sabato 13 aprile 2019

Scrapbook: Bahrain - page 6 -


La vernice rosso opaca di della Ferrari 2019 per un solo momento, oltre ad una scelta stilistica, è sembrata essere una vera e propria maledizione. Qualcosa di profetico finito casualmente sul biglietto da visita del cavallino rampante di cui molti, se non tutti, si sono detti piuttosto delusi dopo aver assistito alle prestazioni d'esordio. Più che altro credo siano rimasti tutti piuttosto sbigottiti davanti a quel "non lo so" dato come risposta a Vettel che si interrogava sul perchè la vettura fosse tanto lenta in Australia. 
Giunti in Bahrain sono bastate le sole prove libere per risaltare energicamente sul carro dei vincitori ed è bastata la sola pole di Charles Leclerc per ristabilire che, in fondo, non fosse malaccio neanche lui. 
Peraltro, l'altro giorno mentre perdevo tempo su Twitter, l'ho letto soprannominato Chanteclair che mi sembra una crasi meravigliosa che potrei decidere di adottare per il futuro. Mi dispaice solo non aver salvato il nome dell'autore per rendergli merito. 
Bottas, dopo la vittoria in Australia, è stato eletto a nuovo eroe intergalattico pronto a sconfiggere i propri avversari a colpi di camicie da boscaiolo e barbe incolte, neanche fosse Clark Kent quando ancora viveva a Smallville. A tutta questa simpatica discussione non ci ha creduto per davvero neanche lui ma in fondo è stato bello stare al gioco per un po'. In Bahrain si è qualificato quarto come a voler lasciar giocare gli altri a parlar di cose che a lui non riguardano. In gara non è certo andata meglio, per farlo saliere sul podio c'è voluta la buona volontà della Ferrari e la sua doppia autoeliminazione. Probabilmente Ocon è tornato a sorridere dopo aver sentito il team intervenire per svegliare Bottas perchè evitasse l'umiliazione di non riuscire neanche a guadagnare la posizione dietro ad un Leclerc claudicante.
Hamilton, di ritorno dall'Australia, è finito in Olanda a mangiare quella che, a suo dire, è la pizza più buona del mondo. Da Trieste in giù è partita un'eco di indignazione ma, per cortesia, vediamo di essere un filo più tolleranti! Dopo anni di dieta vegana son bastati due carboidrati per mandargli gli zuccheri al cervello e non capire più niente. In Bahrain ha sfoggiato il sacro potere delle treccine, amuleto indistruttibile di fronte alle avversità della vita. Le prestazioni decisamente più incoraggianti della Ferrari avrebbero potuto destabilizzarlo alla vigilia di GP, ma non si è dato per vinto. Prima di tutto ha impedito che il simpatico compagno di squadra si allargasse troppo, sorpassandolo in malo modo ad inizio gara e facendogli così capire chi è che comanda in squadra. In gara ha fatto tutto il possibile per essere lì, non ha rischiato veramente di vincere fino all'ultimo, ma ci vuole talento anche a stare lì dietro, non farsi sopraffare dagli elementi, e farsi trovare pronto all'attacco nel momento del bisogno. E così è stato. Prima con Vettel poi con Leclerc.
Adorabile il gesto di sportività della sobrietà del festeggiamento. Una corsa per cercare e congratularsi con il nemico appena sceso dalla vettura e qualche parola di incoraggiamento a lui rivolte poco prima di salire sul podio.
Tra l'altro, apriamo parentesi subito sulle parole dette prima di salire sul podio.
Il filmato, l'audio e la sua traduzione hanno fatto in poco tempo il giro del mondo. Tanti colleghi hanno ripreso la notizia appoggiando in pieno le parole di Hamilton che, in sintesi, ha fatto a Leclerc i complimenti per come ha guidato per tutta la gara, rassicurandolo del fatto che sono chiaramente emerse le sue capacità e facendogli bonariamente capire che, se quel giorno il destino gli ha dato contro, sicuramente avrà modo di rifarsi un giorno: hai un lungo futuro davanti. La pietra dello scandalo si è rivelata essere la traduzione made in sky dell'evento, là dove quelle parole si sono trasformate in "diventerai mio nemico in futuro" quasi a voler lasciare il sentore che Hamilton lo volesse incoronare a suo erede o riconoscergli espressamente il ruolo di proprio competitor in pista. Una traduzione talmente falsata e ferraricentrica che è riuscita a far indignare anche i migliori dei ferrarticentrici riuniti. Personalmente la cosa non mi ha sorpreso più di tanto, mi domando solo dove diavolo si fossero cacciati tutti quanti nel momento in cui hanno distrubuito la sportività e mi auguro che possa servire come invito a non prendere per oro colato tutto quello che si sente dire in TV.
Tornando all'esito della gara.
Prima di tutto un pronostico: prima che il mondo Ferrari cadesse in pezzi, prima che uno iniziasse a piroettare, prima che all'altro implodesse la vettura sotto al sedere, in tempi non sospetti, ad inizio gara, ho avuto un'illuminazione. Ho capito esattamente com'è che anche quest'anno la Ferrari arriverà a perdere il mondiale ad un soffio dal traguardo. Leclerc e Vettel, se la vettura riuscirà a mantenere la forma fisica dimostrata in Bahrain, finiranno per giocarsi  il mondiale in pista, non se le manderanno a dire e giungeranno inevitabilmente al contatto nella reciproca speranza di dimostrare all'altro di essere meglio di lui. Una meravigliosa doppia autoeliminazione capace di regalare alla Mercedes il proprio sesto titolo mondiale.
Qualche fila più indietro, altri fatti e fattarelli frizzantini.
C'è Kimi Raikkonen che continua a sprizzare allegria da ogni team radio consapevole che, una volta liquidata la questione Alonso, qualcuno della vecchia guardia deve mantenere alta la bandiera del top team radio of the year. Ed è così che alla domanda com'è l'alettone? La risposta non riesce ad essere più pacata di "non lo so! Me lo devi dire te!"
Qualche parola di chiusura se le merita anche Daniel Ricciardo, uno che è partito decisamente con il piede sbagliato. In Australia moltissimi occhi erano su di lui. Prima gara dopo il divorzio dalla Red Bull, gara di casa, amato da tutti, stimato nel quartiere. Tra l'altro salutava sempre quando ti incontrava per strada. Il vero problema è che, già in partenza, si fa prendere un po' la mano. Prende dei rischi che avrebbe potuto evitare se non avesse voluto dimostrare al mondo di non essere finito tre passi più lontano rispetto all'anno scorso dal titolo mondiale. In questo modo la sua gara è terminata ancor prima di vedere la seconda curva del circuito.
Anche in Bahrain, a prescindere dall'infausta conclusione, qualche perplessità in gara ce la ha lasciata. L'ha lasciata anche al compagno di squadra dopo un contatto in fase di sorpasso, ritrovatosi a domandare alla squadra: come siamo arrivati al contatto? Gli ho lasciato tutto lo spazio disponibile! 

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