- Ci vediamo da Daniel... prima o poi... -
Girovagando per l'internet mi sono imbattuta in Blue Coast Brewing, "azienda di cibo e bevande", come si definiscono loro, evidentemente specializzati in birre, che annovera tra i suoi co-fondatori Daniel Ricciardo e Jenson Button. Una Coulthard non-David e altri sportivi a casaccio. Azzardo che, essendo passata dal loro sito anche un paio di giorni fa, la situazione sembra essere particolarmente in fermento proprio in questi giorni, posto che Button, da quelle parti, non appariva neanche in foto.
Interessante anche il fatto che sotto il nome Button abbiano omesso di indicare la professione: cazzeggiatore su instagram? Esperto di tendenze? Dog-sitter?
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- You're doing it right, Lewis! -
Quest'anno era mancata fino a questo momento la magia, quel brivido intenso che sale ogni volte che leggi che Hamilton ne ha fatta un'altra delle sue. Qualche cazzatella gossippara per la quale il mondo si ritrova tutto contemporaneamente a parlar male di lui. In mancanza di veri colpi di testa, ora che si muove in chiave zen, ha provato a sfoggiare quelche look demmerda, ma non è mai abbastanza. Per quello ormai ci ridiamo su.
Eccolo quindi aderire ad una nobile causa ma nel peggiore dei modi, riuscendo a non tirarsi dietro consensi ma infamia, a farsi cazziare invece che lodare per la capacità di essere comunque sempre attivo anche dal punto di vista sociale. La battaglia è nata altrove, oltre oceano, è nata in mabito di football americano, con i giocatori (di colore) che si inginocchiano durante l'inno, quale gesto di protesta contro una certa politica razzista e inaccettabile portata avanti dall'attuale presidente degli USA. Di tutta risposta Trump, dimostrando - se ancora ce ne fosse bisogno - che la protesta ha anche un senso, gli ha dato botte di idioti. La lotta anti-Trump nel mondo dello sport si è espansa a macchia d'olio fino a sfondare il muro dello spettacolo e della musica. Ovviamente Trump non accenna ad ammorbidire la sua posizione e la manifestazione di dissenso si sta facendo sempre più prepotente.
Quindi arriva Lewis Hamilton che, per dare la sua adesione alla causa, pubblica su instagram il filmato di un cane che 'gioca' con un pupazzo di Trump. A parte il dettaglio che io ho dovuto leggerlo che si trattasse di un pupazzo raffigurante Trump o, visto così, non ci sarei mai arrivata... il mondo è insorto. Ribadisco: dal mio punto di vista era poco più di un video degno di paperissima, forse di un cinepanettone con Boldi e De Sica, eppure la sensibilità del mondo è andata in subbuglio e, dopo che l'ufficio stampa Mercedes è stato presso letteralmente d'assalto, è stato costretto a rimuovere il video.
Posso affermare che l'unico che, in questo contesto, ha dato una risposta sensata è stato Sergio Perez, altro pilota che in più di un'occasione si è esposto contro le affermazioni e politiche attuate da Trump, l'unico che ha preso posizione sulla faccenda ribadendo che come "personaggi" con una certa visibilità abbiano il dovere di prendere posizioni su determinate tematiche? Nessun'altro ha potuto dire la sua? Anzi, il ruolo peggiore della situazione lo assume proprio la FIA che disincentiva certe prese di posizioni politiche e che potrebbe essere proprio alla base della cancellazione del post.
Detto questo, pure Hamilton, una volta che ha ragione di muoversi in maniera un po' meno controversa?
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- Happy Birthday to you -
Sembrava ieri che Verstappen aveva 17 anni e tutti gli mangiavano la faccia per il debutto affrettato in Formula 1... ed oggi compie 20 anni. No, vabbè. Ma era ieri veramente. E io ancora mi domando perchè sia qui e non sia a scuola. Perchè non poter aspettare che imparasse a guidare prima di metterlo al volante di un bolide con il quale giocare a fare il serial killer ... però mi sta simpatico per quella barbetta che ancora timidamente non cresce. E per la couperose che gli imporpora il volto ogni volta che qualcuno gli rivolge la parola.
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- La cena dei cretini -
Vestirsi demmerda è un'arte, lo sa bene Lewis Hamilton che, dopo essere stato alla NYFW ha deciso di puntare alla Milano Fashion Week, certo di non aver capito bene la lezione. Si è ammazzato di selfie in giro per milano, ha tentato di stupire tutti con post in italiano ed è andato a cena con la sua solita combricola di amici ricconi. Per dire che al tavolo c'era anche Naomi. Quella Naomi. Per dire.
Essere a Milano, spararsi mille selfies in piazza Gae Aulenti ma mangiare schifo perchè non si è stati in grado di ordinare qualcosa di meglio che patatine fritte e pizze Buitoni, non ha prezzo, per essere a Milano, spararsi mille selfies in piazza Gae Aulenti ma non mangiare perchè i tuoi amici ricconi nel momento in cui hanno ordinato si sono dimenticati di quella fisima-veg che ti ha assalito ultimamente, c'è Mastercard.
PS: qualcuno spiegi ad Hamilton che le patatine fritte sono un piatto vegano per eccellenza.-:-
- A.A.A. cercasi PR -
Il PR manager della Ferrari ha bisogno di un PR manager dopo aver dato il meglio di sè a Singapore. Avete presente quel "tutto colpa di Verstappen" che ormai è diventato una sorta di MEME in giro per la rete? Una sparata talmente sparata che, ad un certo punto della sua vita ha smesso di essere un vero atto d'accusa per andare a ritorcersi contro, ad essere un motto per le buone occasioni, un marchio di fabbrica posto da chi vuole anticipare che ne andrà a sparare una ancora più grossa. Ecco. Da qualche parte deve essere partita, nel caso di specie è partita dagli stessi box Ferrari che, nel veder fatti fuori entrambi i propri piloti in un gesto solo sono per forza dovuti andare a cercare un capro espiatorio, respingendo ogni farsa di politically correct. Mica per niente raramente il profilo ufficiale Ferrari partecipa alle allegre schermarglie tra Force India, Renault e tutta quella allegra combricola... questi fanno sul serio.
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- Il ricordo preferito di Lewis -
Anno 2013, Hamilton era alle sue primissime gare in Mercedes e, all'improvviso un lapsus freudiano tornando simbolicamente tra le braccia di mamma McLaren, sbagliando ingresso ai box. He just did a Jenson.
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- SebVettel ruba il copione di Alonso -
Sabati insoliti in terra malese. Per una McLaren che entra senza troppa fatica in in Q3, con un Alonso che non riesce a trovare buoni motivi per insulare nessuno al muretto, perchè la vettura non fa completamente ribrezzo, perchè il motore non ha iniziato a fumare e la carrozeria non perde minacciosamente pezzi... ecco SebVettel che ruba il copione al suo predecessore. Non c'è niente da fare: le carriere di Alonso e Vettel sono inevitabilmente legate tra di loro, non c'è via di scampo. E per un Alonso che per una volta non si sgola in team radio... c'è un SebVettel che fa rabbrividire tutti all'urlo di No Power! Costretto a partire dalle retrovie come un Alonso qualsiasi...
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- Kvyat defenestrato -
Per un Sainz che vorrebbe sfondare la barriera del suono e passare quanto prima in Renault, senza che Palmer sia ancora del tutto convinto del fatto che questo gli convenga veramente, ecco un Kvyat che viene appiedato senza troppe carinerie. Ma Kvyat non può per cortesia essere stupo di farsi prendere a calci nel sedere da questa gente? Prima il declassamento in Toro Rosso, la poca convinzione nel volerlo confermare per la stagione ma la concreta mancanza di alternative poi, alla prima occasione buona, gli tolgono il sedile da sotto al sedere e lui muto, senza fiatare. O ha seriamente qualcosa da farsi perdonare o è mobbing. Rispolveriamo l'antica battaglia sindacale combattuta in suo favore e facciamoci sentire... anche perchè... prestazioni in pista del sostituto? Non pervenute?
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- Alonso sfonda pareti -
Gossip succoso: a Singapore, dopo i fattacci in gara, qualcuno pareva aver rilevato un buco in una parete dell'hospitality McLaren. 15 giorni dopo il mistero è stato risolto: è stato Alonso. Ha sfondato un muro a pugni. Abbiamo rabbia repressa? Ti sembra normale per davvero davvero davvero?-:-
- Verstappen non vuole essere sandwiched -
Vedere Kimi Raikkonen ridere e scherzare non ha prezzo, per veder Kimi Raikkonen ridere e scherzare con Verstappen sulla carambola di Singapore c'è Mastercard. Questo giusto per dire che tutte le super carambole che ci facciamo dietro ad un evento di quel genere è solo roba che nasce, cresce e corre tra i giornalisti e i commentatori della domenica. Io, essendo sempre in ritardo, mi ritengo persino declassata a commentatrice del lunedì \ martedì... insomma quando capita. A quelli non frega niente di niente di quello che succede in pista, hanno comunque lo stipendio sul conto e se la gara salta hanno almeno due ore in più per fare i turisti prima che parta l'aereo. Battono le manine per divertire il pubblico... e noi ci divertiamo. Amen.
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