I quindici giorni che hanno preceduto il gran premio del Bahrain sono stati molto interessanti dal punto di vista degli argomenti maggiormente trattati in rete. Da un lato c'è stata la beatificazione di Bottas, in grado per la prima volta di affrontare la gara con un piglio deciso e portarsi a casa la vittoria tanto auspicata fino all'anno scorso. Si ha ancora un po' l'impressione che, nonostante la vittoria, nonostante il nuovo look, nonostante il ritrovato #respect in casa Mercedes, questa sia solo una fase, un caso fortuito, una buona stella che ha brillato per un istante ma che non continuerà (o non verrà fatta continuare) a brillare finchè un cinquevoltecampionedelmondo a caso condividerà con lui il box. Chi può dire come andranno a finire le cose? Forse l'unico davvero svantaggiato da questa situazione è Ocon, panchinato d'eccellenza, che da un insuccesso di Bottas non potrebbe che godere nella speranza di tornare titolare di un team d'eccellenza.
Dal punto di vista Ferrari gli animi sembrano stare a livello puro sconforto pur dimenticando che Melbourne è sempre stato un circuito poco favorevole al cavallino rampante, nonostante le vittorie degli scorsi due anni... con l'arrivo in Bahrain hanno, infatti, incominciato ad andare immediatamente meglio. Le velocità tornano ad esserci, i piloti reagiscono positivamente, gli animi tornano prepotentemente in alto fino all'esplosione di gioia assoluta sabato in qualifica.
Può essere che sia stato appreso quell'apparentemente semplice concetto del non gioire prima del tempo e, anche se le prove libere avevano già incominciato a disegnare quello che sarebbe stato il progetto che il destino aveva in serbo per le qualifiche, è stato solo con la conquista dell'intera prima fila da parte della Ferrari che si è scatenato il finimondo. Il cielo è tornato a dipingersi di rosso, il sottofondo le trombe hanno incominciato a prendere fiato per portare in trionfo la squadra, l'ego si è gonfiato e da lontano una voce ha incominciato ad intonare un motivetto che suonava più o meno così "campioni del mondo! Campioni del mondo!". Un trionfo incontrastato... se non fosse per quel piccolo interrogativo che non era possibile togliere dalla mente: ma non è che Vettel è veramente giunto alla frutta?
La prima fila era lì,rossa e incontrastabile, i distacchi dalle Mercedes (piazzate alle loro spalle) non hanno lasciato pensare neanche per un istante che le cose non sarebbero potute andare così... ma quella pole position di Leclerc un punto di domanda sopra alle nostre teste la ha disegnato.
Da un lato, ovviamente, la gioia incontrastata per aver trovato il nuovo messia, il nuovo bimbo prodigio, il talento rimasto nascosto fino a questo momento pronto a sbocciare e fiorire per noi. Il nostro salvatore arrivato fino a noi solo per riportare la scuderia al trionfo... forse dimenticando che non più di 15 giorni prima di essersi interrogati con la stessa foga sull'opportunità di averlo promosso anzitempo. Ma queste sono storie del passato: con la pole position del Bahrain il mondo è pronto a salire sul carro del vincitore. Quindi c'è l'altro lato della medaglia: non è che Vettel è definitivamente incapace di reggere il ritmo del più giovane compagno di squadra? Non è che investendo tutto su di lui per la conquista del mondiale si finire per regalare un altro titolo al nemico?
Con tutti questi dubbi ad occupar le nostre meningi è quindi arrivata la domenica con una delle gare più sorprendenti ed emozionanti degli ultimi tempi. Una domenica dove l'ordine di arrivo non ha avuto modo di stabilizzarsi fino alla bandiera a scacchi, peraltro sventolata in maniera magistrale da David Beckham.
LEC - VET - HAM - BOT
Allo spegnimento dei semafori LEC fa chiaramente passare VET andando a rallentare HAM in malomodo e favorendo quindi il passaggio di BOT.
VET - BOT - LEC - HAM
Bottas tenta fiun da subito di dimostrare che non è la barba a fare la differenza e, per non confermare neanche per sbaglio di essersi davvero meritato la vittoria della precedente gara, in men che non si dica si fa sorpassare senza mezzi termini tanto da Leclerc quanto da Hamilton che, a questo punto della storia, non ha voglia di giocare al compagno di squadra perfetto.
Nel frattempo nelle retrovie Stroll e Grosjean si autoeliminano tra di loro: finiranno in ultima piazza a lottare contro i moscerini ma nessuna sanzione gli è rivolta dai piani alti. Piani alti che, probabilmente sono decisamente più interessati a gustarsi la gara ed assistere al momento storico in cui Leclerc all'urlo di io sono più veloce di lui si riprende di prepotenza la prima piazza sorpassando Vettel e tutti suoi quattro titoli mondiali. Tutti gli occhi sono su di Vettel... e sulla distacco che prende in tempo 0, mentre Hamilton gli si avvicina pericolosamente.
LEC - VET - HAM - balle di fieno che rotolano - BOT
Se non fosse per tutto quello che succederà successivamente in pista, credo che noi oggi saremmo tutti qua a commentare il fatto che al box Mercedes abbiano nuovamente cannato drammaticamente la strategia gomme di Hamilton. Una faccenda che alla fine non si è dimostrata neanche particolarmente influente ma deve necessariamente essere letta insieme a tutte le altre strategie gomme cannate negli ultimi tempi e forse impensierire un pochino gli addetti al muretto.
Note di colore di intermezzo: Giovinazzi sbatte fuori Kviat, poi Gorsjean si ritira per altri problemi meccanici. Secondo ritiro in due gare, ci tiene particolarmente a candidarsi già per il mio personale domani è un altro giorno.
Al primo cambio gomme Hamilton è riuscito a portare casa un bel undercut su Vettel... undercut che, alla fine dei conti, non è servito a niente visto che in tre giri netti Vettel lo ha risorpassato con prepotenza. Da un lato Vettel con delle gomme un po' più dure in grado di reggere (c'è chi dice fino alla fine della gara ma non credendoci neanche lui), Hamilton su gomma morbida performante per cinque secondi netti per poi portarlo, inesorabilmente, a perdere tempo come un dannato giusto per non tornare per davvero a ricambiare gomme a tre giri di distanza.
Quindi: secondo cambio gomma. Vettel resta davanti indisturbato ma, finalmente, Hamilton può dargli battaglia: lo raggiunge e tenta il sorpasso. Combattono come veri campioni del mondo a confronto, sempre perfetti, mai scorretti ma senza risparmiarsene una. Una danza armoniosa andata a concludersi con l'inaspettata piroetta di SebVettel.
Il replay dell'accaduto è impietoso: nessun contatto tra le vetture, Vettel ha piroettato autonomamente. Ha perso il controllo delle vettura e la posizione in pista. In men che non si dica la sua Ferrari gli imploderà sotto al sedere: scintille e alettoni vaganti. Un terzo rientro ai box, con cambio gomme cambio musetto si rende necessario prima di rientrare in pista in mezzo al traffico per risalire faticosamente la corrente... tutto questo mentre Leclerc solo indisturbato stava portando a casa la gara.
LEC - HAM - balle su balle di fieno che rotolano - BOT
Cos'è che dicevamo all'inizio? Mai cantare vittoria prima del tempo. Ad undici giri dalla fine anche la Ferrari di Leclerc inizia ad implodere. Il pilota lamenta un guasto al motore, perde tempo ma forse non è tutto perduto. Riesce a riprendere la marcia... ma la riperde poco dopo. I doppiati iniziano a sdoppiarsi e la Mercedes di Hamilton è sempre più vicina. Si avvicina e lo supera. Anche Bottas, invitato a darsi una svegliata per l'occasione, riesce a raggiungerlo e superarlo.
HAM - BOT - LEC - VER
L'unica cose che riesce a parare la caduta e impedire di precipitare dal podio è la disfatta Renault. Un doppio spegnimento simultaneo delle due vetture, avvenuto peraltro alla stessa curva, che riesce, oltre a buttare alle ortiche un doppio posizionamento iridato, a far entrare in pista la SC giusta al momento giusto da impedire a Verstappen di avvicinarsi troppo e attentare al podio.
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