La gara, per dire, l'ha fatta suo malgrado Massa, arrivato nuovamente a battezzare nel migliore dei modi la prima curva e chiudendola lì prima di spendere altre due ore a girare in tondo come i matti. O come i gatti, che si mordono la cosa.
La fatta, quindi, anche Magnussen che della fuoriuscita di Massa è l'autore ma non il responsabile. Prima curva dopo la partenza: legera bolgia, Massa e Magnussen si scontrano, una vettura fa da leva, l'altra fa da levata... Massa finisce a testa in giù e grattando sulla testa va là, dove nessun uomo è mai stato prima. La sua gara finisce senza neanche aver capito da dove è incominciata, quella di Magnussen contrinua tranquilla, come se non fosse successo niente. I commissari archivieranno l'accaduto in fretta e furia.
La gara, poi, l'ha fatta Hamilton. Partito sin dal sabato con botto... ma col botto seriamente. Uno di quelli contro il muro. Per lui rottura dei freni e ritiro anticipato dalle qualifiche, cosa che lo condannerà a partire dalle retrovie. Poi ci si mette di mezzo la necessità di riaggiustare quel catorcio di vettura, o quel che di essa ancora rimaneva, ed altre 5 posizioni di arretramento sulla griglia. Dopo una lunga ed estenuante diatriba sulla possibilità di partire dalla pista o dalla corsia dei box, la verità è che comunque è partito ultimo ed è stato costretto, suo malgrado, a portare a termine una signora gara per cercare di arraffare il più possibile. La gara non è stata delle più pulite e delle più corrette che si siano mai viste. La rabbia, l'impeto di andare avanti, la frustrazione davanti alla necessità di portare a termine sorpassi su sorpassi e ricominciare da capo dopo ogni pit stop, lo hanno portato a picchiare qua e la, a strusciare il proprio muso a destra e a manca. Ed anche su Jenson Button che, dopo la gara ha sollevato polemica contro il suo ex compagno di squadra che, di certo, non aveva bisogno di assumersi certi rischi con una vettura che andava al doppio della velocità di tutte le altre... solo che si aspettava che la gente semplicemente lo lasciasse passare. Ed in effetti questo un po' è vero.
La gara di Hamilton, terminerà, dopo 76 estenuanti giri, in terza posizione, alle spalle di un Bottas che, per essere lì, a conti fatti, non ha fatto granchè. Semplicemente ha girato indisturbato ed ha stretto i denti a cinque giri dalla fine quando è stato raggiunto da Lewis. Inutile stare a domandarsi cosa sarebbe successo se Massa fosse rimasto dei nostri.
La gara se la è fatta anche Alonso, partito dalla settima piazza, che ha lottato parecchio, con le unghie con i denti per arrivare quinto. Quintolo! Tanto ha fatto, tanto ha detto che ci è riuscito veramente. A dire la verità la situazione sarebbe già stata risolta in tal senso al quinto giro, avremmo potuto chiaramente chiudere baracca e burattini ed aspettare la prossima tappa. Eppure siamo dovuti andare avanti, è arrivato per qualche istante sino alla terza piazza ma nessuno ci ha creduto troppo. E' stato molto più indietro ed ha rimontato, con le unghie e con i denti, come un vero guerriero, anche con Ricciardo, rea di aver preteso quella posizione ormai sua di diritto. Alonso ha vinto, Ricciardo ha perso: la quinta piazza è stata sua ed è stato possibile, solo a quel punto, mettersi l'anima in pace e proseguire la gara senza troppi entusiasmi.
Che poi, ricorderà tenerlo a mente, a forza di quinte piazze e con una vettura che non vale un soldo bucato, è giunto sino al quarto posto della classifica iridata. E resiste a tutto. Se non è fortuna questa. Comunque da dietro, Bottas, a pochi punti di distanza sta arrivando a fargli le scarpe. Tutto questo per dovere di cronaca.
La gara, in conclusione, se la è fatta anche Sutil e la sua vettura morta sul più bello. Lì piazzata di traverso, spenta ed irreparabile, rimasta a dar sfoggio di tutta la sua bellezza per due giri completi, senza che nessuna safety car pensasse di entrare, senza che nessuna misura di sicurezza ulteriore fosse messa in atto. Poi, con tutto il tempismo necessario, un esercito è entrato in pista correndo e se la sono portata via senza colpo ferire.
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