Non credevo di dover essere proprio io, in questo momento, a dover dire una cosa di questo genere. Ma a quanto pare. Rimangiatevi immediatamente ognuna delle critiche che state lanciando nei confronti di SebVettel, di Kimi Raikkonen e di tutto il cucuzzaro di rosso vestito.
L’incidente di SebVettel, lo schianto contro il muro, le imprecazioni in sei lingue differenti post botto e tutto quel lancio di ghiaia e sassi non sono altro che buona parte del motivo per cui questo mondiale 2018 ci sta entusiasmando tanto. Non so voi, ma lo stato delle mie unghie è al minimo storico. Se la tensione è palpabile per noi, chi può ben dire cosa sta accadendo a bordo pista?
Scivolone sotto la pioggia a parte, SebVettel resta uno dei più grandi piloti dei nostri giorni, quattro volte campione del mondo e tutto il resto. Ho sempre tifato per lui, prima che passasse al lato oscuro, ma non è che cambio opinione nei suoi confronti per questo motivo. Quest’anno non siamo ancora arrivati né al giro di boa, né alla pausa estiva e le sorti del mondiale, come abbiamo ormai già ben visto, possono ancora tranquillamente mutare da un secondo all’altro. Gara dopo gara, pole position dopo pole position. Severi ed ingiuste le critiche nei suoi confronti, così come severe ed ingiuste sono quelle piovute addosso a Raikkonen, reo di non essere stato al posto giusto nel momento giusto.
Cari miei, ma cosa volete da lui? Al momento giusto nel posto giusto c’era finchè non gli è stato intimato di togliersi dalle palle perchè quello dietro di lui scalciava neanche avesse il pepe sotto al sedere. Non è che prima gli si può dire di sparire e un secondo dopo, cambiare idea, ripensarci, pretendere da lui quello che stava offrendo un secondo prima.
E’ proprio a questo punto che quella benedetta seconda posizione nella classifica costruttori è del tutto meritata!
Una parentesi a parte deve essere dedicata a quelli che, all’esito della gara, se la prendono pure un po’ con Bottas, quasi a voler giustificare così quello che è successo in Ferrari. Beh, non è che sia proprio la stessa cosa. Prima di tutto perchè se vi mettete a paragonare un Bottas con un Raikkonen non avete capito niente della Formula 1 degli ultimi 15 anni. Mica per altro ma 15 anni fa Bottas non c’era. In secondo luogo perchè è ancora piuttosto rilevante distinguere un “togliti di mezzo” da un “manteniamo le posizioni”.
Nel primo caso eravamo a metà gara, con il futuro aperto davanti a noi, con un Vettel privo del giusto controllo della vettura, che già aveva spiattellato tutte le vecchie gomme, che non appena ha montato le nuove, invece di maturare giri veloci su giri veloci, come tutti gli altri che stavano montando gomme nuove proprio in quegli istanti, è tornato a spiattellarle a destra e a manca sbuffando in team radio perchè nessuno faceva niente per spianargli la strada verso la vittoria. Ci avesse provato mezza volta a fare un sorpasso.
Nel secondo caso eravamo in mezzo al caos più totale: Vettel, con le gomme spiattellate di cui sopra, era appena finito a muro dopo le prime quattro gocce di pioggia e stava ancora lanciando ghiaietta a bordo pista. Nella foga del cambio gomme improvvisato dall’ingresso della SC, in box Mercedes stava riuscendo nella epica impresa di autosabotarsi entrambe le vetture, il pit di Bottas è durato un’eternità, quello di Hamilton è saltato e, all’esito di tutta questa macabra vicenda, sono finiti in testa alla gara. Aveva davvero senso lasciare entrambi i propri piloti, di cui uno con gomma vecchia, su pista bagnata a lottare tra di loro quando stando buoni e fermi hanno portato a casa la testa delle classifiche? Si può veramente biasimare quel “smettetela immediatamente o vi straccio i contratti” mentre il fantasma di Nico Rosberg stava ancora girando indisturbato per il box?
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