- Force vs India -
Basta commenti sgraditi e sgradevoli nei confronti dell'operato dei due Force IndiaS! Sono gli unici che hanno messo in scena uno spettacolino quantomeno interessante all'occhio del pubblico. Giusto per non condannare l'intero gran premio alla noia assoluta delle prime file. Perez e Ocon hanno dimostrato al mondo come funzionano le cose quando i due compagni di squadra sono lasciati veramente - veramente per davvero - liberi di lottare tra di loro. Quando uno dei due non si sveglia alla mattina con uno stimolo di generosità. Quando uno dei due non ha diritto di stare davanti... ma ancora cinque giri. Allora altri cinque però poi basta. Perez e Ocon hanno sotto al sedere una vettura decente, niente power unit Honda, niente di precario modello Red Bull, e sono abbastanza giovani e intraprendenti da non preferire accodarsi pur di arrivare in fondo, devono dimostrare ora, in questo momento della carriera quel che possano fare. E quel che possono fare lo fanno... e se uno dei due finisce a muro: yeah! Lo spettacolo ci guadagna.
I miei nervi quando hanno visto entrare in pista una Safety Car un po' meno, ma questo solo perchè sono debole di cuore.
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- Raikkonen -
Esaurita la fase caritatevole della sua settimana, Raikkonen si è ritrovato a partire dalla quarta piazza, dietro a Bottas e ai due contendenti al titolo. Non un granchè... considerando che dietro c'erano le due RedBull scalpitanti. Soprattutto perchè Ricciardo aveva appena terminato di insegnare l'italiano a Verstappen e questo, dall'alto delle sue nuove certezze, cercava di scappare il più lontano possibile.
Unico momento degno di nota della sua gara è stato il momento in cui ha deciso di ignorare la bandiera gialla esposta per il ritiro di Verstappen sperando di farla franca. Inevitabilmente questo folle piano è andato a buca e lo hanno sanzionato con 10 secondi di penalità... che poi questa faccenda dei 10 secondi sta diventando ridicola, perchè si è un po' persa la misura del secondo. Insomma... 10 secondi cosa significa? E' grave? Non è grave? Quindi questo è pari al gesto di Vettel a Buku. Però è meno grave della prima Force India che si è schiantata per la prima volta contro l'altra Force India (lì soli 5 secondi di penalità).
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- FerMando Alonso -
E' chiaro subito a tutti come Alonso in vacanza si sia divertito un sacco, riposato e rilassato... oppure no! Perché oggi non se le è tenute per nessuno.
Peccato perché non era neanche partito male: 11esimo in griglia, settimo allo spegnimento dei semafori. Ovviamente si è trattato di un fuoco fatuo perché in men che non si dica lo hanno sorpassato un po' cani e porci... e tutto questo è stato classificato come "imbarazzante, davvero imbarazzante". Dopo un altra serie di team radio infuocati, conclusi intimando al muretto di tacere fino alla fine della gara, questi gli hanno spento la vettura da remoto obbligandolo a tornare ai box e ritirarsi.
Assoluta nota di demerito alla regia internazionale che non è rimasta ad osservare quello che stava accadendo dentro a quel box prima di cambiare inquadratura. Neanche stessero accadendo grandi cose in pista. Male, male, male! Qui c'è gente che vuole sapere quante teste son saltate.
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- Verstappen -
Trovatosi (nuovamente?) a festeggiare il suo gran premio di casa con un caschetto sobrio e poco appariscente, è caduto nella trappola del cambio di casco. Scusatemi, ma io è dai tempi di Belgio 2011 (qua - e c'è anche la gara se serve) che ripeto il mandra trasmessomi dal vecchio e saggio Ivan Capelli: cambiare casco porta sfiga! E' un principio che ripeto e faccio mio, anche nel mio piccolo, non cambiando il design del casco del motorino da molto prima di quella vicenda. Anche in questo caso, come fu per quell'altra vecchia gloria dello Zio Mickey, anche Verstappen non fa in tempo a scendere in pista che la vettura di ribella al suo strapotere e lo abbandona a bordo pista. Non solo porta sfiga cambiare casco, ma è ancor peggio se questo è brillantinato \ metallizzato \ fosforescente \ imbarazzante.
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- Vettel... a cui manca solo un giro -
Sono seriamente indecisa. Non so cosa pensare di questa gara di Vettel. Da un lato c'è il fatto che la sua Ferrari abbia fatto schifo, in fatto di tempistiche, per l'intero week end: già il fatto che sia riuscito a partire (grazie Kimi!) e arrivare (ar-rigrazie Kimi!) secondo è un gran merito.
Dall'altro lato il fatto che la Mercedes di Hamilton non ha dimostrato alcun valore aggiunto in pista. Forse Hamilton sì, che ha retto bene e non ha fatto errori, però non è mai riuscito a scappare come faceva gli scorsi anni. La volta in cui Vettel ha avuto il magiore distacco questo è stato di 2 secondi: in sostanza, un'intera gara attaccato al suo deretano e non sei riuscito a fare niente di più? 44 eterni giri di inseguimento e neanche un tentativo di sorpasso. 44 giri ad un secondo e mezzo di distanza, un distacco freddo, calcolato, fatto giusto in modo perchè nessuno da dietro mirasse alla sua posizione ma senza prendersi alcun rischio per fare un balzo in avanti. E magari ha fatto anche bene perchè ha ancora 7 punti di vantaggio su Hamilton in classifica generale ma... intende veramente andare a vincere il mondiale calcolando il rischio minore, non sorpassando se proprio non necessario e amministrando il vantaggio?
No, perchè io ricordo - e non era affatto tanto tempo fa - l'anno in cui la Ferrari (Alonso, ndr) chiuse la prima metà di campionato con 40 punti di vantaggio sul secondo, vaneggiando in termini di "amministrazione del vantaggio", per perdere inesorabilmente tutto... ed anche un po' di più... proprio dal Belgio in poi. Giusto in tempo perchè Vettel (all'epoca l'altro) riuscisse a portarsi a casa il titolo mondiale. Questa stagione sta lentamente andando ad assumere sempre più i tratti di quella là.
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- Hamilton in botta -
Definitivamente una buona gara, impeccabile, anche senza l'appoggio di una vettura che fa la differenza. Ormai è chiaro che sono la Mercedes e la Ferrari, insieme, a fare la differenza su tutte le altre... tra di loro: su una pista è meglio l'una, su altra pista è meglio l'altra. In questo caso: forse leggermente meglio Mercedes, ma in qualifica. Hamilton ha raggiunto la pole con le sue forze, Vettel ha avuto bisogno della scia di Raikkonen, ed anche in quel caso non gli è andata meglio che stare a due decimi di distanza. Per quanto riguarda la gara devono tutti ringraziare la posizione in cui sono partiti. Un paio di testa a testa, durante le ripartenze, in cui Hamilton ha retto un po' meglio e l'incertezza, sino all'ultimo giro di come sarebbero potute andare le cose.
Poi sono arrivati al traguardo e solo una cosa è apparsa agli occhi di tutti: Hamilton era completamente in botta. Tremava, era nervoso, non riusciva a stare fermo un attimo e quasi era incredulo anche lui di essere riuscito ad arrivare in fondo e vincere. Vettel ha tentato di parlare un attimo prima di salire sul podio ma questo fissava il vuoto. Sul podio durante gli inni, ho tentato di contare il maggior numero di secondi in cui riusciva a stare fermo: non sono mai arrivata a tre. E si tocca i capelli. E saluta la mamma. Uno, due. I capelli di nuovo. Uno. Indica qualcuno tra la folla. Stira la piega della tuta. Uno, due, due e mezzo. Un saluto. Di nuovo la tuta. Di nuovo i capelli, sì denuncia il parrucchiere, quel taglio fa pena, concordo. Prende il cappellino. Blüh im Glanze dieses Glückes, blühe deutsches Vaterland.
Domanda da un milione di dollari: di questo passo reggerà alla sfida fino alla fine della stagione?
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- Ma Bottas? -
Ma c'era anche lui? Partito terzo, autore di una gara piuttosto anonima. L'unico momento in cui ha dato segno di esserci è stato dopo la ripartenza della Safety Car, quando è finito sull'erba dopo un piccolo parapiglia a tre con Raikkonen e Ricciardo, perdendo la posizione su entrambi. Ottimo.
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