domenica 11 dicembre 2016

Sull'asfalto acquoso una luna affilata

Questo post ha l'ingrato compito di essere quello con cui anche questo blog prende coscienza dell'abbandono di Nico Rosberg dal mondo della Formula 1. 
Ho voluto congelare la situazione per un po' perchè nella mia umile testolina, al di là delle inutilità di cui tratto su queste pagine virtuali, purtroppo, passano anche faccende un po' più serie. Ciò non toglie che, nell'ambito del futile, anche questa sia una notizia che mi ha, per un attimo soltanto, lasciato senza parole. 
Prima di tutto. Il momento in cui l'ho scoperto: grazie ad una notifica di twitter. Di quelle che ti arrivano quattrocento volte al giorno anche se hai chiesto \ supplicato \ intimato al signor twitter di smetterla immediatamente. Un minimo ti devono arrivare: ehi, Nico Rosberg ha pubblicato questo! - link - sai che novità. Era una settimana che ogni due per tre lanciava nell'etere pianti, risate isteriche, ringraziamenti, shoey di dubbio gusto (a questa faccenda dello shoey chiaramente non mi sono ancora arresa) e frasi fatte rivolte all'amico - nemico, rivale e compagno di squadra Lewis Hamilton. Insomma, era il suo momento, io non glielo negavo affatto, ma se si attende una mail importante e il telefono suona solo per informati dell'ultima sbornia di Nico Rosberg, un filo, ti possono anche girare.
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Tra l'altro, la possiamo smettere un minuto per indignarci per il fatto che Nico Rosberg, 31 anni all'anagrafe, per una sera ha bevuto un po' di più del solito, tra l'altro, a ragion veduta. Nel senso: c'era veramente qualcosa da festeggiare, sono piuttosto certa che non si sia messo al volante subito dopo (quello era prima, era prima!!) e se proprio la vogliamo buttare sull'inutile predica al pericolo per la salute, torno ad essere certa del fatto che uno sportivo a quei livelli debba necessariamente mantenere uno regime alimentare ed uno stile di vita migliore di quello di chi quelle stesse gare le guarda e le commenta, dal divano di casa sua, birretta in una mano e patatine dall'altra.  No, perchè allora Raikkonen al gabbio subito!
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Ma torniamo al centro della questione: notifica che suona sul telefono, che poi mi dicono che dovrei dire smartphone, ma io sono vecchia, certe cose non le so fare bene, Nico Rosberg, ho un messaggio per te. Accompagnato da una foto da pater familias, ripulito, sbarbato, pettinato dal salotto di casa sua, un pippone fin troppo lungo per vivere su un social in inglese o in tedesco, per i solutori più esperti. Opto per l'inglese, leggo tutto con attenzione, poi spengo lo schermo e tra me e me penso il mio inglese fa davvero schifo! Devo fare qualcosa.
Una nota positiva ed una nota negativa.  No, perchè... leggendo così sembrava quasi che stesse annunciando il proprio ritiro (e qua si aggiunga la grassa risata). Riaccendo lo schermo, riapro twitter. Ormai mi ero arresa al fatto che anche per quel giorno della mail che stavo attendendo neanche l'ombra. Su twitter tutti commentano lo scioccante ritiro dalle scene di Nico Rosberg. Nota negativa: era tutto vero. Nota positiva: il mio inglese non fa davvero schifo, cioè, solo un po'. Non è da buttare, non è peggio del solito. Non volevo credere a quello che stavo leggendo, non potevo credere a quello che stavo leggendo. Ancora dovevo celebrare per benino la sua vittoria e... mandiamo tutto all'aria così? Così senza il minimo preavviso, senza un cenno che potesse lasciar intendere quello che stava per accadere. La notizia ormai era rimbalzata ovunque. Chiunque l'ha commentata, chiunque ha espresso la propria opinione in merito: era vera senz'altro. 
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L'ho mai detto di essere fan da tempi non sospetti di Nico Rosberg? Sono una persona pedante, lo so. Però è facile diventare fan di qualcuno solo dopo che inizia a vincere qualcosa. Io, nel mio piccolo di persona piccola, ho incominciato ad osservare con un occhio di riguardo alle sue gare una decina di anni fa. Sia chiaro, non è che 10 anni fa fosse tutto così semplice, immediato e scontato. 10 anni fa i social network non ci avevano ancora fritto il cervello, non era così facile trovare qualuque cosa in qualunque momento su internet, anche se internet aveva già incominciato di brutto a metterci del suo. Molto era lasciato alla televisione e per televisione si intendeva, inevitabilmente, RAI. Ed in RAI ignoravano ed ignoravano ancor più tutto quello che non era Ferrari. 
La conoscenza di Nico Rosberg l'ho fatta, quindi, casualmente, su Italia 1, grazie a Studio Aperto. Che poi è folle, perchè Studio Aperto non ha mai preteso di essere una fonte di informazione, com'è possibile? Ed in effetti non lo so. Anche perchè quel giorno, era a pranzo, lo ricordo ancora, poco prima del gran premio capitammo casualmente su italia 1 in un rapito giro di canali e ci fermammo ad ascoltare quello che diceva questo ragazzetto biondo. Credo tenesse una rubrica in cui commentava gare, spiegava cose, girava per il paddock... e poi boh, perchè il realtà niente e nessuno mi potrebbe mai costringere a guardare Studio Aperto. Tutto il resto venne probabilmente grazie a Mazzoni, con le sue perle biografiche a casaccio, il padre campione del mondo (di cui io sinceramente non sapevo niente ed anche persone più grandi di me ne avevano dimenticato l'esistenza), la residenza nel Principato (ah, la famosa strada per andare a comprare il latte) e il fatto che parli sei lingue. A me questo manda in bestia. 
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Aneddoti a casaccio. Quindi, capiamoci, erano gli anni 2006 \ 2007, giù di là, non ho buona memoria in merito. Comunque molto prima che ognuno di noi potesse sfogare le proprie frustrazioni su twitter e molto prima che nascessero quelle congreghe infermali di tumblr. Presa dalla frenesia di offrire il mio contributo al mondo mi impegnai per un certo tempo nell'aggiornamento della pagina Wikipedia di Nico Rosberg, all'epoca ancora piuttosto scarna, per ovvi motivi. Al terzo conflitto sulla encicopedicità dei miei contributi ovviamente ho mandato in vacca l'intera faccenda. Da un lato non è che riesca a spiegare benissimo la mia frenesia, insomma, non è che fossi proprio una giovine adolescente (anagraficamente parlando) però mi allettava molto questa faccenda della pagina bianca su cui poter scrivere, sulla possibilità di mandare nell'etere certe informazioni e destinarle all'infinito. E poi, santo cielo: come poter dire che non è enciclopedico il sapere di Mazzoni? E' stato proprio sulla scia del progetto wikipedia che ha preso vita il mio blog. Insomma: tutte queste cose che mi frullavano per la testa dovevano materializzarsi in qualche modo. Dovevano sfogarsi da qualche parte. Una fonte inesauribile del mio inutile e scialbo sapere, in continua evoluzione, messa a disposizone del mio prossimo. Senza la rottura di palle di quelli che passano la vita a decidere se un contributo è opportuno che sia presente oppure no. Se qualcosa è nel mio cervello è certamente giusto che trovi, anche qui, il suo spazio.
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Una quotidiana guerra con la razionalità. Probabilmente le vere ragioni che lo hanno spinto al ritiro, a noi comuni mortali, non saranno mai rivelate. O forse fra due o tre anni non avrà più di che vivere e scriverà un libro per raccontarcelo. Oppure la sua vita sta per prendere la svolta decisiva, come quelli che mollano il lavoro per fare lo youtuber a tempo pieno. Un canale già lo ha, ai video vlogs già ci ha abituato, non gli ci vuole niente ad iniziare a fare qualche gameplay (ovviamente F1 2017 per PS4 console) o qualche draw my life. Nel frattempo non ci resta di accontentarci di quello che ci è stato detto: la felicità per il traguardo agognato per una vita e la volontà di andare avanti. Avere una vita tanto piena, tanto appagata già di per sè da avere la forza di rinunciare ad una cosa del genere, senza quell'ingordigia propria di chi una volta soddisfatto l'obiettivo, ne brama altri ed altri ancora. Insomma, non un passatempo della domenica, è qualcosa che ti riempe la vita da sempre ed in maniera costante. Non dev'essere una cosa semplice, molti ritiri illustri degli ultimi tempi ne sono la dimostrazione. Pippo Massa darebbe un rene per occupare quel posto ancora per un po'. Button, dopo 17 anni non è parso essere da meno, non parliamo di Barrichello o di Webber... insomma, tutta gente davvero spaventata per quello che sarebbe successo dopo. 
Una sensazione alla quale, comunque, nessuno di noi è estraneo. Penso ad esempio al giorno dopo la mia laurea. Cinque anni di dolore, sfociati in una grande liberazione, sofferta, pianta, goduta in pieno. Il giorno dopo, nel mio letto, ho aperto gli occhi e, tempo di capire che cosa stesse accadendo, mi sono domandata: e ora? Non avevo più idea di cosa fare della mia vita. Due ore dopo mi sono trovata camminare per il palazzo universitario con una scusa qualsiasi... e pensare che quello era l'epilogo inevitabile del mio percorso. Dopo la fine dell'università ed in ogni momento di disoccupazione che mi sono trovata a vivere in questi anni ho cucinato moltissimo, preparato torte, dolci, salate, fatto pane focaccia, ma anche ho cucito, letto romanzi russi, dipinto casa, disegnato. Per quanti interessi avessi prima della fine dell'università che ritenevo fossero rimasti schiacciati, niente è stato mai abbastanza dopo, tanto da trovarmi moltissime nuove attività. Avrei mai mollato l'università per dedicarmi al resto della mia vita? No, non l'ho fatto e, come molte persone che conosco, una volta uscita dal palazzo infernale, ci sono addirittura rientrata, per un altro paio d'anni di extra-bonus. Così. 
E' certamente vero che la Formula 1 è un progetto della vita a tempo determinato: non si può essere piloti per sempre, nessuno può, neanche Schumacher ha potuto, anche se ci è andato vicino. Tutto prima o poi deve finire, ma non deve essere facile accettarlo e, in ogni caso, perchè velocizzare i tempi? L'idea che al di fuori di tutto quello ci sia abbastanza altra "vita" da far prendere la decisione di stracciare contratti ed allegati a cuor leggero, se è vera, a me spaventerebbe molto. Perchè in fondo ci fa sentire tutti delle piccole persone, ovviamente parlo di tutti quelli che hanno criticato in qualche modo la sua decisione, perchè forse non saremmo affatto certi di poterci far bastare il "il resto" per essere felici. Forse troveremmo qualcos'altro... ma sarà davvero all'altezza? Io, per esempio, sarei spaventatissima di trasformarmi, entro un paio d'anni, in un raviolo come Montoya.
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Un'ultimo pensiero, infondo, deve andare alla moglie Vivian. Perchè se mio marito, per quanto adorabile, affettuoso e tutto ciò che vuoi, decidesse di andare in pensione e ciabattarmi tutto il giorno in giro per casa dall'età di 31 anni... credo che renderebbe davvero lungo e faticoso quel finchè morte non ci separi.

3 commenti:

  1. OMG, davvero Rosberg veniva preso in considerazione da Studio Aperto, secoli fa? Spero che li prendesse velatamente per i fondelli come faceva con la Stellina! XD

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    1. Purtroppo ne ho solo uno sbiaditissimo ricordo... ed in rete non ho trovato niente!
      Cmq non sminuirei troppo il potere della buona Stella e del suo asso di coppe :)

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  2. L'asso di coppe è stato il top dei top. XD

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