mercoledì 3 giugno 2020

Belgio 1998 - Gara

Spa Francorchamps, correva l’anno 1998 e fuori pioveva, accidenti come pioveva, come veniva giù. La SC si è fatta un paio di giri in pista ancor prima dell’inizio della gara giusto per capire come si stavano mettendo le condizioni ma forse nessuno poteva dirsi effettivamente pronto a quello che stava per accadere.
HAK COU HIL MSC
Si segnala in 17esima posizione anche la presenza di un Verstappen a caso, non per essere scaramantici ma sembra una combinazione potenzialmente letale. La maggior parte dei piloti opta per partire con gomme full wet, tra gli originali a tutti i costi troviamo Schumacher che punta sulle intermedie.
Già durante il giro di ricognizione le cose non fanno presagire niente di buono. Il pubblico sugli spalti non ha ombrelli aperti, probabilmente non piove per davvero in questo momento ma le vetture sollevano nuvoloni di acqua tali da andare ad offuscare la vista di chi le segue.
Allo spegnimento dei semafori rossi la prima vettura che vediamo rompere le file per tentare il colpaccio è Eddie Irvine, dalla sua quinta posizione. Va a sinistra, a momenti colpisce Schumacher, va destra, perde l’attimo, zig zagga per benino, ma entra nel mucchio del gruppo di testa.
Chi supera la prima curva vince tutto, perché è la seconda a fare veramente la differenza. Dalla nube che a quel punto circonda la pista vediamo una McLaren partire per la tangente, finisce contro un muro, rimbalza in pista e tutti quelli che stavano dietro accartocciarsi l’una sull’altra nella speranza di riuscire a schivarsi. Ovviamente è impossibile, in men che non si dica la pista si trasforma in un campo di battaglia, lamiere ovunque e piloti che escono da ogni lato. Qualcuno corre via, qualcuno zoppica, Barrichello apparentemente gode di ottima salute ma viene inseguito da un dottore. Arriva l’auto medica e vengono esposte le bandiere rosse per risparmiare alla SC anche il disturbo di tornare in pista. Io realizzo quanto Trulli da giovane assomigliasse a Liuzzi. Jean Todt si smuove di persona per andare a recuperare quel che rimane di Irvine. Si aggiunga che sulle tute Ferrari fa bella mostra di sé il marchio di Tommy Highfigter. Le altre vetture si vanno a sistemare sulla griglia di partenza sperando che questa sia la volta buona.
Seguendo un regolamento che sinceramente sfugge al mio controllo tutti i piloti, salve pochissime eccezioni, sono nuovamente pronti a scattare dalla griglia come se niente di tutti quello che è successo prima fosse mai accaduto. E’ una partenza nuova di zecca, hanno tutti ripreso le posizioni della qualifica e viene anche compiuto un nuovo giro di ricognizione grazie al quale avere come un senso di dejavù.
Quindi
HAK COU HIL MSC
Partenza analoga per le due Ferrari che non brillano per originalità, decisamente meglio per Coulthard che quantomeno non viene attratto dal guarrail come un magnete, decisamente meglio per Hill che alla prima curva riesce già a lottare con Hakkinen per la prima posizione, mentre la sua piazza viene insediata anche dalla Ferrari di Schumacher ed in men che non si dica si ritrova in testacoda calpestato da tutti quelli che vengono dopo. Le due Ferrari lottano tra di loro per la seconda piazza, mentre Hill prende il largo. Hakkinen si allontana dalla pista sconsolato, mentre Coulthard, giusto per non smentirsi, con mezzo giro di ritardo finisce fuori pista e contro un muro in compagnia di una Benetton. DC non si arrende, torna in pista ma è evidente che abbia già consumato almeno 3 delle sette vite a disposizione. Scafety Car in pista mentre aspettiamo di sapere se Schumacher la potrà far franca o in qualche modo Hakkinen avrà la sua vendetta.
HIL MSC IRV ALE
Villeneuve non impiega un solo minuto prima di attentare alla posizione di Alesì ed uscirne vincitore. Tra l’altro Verstappen nel frattempo è già in decima piazza ma credo che di emozioni per oggi ne abbiamo avute già abbastanza. Schumacher si mette immediatamente all’inseguimento di Hill, mentre Irvine con un poco più di ritardo insegue tutti e due. In ogni caso, le cose più interessanti succedono alle loro spalle, là dove Villeneuve, Alesì e Frentzen accendono duelli tra di loro con sorpassi, controsorpassi e scivolamenti repentine.
Ancora prima del decimo giro Schumacher è giunto a mezzo secondo di distanza, anche agevolato da qualche curva allega di Hill. Ciò nonostante il tedesco tituba, esita, prende le misure e nel momento giusto prende il bersaglio al primo tentativo. Allo stato dei fatti Irvine appare evidentemente aver perso moltissimo terreno sulla coppia di testa e di certo non può sperare di emulare l’impresa del compagno di squadra molto in fretta.
MSC HIL IRV FRN
Nel frattempo inizia a piovere, Verstappen accosta e parcheggia e Irvine sfonda la propria vettura contro le barriere. Hill perde moltissimo terreno sul tedesco che, sotto la pioggia, trova il proprio elemento. Metaforicamente con la coda tra le gambe o, meglio, con l’alettone sotto le ruote riesce ad arrivare fino al box per montare un nuovo musetto prima di rientrare in pista in nona posizione. Nello stesso tempo Takagi esce dai giochi finendo anch’egli contro le barriere.
MSC HIL FRN ALE
Alesì coglie la possibilità di vedere un podio da vicino e ci si lancia, soprattutto quando le prestazioni di Frentzen iniziano a rallentare visibilmente. Giunti al 16 lunghissimo giro, inizia il valzer dei pit stop, prima Schumacher e poi Hill, quindi tutti gli altri. Villeneuve non regge all’emozione di essere rimasto da solo in pista e anche lui perde il controllo della vettura e finisce contro le barriere. Schumacher torna quindi agilmente in prima posizione e la gara può tranquillamente fare il suo corso mentre il biondissimo Villeneuve è costretto a tornare a casa a piedi.
MSC HIL RSC ALE
Superato il 30esimo giro la distanza tra Schumacher e Hill è giunta a 30 secondi il che è veramente imbarazzante. Alle loro spalle tutto tace e oggettivamente per tornare a provare un minuto di emozione dallo svolgimento di questo gran premio abbiamo dovuto attendere il doppiaggio di Diniz da parte di Schumacher quando i due sono addirittura finiti al contatto anche se senza particolari conseguenze per nessuno dei due. Irivine, giunto intanto in sesta piazza, si è ricordato di essere al volante di una Ferrari e si è messo all’inseguimento di Frentzen. Eppure le disavventure al doppiaggio di Schumacher non sono ancora finite. Il momento è stato in grado di entrare nella storia non tanto per l’incidente in pista in sé quanto per quello che è successo dopo.
Siamo in mezzo a nuvoloni densi e fitti di pioggia, Schumacher non si rende conto di avere David Coulthard davanti a sé, forse non lo vede proprio, forse non realizza quanto questo sia vicino. Uscendo da una curva se lo ritrova davanti a sé e l’impatto è inevitabile. Il tedesco sfonda la propria vettura nel suo posteriore, torna al box con sole tre ruote ma all’epoca non era considerato un gesto imprudente. Parcheggia malamente nel proprio posto auto e carico dell’adrenalina rilasciata in corpo dall’aver trascorso l’ultimo mezzo giro a pensare alla vittoria appena sfumata si lancia al di fuori dell’abitacolo e all’inseguimento di Coulthard, anche lui rientrato per andare a parcheggiare qualche box più in là.
Ci sono uomini in rosso che lo inseguono, tentano di fermarlo ma la sua furia è inarrestabile. Al box McLaren Coulthard, per scrupolo, anche se a conti fatti ancora una manciata di quelle vite di cui sopra dovrebbero essere al suo attivo, ha ancora il casco in testa. Anche gli uomini d’argento cercano di mettersi in mezzo, Schumacher non può permettersi di aver fatto tutta quella sceneggiata, di essere arrivato fin lì per arretrare, è costretto ad entrare ai box, chiaramente dice qualcosa, anche se da lontano, al collega, si fa mandare a benedire di tutta risposta con una gestualità inedita per un inglese ma ben significativa per un italiano, e torna a casetta. Verstappen jr, molti anni dopo, per molto meno è stato mandato a servizi sociali ma queste sono quelle sfumature di colore che difficilmente si comprendono con il senno del poi.
HIL RSC ALE FRN
Irvine, in pista, non ci sta. Non ci sta a vedere il proprio compagno di squadra sempre al centro dell’attenzione e pretende anche lui di avere i suoi 15 minuti di celebrità: una manciata di giri dopo l’uscita di scena del suo compagno di squadra lo segue perdendo il controllo della vettura e tornando a distruggerla contro le barriere. Per non rischiare di essere mandato nuovamente in pista come le precedenti volte, a questo giro abbandona l’abitacolo in una via di fuga e si allontana silenziosamente. Gli uomini di maranello possono decisamente abbassare la serranda e archiviare questa giornata piena di emozioni.
Quando Fisichella distrugge la propria vettura andando ad impattare violentemente su Nakano, abbandonandola in mezzo alla pista tra le fiamme, siamo al 26esimo giro ed è quello il momento in cui viene fatta entrare la SC e Hill torna ai box per il proprio secondo pit. Con lui anche Alesì.
HIL RSC ALE FRN
Probabilmente toccati dalle parole di Schumacher, o forse intenzionati ad utilizzare tutte e sette le vite, gli uomini McLaren hanno trovato la forza emotiva di rimettere in sesto ancora una volta la vettura di Coulthard e, approfittando della SC, mandarlo in pista nella speranza che riesca almeno a vedere la bandiera a scacchi.
I piloti possono tornare a gareggiare solo al 32esimo giro quando la SC rientra e Hill torna ad essere liberissimo di entrare male nella maledetta prima curva nella quale già più volte all’inizio della gara, ai bei tempi in cui ancora c'era da litigare con Schumacher per la prima posizione, era già entrato allegramente. Schumacher, l’altro questa volta, tenta proprio in quel punto di avere la meglio sul compagno di squadra ma, apparentemente, per ora la reputazione è salva.
HIL RSC ALE FRN
Mancano 12 giri alla conclusione di questa sconclusionata gara e Schumacher, quello sbagliato, non pare ancora essersi arreso all’idea di non poter vincere. La verità è che alle loro spalle è altresì pronto ad aggiungere pressione alla situazione Alesì, distaccato di una sola manciata di decimi di secondo. La verità è che anche per gli ultimi 12 giri di questa gara non succede un grancgè, Alesì va a perdere terreno, e Schumacher detto quello sbagliato sa bene che per vincere una gara c'è bisogno di ben altro. Tipo non essere la pecora nera della famiglia. Hill torna così a vincere un gran premio, anche se in maniera roccambolesca, il primo dai tempi in cui si è portato a casa il titolo mondiale e l'ultimo della sua carriera.

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