frattempo, che fare? Tutto quello che gli passa per la mente, par di capire. 
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7 - Scoprire che del magic trio non si sente realmente la mancanza. Unpopular opinion arrivo. Almeno pazialmente.
Non posso certo negare di essere sempre stata, salva l'ironia del caso, una grande detrattrice del trio lescano Made In RAI: Mazzoni-Capelli-Bruno, là dove per bruno intendo tanto l'ing. al microfono che Stella in pista. Le telecronache hanno sempre lasciato molto a desiderare, Mazzoni si mangia le parole, ripete sempre le stesse cose, non è in grado di formulare un pensiero in maniera oggettiva anche se è lì per fare la telecronaca, non per tifare Ferrari. L'ing. Bruno ci ha sempre riempito il cervello di supercazzole ingegneristiche che la metà di noi non capisce e l'altra metà pensa comunque che siano assolutamente irrilevanti. Stella Bruno è il classico esempio di quanto fosse sbagliato e illusorio quell'incoraggiamento a studiare inglese che genitori e insegnanti tentavano di inculcarci nella testa da piccoli. Studiare inglese ti servirà per trovare lavoro. Studiare inglese ti servirà per girare il mondo. In fondo Stella Bruno è una di noi: se ne capisce più di piloti che di motori ma almeno noi lo facciamo dal divano di casa nostra. 
Ivan Capelli è sempre stato il migliore del gruppo, salva quella costanza di farsi chiamare ex pilota Ferrari per essere una volta, duecentomila anni fa, passato vicino ad una vettura dai colori vagamente purpurei. Mica per niente la concorrenza se lo portato a casa senza colpo ferire.
E' arrivata infatti la concorrenza che, se fino all'anno scorso era quantomeno ignorabile, quest'anno si è resa quasi obbligatoria. Salvo il coefficiente sbatta di voler viaggiare per altre terre e altre dimensioni. 
Il miracolo è apparso immediatamente davanti ai nostri occhi: improvvisamente tutto quello che abbiamo sempre denigrato ci mancava da morire. Improvvisamente le urla sguaiate di Mazzoni sono sembrate un timido bisbiglio. Improvvisamente l'ing. Bruno è sembrato un luminare della materia. Abbiamo trovato un Vanzini che urla più di Mazzoni nei giorni di festa. Sbaglia nomi, luoghi, laghi, cose e animali, neanche fosse il suo lavoro. C'è Marc Genè che non usa neanche l'"ex" davanti al "pilota ferrari" nella sua qualifica e c'è Matteo Bobbi che è il mio nemico giurato per l'eternità. Tra l'altro, perchè anche Matteo Bobbi urla come un dannato pur davanti alle sue discutibilissime analisi tecniche? 
Va a finire che si stava meglio quando si stava peggio.
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8 -  Assistere all'emancipazione di Daniel Ricciardo. Non so dire se sia stato in grado di emarciparsi. Sicuramente ha preso tra le mani il proprio destino. Sperando che qualche top team si svegli prima di rovinargli definitivamente la carriera. 
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9 - Sperare nella maturazione di Max Verstappen. L'annata non era partita bene per davvero. Sempre gli stessi errori, sempre le stesse pivellate, sempre a letto senza cena. 
Gara dopo gara qualche segno di miglioramento lo stava pure incominciando a dimostrare. Ha dimostrato di essere in grado di partire senza frantumare la vettura contro tutti quelli che lo circondano. Ha dimostrato di saper anche fare qualche sorpasso senza pretendere che quello davanti si sposti e senza entrargli nei paraurti vantando diritti che non gli competono. Era persino riuscito a vincere una gara, ne stava quasi per andare a vincere un'altra... finchè non è sceso dalla vettura per andare a prendere a schiaffi Ocon. Ecco lì. La frittata è fatta. 
Non gli è ancora spuntata la barba, adesso è davanti agli occhi di tutti. Senza se e senza ma. 
Ci ha fatto credere di aver incominciato a sentire sulle spalle i primi segni dell'età. Ma chiaramente non è ancora maturato abbastanza per giocare con i bimbi grandi. 
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10 - Contare quante volte Kubica avrà modo di scendere in pista per davvero. Tre. Spagna, Austria e Abu Dhabi... ma solo durante le prove libere.
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Waiting 2017: 10 buone ragioni per le quali non vedere l'ora che inizi!  
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Waiting 2016: 10 buone ragioni per cui non vedere l'ora che inizi!
2015: 10 buone ragioni per ricredersi.
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Waiting 2014: 10 buone ragioni per cui non vedere l'ora che inizi!

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