domenica 5 aprile 2020

Monaco 1996 - Gara

Qualcuno potrebbe aver pensato di mandarmi una frecciatina. Qualcuno che ha sentito quello che avevo da dire circa il fatto che del Gran Premio di Monaco 2020 potremmo non sentire affatto la mancanza e ha tirato fuori proprio un Gran Premio di Monaco per l'operazione F1Rewind - detta anche F1Nostalgia. Se per trovare l'ultima volta in cui la gara è stata vagamente interessante siamo dovuti tornare indietro fino al 1996 probabilmente un po' di ragione ce la dovrei pur avere ma... ora siamo qua. Quindi...
Benvenuti a Montecarlo, la dove una volta ha vinto pure Olivier Panis
Sono trascorsi 10 anni da quel Gran Premio australiano eppure ci sono cose per le quali sembra che ancora non ci formalizzi più di tanto. Tipo la quantità di gente che affolla la pit lane assolutamente sprovvista anche della più precaria forma di protezione personale. Ma anche le vetture che si fermano a bordopista e lì possono restare fino alla fine dei giorni, perlomeno si usa far sventolare le bandiere gialle... ma queste sono rette da marshall che proprio a bordopista trascorrono l'intera gara e, insieme a loro, fotografi, cameraman e un'altra vasta platea di esseri immortali. O quantomeno convinti di esserlo. 
Il pole position troviamo Michael Schumacher al suo primo anno in Ferrari, fresco reduce dei due titoli mondiali in Benetton è convinto di poter conquistare il mondo. Per le leggi della fisica che ancora regolavano il mondo sul suo musetto aleggiava il numero 1 e, di diritto, il 2 era impresso, senza merito alcuno, su Eddie Irvine, collocato solo il settima piazza. A completare la prima fila Hill su William Renault e, dietro di loro, Jean Alesì sulla Benetton di Briatore
La partenza ha un nonsochè di misterioso. I potenti mezzi della formula 1 anni 90 hanno fatto in tempo a mostrarci le vetture ma, mezzo secondo dopo, tempo che le stesse siano uscite dal raggio d'azione della telecamera fissa, potrebbe essere successo di tutto che noi non ce ne saremmo accorti. In realtà è successo di tutto, perchè Hill beffa Schumacher, si piazza in prima posizione e prende il largo. Nelle retrovie vediamo un Verstappen, perchè a quanto pare sono destinata ad avere sempre un Verstappen davanti agli occhi ad angustiarmi la vita, si schianta a muro e più o meno stessa sorte tocca anche a Fisichella e Barrichello, ma questo ci viene solo raccontato. 
Prima della gara ha piovuto, nel momento in cui si spengono i semafori rossi la pista è ancora bagnata ma il sole alto nel cielo trae molti in inganno, molti sottovalutano le condizioni della pista. I primi giri si trasformano in una vera e propria moria delle vacche, inaugurata dalla più prestigiosa tra tutte, anche se in quel momento forse non era ancora chiaro a nessuno, Michael Schumacher che sfracella la propria vettura contro un guard rail ancora prima di concludere il primo giro. 
HILL - ALESI' - BERGER - IRVINE
Al decimo giro è Berger (Benetton) il primo a rientrare ai box per il primo pit stop. Gli fanno benzina ma non cambiano le gomme: la sua vettura ha dei problemi e dopo la sosta più lunga del creato il suo ritiro è ufficiale. 
La terza piazza tocca quindi di diritto a Eddie Irvine, anche se a 27 secondi di ritardo da Alesì, a bordo della Ferrari superstite che fa da tappo davanti alla Benetton di Frentzen e, come fossero un trenino, davanti anche a tutti gli altri. Dall'inzio della gara Frentzen ha tampinato Irvine da molto vicino ma solo dopo 20 giri che hanno fatto scendere fiumi di latte alle ginocchia degli spettatori, giusto per non farsi prendere per il culo, ha deciso di rompere gli indugi e tentare il sorpasso. Al primo tentativo non ci riesce, scodinzola un po', ci riprova e, dulcis in fundo, è Coulthard a farsi beffe di lui. Frentzen ai box a far finta di avere un problema tecnico che giustifichi il mancato sorpasso e Coulthard si mette all'inseguimento della Ferrari, anche se manterrà sempre una dignitosa distanza di un paio di secondi. Irvine può tirare un sospiro di sollievo. 
Tornato in pista dopo il ritocco, Frentzen scivola in ultima posizione dietro a Badoer ... BADOER ... e di lui perderemo le tracce fino alla fine della gara. 
In questo momento in pista sono solo in 12. 
Al 29esimo giro Hill entra ai box per il suo pit stop. Alesì si ritrova in prima piazza e con lui forse anche la speranza che la gara finisca in questo istante. Hill ha gomme buone, nuove e da asciutto, perfette per le condizioni della pista che, ormai, è praticamente asciutta. Si pappa Alesì in un sol boccone e anche lui si convince ad andare al pit stop. 
Dopo il giro di pit stop del gruppo di testa la situazione è la seguente: HILL - ALESI' - IRVINE - PANIS. 
Oliver Panis fino a quel momento della stagione aveva raccimolato un solo punto iridato e davvero pochi di più nel corso delle precedenti due stagioni a bordo di una Liger motorizzata Renault. Si ritrova così ad un momento storico della sua vita: a mezzo secondo dalla Ferrari, pronto a salire virtualmente sul podio. Giusto per essere sicuro di non perdere l'occasione, al 34esimo giro prende Irvine e lo sbatte fuori pista e, la cosa divertente, è che da queste parti pare non si usi ancora voler sanzionare un pilota per una cosa di questo genere. Quindi, mentre Panis prende la sua strada verso la vittoria, Jean Todd è al muretto Ferrari e guarda la scena con la faccia di uno che realizza in quel momento di aver assunto due imbecilli. Irvine non si sa bene come convince un commissario a rimetterlo nella giusta traiettoria e vorrebbe ripartire. Qualcuno si domanda se tutto questo sia lecito e nel dubbio il pilota riesce a far rotolare la vettura fino al box. Gli incipriano il naso ma le operazioni non convincono nessuno, due meccanici ravanano all'interno dell'abitacolo a quattro mani: se non ci fosse dentro anche il pilota questo non sarebbe neanche un grosso problema. Al momento in cui sembra che siano pronti a ripartire la vettura di spegne. A quanto pare non è un problema neanche questo: la riaccendono e parte, Irvine torna in pista ultimo ma decimo. 
Siamo al giro 39 e parte in questo momento il cronometro davanti all'evidenza che nelle due ore regolamentari la gara non potrà affatto concludersi a regola d'arte. 
All'improvviso il colpo di scena: la vettura di Hill che ha dominato fino a quel momento, prende fuoco e il pilota è costretto ad abbandonarla a bordo pista e tornare ai box a piedi. Alesì non crede ai propri occhi. 
ALESì - PANIS - COULTHARD - HERBERT
Alesì ha talmente tanto vantaggio a suo favore da entrare al box al 53esimo per il suo secondo pit stop e tornare in pista indisturbato ma mentre lui inizia ad assaporare la vittoria sugli spalti qualuno inizia ad aprire l'ombrello. Forse quello non era il momento adatto per rientrare?
Nelle retrovie Villeneuve, Salo e Hakkinen litigano per la quinta piazza e, con gran sorpresa, Irvine, nonostante i due giri di ritardo, non è più ultimo. Peggio di lui solo Badoer... BADOER...
All'improvviso Alesì torna ai box, terzo ingresso che gli compromette sicuramente la gara. Briatore non la prende benissimo mentre Panis si domanderebbe anche che fine abbiano fatto tutti quelli davanti a se ma preferisce non approfondire. Alesì torna in pista per un ultimo disperato tentativo ma dopo un giro è già di ritorno e il suo ritiro è definitivo. 
PANIS - COULTHARD - HERBERT
DC vede rosso come i tori: si mette all'inseguimento di Panis mentre ancora mancano 16 minuti e 15 giri. 
Per rendere l'intera situazione ancora più interessante a 10 minuti dalla fine Villeneuve finisce contro una barriera nel tentativo di doppiare Badoer che prende il volo e concluderà la gara una curva dopo. Villeneuve tira avanti qualche giro in più ma è evidente che non sia destino che veda la bandiera a scacchi. E siamo a sette vetture in pista. 
Lo strike finale arriva nel momento in cui a 6 minuti dalla conclusione inizia a piovere e Irvine perde il controllo della sua vettura. Finisce in testacoda e Salo gli si incastona tra le costole e, negli stessi istanti, Hakkinen dietro di lui. Il finlandese lancia il volante e si scaglia fuori dalle vettura, insegue qualcuno, o qualcosa, ma anche di questo non ci è dato sapere. L'attenzione torna in pista dove nel frattempo si è conclusa la seconda ora di gara. Da lontano inizia a sventolare la bandiera a scacchi e il miracolo si compie. Oliver Panis conclude la sua gara ottenendo la sua prima (e ultima, ma questo lo diciamo noi con il senno del poi) vittoria in carriera, davanti ad un ancora giovanissimo David Coulthad ed alla Sauber di Johnny Herbert che conquista in quest'occasione gli unici quattro punti della stagione.

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