lunedì 18 novembre 2019

Brasile 2019 - Gara

Dopo il GP degli Stati Uniti Verstappen ha commentato la debacle Ferrari sentenziando che "si vede che hanno smesso di barare!". Parole che hanno fatto infuriare tutti, dal suo mass media manager, che evidentemente non si guadagna lo stipendio, ai piani alti Ferrari, ma anche i medi, i bassi ed anche tutti i tifosi in colonna. Tutti tranne Vettel che, dal canto suo, ha semplicemente replicato a queste parole dando al suo autore un bel colpo di immaturo, per poi giudicare, nascondendo il sorriso sotto ai baffi, sospetta la velocità sui rettilinei della sua Red Bull.
Altro argomento fonte di discussione in queste due settimane sono state le parole di Irvine, uno che dall'alto del suo yacht, ha pensato bene di dover far sapere al mondo che, secondo lui, Vettel non è degno dei suoi quattro titoli mondiali. I fan della Ferrari sono andati completamente nel pallone, gli stessi fan che un'ora prima stavano accusando Seb di essere un bollito per aver cannato la partenza, in quel momenti si stavano ritrovando a doversi scagliare contro Irvine che, però, anche lui è un ex pilota Ferrari. Che fare? 
Seb lo ha più lungo! Il CV intendo. Quindi tutti a favore di Vettel conto Eddie: il web impazzisce, per giorni non si parla d'altro che di quel pneumatico mancante che gli è costato il mondiale, delle sue marachelle fuori pista, del cameo in un principe tutto suo e dei suoi zero titoli. Peraltro, cari amici del web, io prima o poi su questo argomento vi apro un libro che non vi potete neanche immaginare! 
Quindi eccoci qua a San Paolo del Brasile, là dove viveva la nonna di Barrichello, where that was Glock, dove Raikkonen ha potuto gioire davanti al clamoroso doppio autogol McLaren... giusto per osservare che è da almeno un mese che quasi quotidianamente celebriamo l'anniversario di qualche epocale festeggiamento mondiale quando noi, invece, siamo ancora qua a due gare dalla conclusione. Fatemi capire: lo vogliamo far finire questo mondiale? Vogliamo mandare tutti in vacanza? Ce ne possiamo liberare?
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Ma non è ancora giunto il momento, ancora siamo qua, ancora fedelissimi alla causa, tutti sui blocchi di partenza per la magia di San Paolo do Brazil, il mantra che ormai accompagna tutti i miei Gran Premi brasiliani da più di un decennio. E ancora una volta San Paolo do Brazil non si smentisce, ancora ci lascia credere e sperare nella sua magia. Ancora ci convince che, comunque vada, sarà un successo. 
Siamo sulla griglia di partenza, prima dello spegnimento dei semafori, le vetture sono allineate e nelle dita tutti palpano quella sensazione che ci sia qualcosa che sta per accadere. I più maliziosi puntano tutto su una partenza col botto tra Verstappen e Vettel in prima fila, gli altri sanno che San Paolo non si abbasserebbe mai a certe banalità.
VER - VET - HAM - BOT.
LEC 14esimo a causa delle dieci piazze di penalità per aver sostituito sulla vettura qualcosa di sicuramente importante ma che, a conti fatti, possiamo anche accantonare nel dimenticatoio.
In partenza Hamilton beffa Vettel anche se la verità è che quest'ultimo ha speso fin troppe energie nel tentativo di difendersi da Lewis e che, andando semplicemente per la sua strada, non avrebbe avuto altrettanti problemi a tenere la posizione.
LEC là dietro ne spintona molti nella speranza di recuperare più posizioni possibili prima che sia troppo tardi.
Nel frattempo Ricciardo ne combina un'altra della sue, questa volta contro Magnussen: la Renault deve cambiare musetto, Magnussen finisce in testacoda e si deve accodare.
Leclerc al 10° giro è già sesto, davanti a se le due Mercedes, le due RedBull e l'amichetto di rosso vestito. Tutto questo mentre le gomme di Verstappen iniziano a vacillare e ad Hamilton si illuminano gli occhi. Hamilton decide quindi lanciarsi al pit stop con una leggerissima minaccia in team radio don't miss this shot! Verstappen lo segue un giro dopo ma, uscendo dalla pit lane la Williams di Kubika gli si fionda davanti e ne rallenta l'uscita.
THAT WAS ROBERT!

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Un tempo c'erano le sanzioni date ai piloti per le castronerie combinate ai box, e a tutti sembrò un ingiustizia. Perchè mai rovinare la gara ad un pilota quando l'unsafe release è tutta colpa di una scorretta gestione dei tecnici? Quindi viene inserita la multa pecuniaria per il team: se non investono abbastanza nella loro sicurezza saranno colpiti duramente ma, con il tempo, si è altrettanto giunti ad osservare che una sanzione di 10/20/30mila euro per un team di Formula 1 non è altro che acqua fresca. Probabilmente con lo stesso importo Toto Wolgf porta a cena la moglie, Binotto ci si compra un golfino nuovo e non vi dico quello che ci combina Chris Horner! Quindi la regola venne modificata un'altra volta: si vince e si perde insieme, il team deve stare attento a tutto tondo, se non scommette abbastanza sulla sicurezza si va ad incidere sulla loro gara, meno punti prende il pilota, meno soldi arrivano a fine anno... e questa volta si che saranno in grado di incidere!
Poi però arriva l'unsafe release di Kubika e le certezze tornano un po' a vacillare. Le regole non reggono più! Siamo davanti al forse unico caso al mondo in cui, viste le finanze del team, avrebbero avuto un maggiore impatto sanzionatorio 20mila euro di multa che 200 secondi di arretramento in pista.
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Hamilton riesce così a stare davanti a Verstappen e, si scoprirà poco più tardi, una delle colpe di questa estrema fragilità della difesa Mercedes sta al muretto, là dove hanno cannato la mappatura del motore, rendendolo aggredibile in men che non si dica. A tutti e due non resta che andare all'inseguimento di Albon che, per fedeltà al team, prima lascia passare Verstappen poi quasi si schianta su Hamilton. Nel frattempo Vettel è ancora in pista e, dopo aver assaporato la prima piazza per qualche giro, rientra insieme a Bottas
Al 27esimo: VER - HAM - LEC - VET - BOT 
con Leclerc che ancora si deve fermare e con Verstappen ed Hamilton che sono gli unici due obbligati alla seconda sosta. Bottas ha montato gomme dure, Vettel quelle medie... chi arriverà alla fine? La domanda si renderà molto più interessante di quanto possa sembrare. 
Al 42esimo giro nuovo momento di delirio in casa Mercedes, Hamilton si lagna delle gomme, i meccanici si preparano per il pit e, improvvisamente, nella corsia dei box ecco spuntare Bottas, l'unico di tutto il gruppo di testa sul quale avremmo scommesso che non si sarebbe fermato un'altra volta. Hamilton in team radio è infuriato come una bestia, davanti a se ha un fiume di doppiati, sarebbe stato il momento giusto per fermarsi e, quando finalmente gli viene concesso l'attimo, ne esce fuori un pit piuttosto lentino... e senza un altro Kubica, nel frattempo sanzionato di 5 secondi, l'undercut diventa un vero miraggio. Soprattutto nel momento in cui Verstappen rientra e pone in essere il pit più rapido della giornata. 
TOTO WE NEED YOU! 
Dopo 10 giri a tallonare Leclerc la vettura di Bottas urla pietà. Al 54esimo urla, strepita, fuma e si accascia a bordo pista. Tutto questo mentre Hamilton in pista pareva finalmente essere giunto ad avere un certo feeling con la vettura e si era avvicinato a Verstappen tanto da rientrare in zona DRS. Accettiamo tranquillamente il fatto che il vero antagonista di Hamilton della giornata non è stato nessun'altro che Bottas
Diamo anche atto che a questo punto, in teoria, mancano solo 10 giri, in pratica saranno i 10 giri più lunghi della stagione. 
Con l'auto di Bottas a bordo pista i commissari piazzano bandiere gialle nel settore. Hamilton tenta di non far prendere il largo a Verstappen, questo si lagna perchè Hamilton, dal suo punto di vista, non sta rallentando abbastanza, anche se di fatto fanno gli stessi tempi. Giusto per evitare che questi due vadano avanti ancora per un po' a rompere le scatole, solo a questo punto, si decide di far scendere in pista la Safety Car. Tutti entrano a cambiar gomme... ma tutti tranne Hamilton che tenacemente resta aggrappato alla prima posizione. 
HAM - VER - VET - ALB - LEC
Al rientro della SC Verstappen si mangia Hamilton così come Albon si pappa Vettel, rendendo la cosa di fatto un filo imbarazzante per la vecchia leva. Per dimostrare che non c'è più rispetto per i vecchi, anche Leclerc decide di dare la caccia a Vettel. I due si prendono, si annusano, si sorpassano e contro sorpassano... fino all'epic moment del giro 66. Le due vetture giungono al contatto, sembrano solo appena sfiorarsi ma vanno in frantumi senza via di scampo. Leclerc sbraita come se non ci fosse un domani, Vettel chiede scusa ma sembra quasi soddisfatto del risultato. 
Nuova Safety car in pista, davanti ad un simile colpo di scena la Mercedes definitivamente non capiscono più nulla, fanno rientrare Hamilton e virtualmente sul podio si trovano VER - ALB e GAS... ma non è ancora finita qua! Al rientro della SC, a due giri dalla fine, Hamilton tenta il colpo finale, andando al sorpasso di Albon che, ancora una volta, tenta di farlo fuori. Hamilton ne uscirà ammaccato, Albon in testacoda, Gasly passa avanti, Hamilton può riprendere la sua corsa e a fine gara si prenderà anche la colpa dell'incidente. Giusto per solidarizzare un po' con l'amichetto Seb già a zonzo per il paddock a leccarsi le ferite. 
VER - GAS - HAM 
Barrichello alle interviste, grande festa per il podio di Gasly che, in qualche modo, riesce a prendersi la sua rivincita sulla Red Bull che lo ha declassato, Verstappen che vince ma che, ancora una volta, viene messo in ombra da tutto quello che lo circonda e commissari che non dormono mai. 
I colpi di scena non sono bastati?
Ecco la sanzione di Hamilton per il colpaccio su Albon, 5 secondi di penalità che lo fanno scivolare in settima piazza, Sainz sul podio a riciclare la bottiglia sbevazzata di Lewis, dietro di lui, egregiamente in zona punti, Kimi in quarta piazza e Giovinazzi in quinta. Il mondo può crollare ORA.

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