domenica 17 marzo 2019

Waiting 2019: 10 buone ragioni per cui non vedere l'ora che inizi!

1 - Vedere Leclerc mettere sotto pressione Vettel. Il mondo ne è certo: Leclerc è un grande campione. Indifferentemente dalla sua scarsa esperienza in pista, a prescindere dal fatto che abbia alle spalle una sola stazione di Formula 1, il parere sembra unanime: Leclerc è il pilota che può fare la differenza, il pilota dal quale Vettel deve stare attento se non vuole farsi beffare. 
Ecco, c'è il mondo che dice una cosa e io che, come al solito, non riesco ad andargli dietro. E' più forte di me. Non escludo che riesca a vincere qualcosa, non escludo che un giorno possa portarsi a casa un titolo mondiale... ma il fatto è proprio questo. Chi diavolo sa di cosa è capace Leclerc? Dopo una stagione a bordo di una Sauber dalle scarse potenzialità non vedo come si possa mettere le mani sul fuoco per la sicura reattività una volta piazzato al volante di un top team. Tra l'altro spero in una vittoria anche solo per ascoltare l'inno del Principato. Ma il principato ha un inno o daranno un microfono a Rosberg perchè improvvisi qualcosa?
Per ora, mi devono scusare i più progressisti tra di voi, soffro solo di un grande disagio per la mancanza di Kimi accanto a Vettel nelle foto di presentazione della vettura.
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2 - Assistere alle solite false partenze Made In Mercedes. Ripensando alle ultime stagioni tutto quello che viene istintivamente a mente è lo strapotere delle Mercedes, le vittorie di Hamilton, certe sbruffonate di fine stagione e quella che molti iniziano a concepire come la noia del dominio Mercedes. Osservando quello che è successo da vicino non possono però non notarsi diverse sfaccettature, almeno un paio di stagioni in cui la Mercedes, o Hamilton personalmente, non è che fossero partite benissimo. Qualche passo falso, qualche difetto nella vettura. Lo sanno tutti che il vero mondiale inizia a Barcellona, una volta entrati in Europa dopo le prime quattro gare di antipasto. E' lì che normalmente le squadre mettono a puntino la vettura e iniziano a fare sul serio, giusto il tempo di aver distratto il nemico, avergli fatto credere di avere davvero qualche possibilità e fargli sperare che la strada possa essere in discesa, o quantomeno pianeggiante.
In casa Mercedes è questo che più o meno è successo negli ultimi anni, partono male, forse a rilento e aggiustano il tiro strada facendo. Il 2019 può essere l'anno in cui il copione cambia, può essere l'anno in cui capiamo se partendo bene si è già a metà dell'opera o se partire bene è ben augurante.
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3 - Capire se Bottas è capace a riscattarsi. L'anno scorso qualcuno deve avergli detto che per essere un Hamilton gli mancava qualcosa... e lui si è preso un cane. Quest'anno qualcun'altro deve avergli fatto notare che non è esattamente quello ciò a cui si stavano riferendo... e lui si è fatto crescere la barba. Credo non stessero parlando neanche di quello. Il verdetto fra 9 mesi, o forse qualcosina prima. Perchè o adesso o mai più. O quest'anno fa la differenza o l'agognato rinnovo contrattuale potrebbe rilevarsi solo un bel miraggio. La panchina della Mercedes non è mai stata più popolosa di così, basta il minimo errore perchè ritorni necessario andare a portare in CV all'ufficio di collocamento.
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4 - Piangere sotto al primo podio di Hulkenberg. Sono fermamente convinta che, se non altro per una ragione statistica, Hulk prima o poi su quel podio ci debba salire. Magari in una di quelle gare un po' sfigatine, quelle dove il fato prende sempre il sopravvento sulle reali condizioni della pista. Tipo il Canada o il Messico. Abbiamo atteso anni, questo potrebbe essere quello giusto, l'inno tedesco tornerà a suonare a tutta birra ma questa volta non sarà per Vettel!
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5 - Constatare l'efficacia delle pene alternative. Spesso sono scettica a questo riguardo, spesso ritengo che se l'alternativa diventa una regola la regola non diventi altro che una alternativa e smetta di svolgere la propria funzione. Dopo i fattacci brasiliani della scorsa stagione, Verstappen è stato mandato a ragionare sulle proprie azioni in giro per il mondo. Diciamo che gli hanno dato i compiti per le vacanze di Natale nella speranza che, mentre tutti gli altri si riposano, riuscisse a recuperare le lezioni perse e si mettesse in pari. Se i metodi alternativi hanno funzionato quello davanti al quale ci dovremmo trovare quest'anno è un Verstappen più saggio e consapevole. Più responsabile delle proprie azioni, più freddo e misurato nelle proprie decisioni. Più composto nelle proprie reazioni.Se i metodi alternativi hanno funzionato.
Se non hanno funzionato dobbiamo solo attendere la prima partenza burrascosa o il primo sorpasso azzardato per puntare il dito contro i piani altri e urlare "te lo avevo detto!"
Per fortuna che non sono una persona che dice "te lo avevo detto" (cit.)
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6 - Contare i giorni che mancano al gran rientro in scena di Alonso. Ve lo dico io: questo non è proprio capace a togliersi definitivamente dai piedi. Un giorno chiude tutte le porte ed esce dal gruppo, quello successivo te lo ritrovi a gongolare a caso in area test invernali con la promessa (o minaccia) che prima o dopo possa rimettere un piede in una vettura. Si avvicina il primo gran premio della stagione e giura su tutto ciò che ha di più caro al mondo che non è intenzionato a guardare la gara alla TV... ma si scopre presto che, in realtà, nello stesso week end è impegnato con la 1000 Miglia di Sebring. Credo sia ad un solo passo dal rally della lanterna, ma questo è un altro discorso. Il fatto è che siamo ben lontani dalla mancanza di interesse e la gara in differita te la trovi in qualsiasi area del mondo. Me lo aspetto ai box da un momento all'altro, pronto ad azzoppare Sainz per prendere casualmente il suo posto e passare per l'eroe del giorno.
E comunque Raikkonen durante il suo triennio sabbatico al rally della lanterna ha partecipato per davvero. E' pure finito in un fosso ma he kwew what he was doing.
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7 - Attendere la reazione di Ricciardo. Quella vera. Non quel finto entusiasmo da inizio anno scolastico. Scuola nuova, nuovi zaino, astuccio, penne e pennarelli. Quaderni dalla prima pagina ancora immacolata e la prospettiva di passare tutta la prima giornata a colorare le copertine, scrivere il nome delle materie sulla prima pagina e conoscere i nuovi compagni di classe. Ok. Quello è bello. Poi arriva il secondo, il terzo e anche tutti i giorni successivi. Bisogna incominciare a studiare, si iniziano a prendere brutti voti. La vita è breve e fa schifo il più delle volte (cit.), quando l'entusiasmo scema come reagiranno i nostri eroi? Riuscirà a dimostrare che se Hulkenberg non prende un podio neanche per sbaglio è per ragioni sue ma sotto sotto anche la Renault ha il suo potenziale? Attendo con ansia il primo shoey della stagione!
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8 - Ascoltare dalla viva voce di Kubica "va bene così, grazie". E' stato bello finchè abbiamo scherzato, è tornato, si è tolta questa soddisfazione personale ma, oggettivamente, qua le cose vanno di male in peggio quotidianamente. Quello che aspetto vivamente è la sua resa finale, la sua constatazione che il gioco non vale la candela. 
Al momento dell'annuncio del suo ritorno avevo espresso qualche perplessità sulla necessità di questo gesto. Mi domandavo a chi giovasse e che senso potesse avere per il pilota e/o per il team. A questo punto dei giochi mi sento quasi più propendere per un sentimento di tenerezza nei confronti del pilota che, forse accecato dall'idea di poter rimettere un piede in Formula 1, non ha valutato correttamente l'offerta propostagli. 
Ritengo alquanto prevedibile che la Williams non brillerà durante la stagione ma che non sarebbe arrivata pronta neanche ai test invernali, chi lo avrebbe mai detto? Saltata la prima delle due sessioni, una volta uscito dalla seconda Kubica ha sentenziato: "è andata meglio la settimana scorsa". Quando erano al bar invece che in pista. Costretti modificare il progetto in corso d'opera per accertate irregolarità nella vettura, sembrano
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9 - Cantare a squarciagola per primo l'inno di Mameli. Gli statisticoni stanno a zero: questo è l'anno del gran ritorno di un pilota italiano tra i titolari in pista. Giovinazzi è tra di noi. Tutti lo hanno voluto per anni e nessuno se lo è preso, questo è finalmente il momento del suo debutto ufficiale, facendo finta di esserci dimenticati delle due precedenti comparsate dove, auspicabilmente, non ha dato il meglio di sé. Dopo anni e anni questo è finalmente il momento in cui diventa possibile (anche se poco probabile) poter ascoltare sul podio l'inno italiano... per primo. 
Come funziona un podio? I primi tre classificati salgono, a seconda del momento della stagione in cui ci troviamo scherzano e parlano tra di loro o semplicemente si ignorano, si mettono in posizione, tolgono il berrettino e partono gli inni. Nell'ordine: prima quello della nazionalità del primo classificato, poi quello della sede del team di appartenenza. L'inno d'Italia, sia chiaro, in questi ultimi anni lo abbiamo ascoltato abbastanza frequentemente. Mai come quello tedesco o quello inglese... ma la Ferrari questa gioia almeno ce la ha regalata. Anche perchè l'inno di Mameli, modestamente, è l'inno più bello del mondo, anche quando è messo in chiusura. In apertura avrebbe probabilmente tutto un altro sapore.
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10 - Eleggere definitivamente il nuovo top teamradier. Mondo un teamradier se ne fa un altro. Ma chi?! Alonso era ormai una certezza nelle nostre vite, se una gara aveva modo di partire e giungere alla sua degna conclusione potevi stare certo che Alonso, prima o dopo, una perla di saggezza te le tirava dietro. E' riuscito nell'ardua impresa anche la volta in cui la sua vettura è morta prima ancora di concludere il giro di ricognizione. Voglio dire: il fato non gli ha dato neanche il tempo di pensare a cosa dire... ma lui aveva già il colpo in canna. L'interrogativo è pressante: chi prenderà il suo posto? Io voto Vettel che già in passato, honestly, qualche gioia ce la ha già data. 
Sarei tentata di scommettere su un Grosjean, ma quest'anno manca anche Ericsson a cui dare la colpa: è una scommessa fin troppo azzardata.

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