domenica 10 settembre 2017

I dieci fatti buffi di Italia 2017

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Raikkonen su Force India

Mi rendo conto che questi post stanno iniziando tutti con la perla dei giorno di Kimi Raikkonen, però, almeno a questo giro, la colpa non è mica sua. E' del team che, tanto per cambiare, gli rema un po' contro facendolo ripartire dai box giusto in tempo per schiantarsi contro la Force India in arrivo. Eppure il vecchio li ha fregati tutti: i riflessi sono ancora buoni. Force India scansata, per poco. E Madonna che ha tirato giù in team radio censurata dalla FIA. Perfetto.

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Marchionne is on the table

Cari amici ferraristi, non sforzatevi di capire cosa non andasse sulla Ferrari di domenica scorsa. E' lo stesso team a non aver capito cosa possa esser successo e, francamente, credo che pecchino un po' di ingenuità. All'inizio hanno temuto la pioggia, promettendo che sull'asciutto le cose sarebbero andate meglio. Poi è arrivato l'asciutto e... sempre meglio di una McLaren (come direbbe Alonso). 
Ingenui che non sono altro: il vero problema è la presenza di Marchionne ai box, opera subdolamente ma incessantemente. E per tutti quelli che "e allora in Ungheria?". C'è una spiegazione scientifica anche per questo: una controforza del male, ostinata e contraria ma, soprattutto, ancora più potente: il padre di Hamilton ai box Mercedes. Due forze opposte l'una delle quali in grado di battere l'altra: lì Marchionne non ha potuto far altro che soccombere, in favor di Ferrari. E non venitemi a dire che non credere a queste cose e che son tutte superstizioni: la verità è davanti agli occhi di tutti.

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FerMando's Karma

Ci sono un paio di elementi che abbiamo già preso in considerazione, il fatto buffo del giorno è quello che ancora ci sfugge. Abbiamo saputo tutti del fatto che Alonso è riuscito a rompere anche la vettura storica con la quale compiere la sfilata per le vie di Milano. Così come abbiamo avuto tutti il sentore che Alonso se la sia presa vagamente con Palmer per aver ostacolato con ogni mezzo, più o meno lecito, il suo quasi sorpasso. Si è anche accanito contro i piani alti rei di non aver sanzionato Palmer abbastanza... però, abbiamo un però.
Dopo la rottura della vettura della parata fu recuperato proprio dalla vettura di Palmer, che gli diede un passaggio fino a casa. Namastè. Olè.

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La grafica impazzita

Tra le varie peripezie delle qualifiche monegasche io ricorderi anche la grafica impazzita. Chiaramente deve essere entrata un po' d'acqua nei folli circuiti del sistemone che, dopo essere partiti con tre ore di ritardo ha donato a tutti grandi perle di saggezza continuando a riportare tempi a casaccio. Impossibile riuscire a capire chi fosse lì lì per la pole, come mai qualcuno avesse fatto un tempo tanto basso se non tagliando curve e, quindi, se era veramente destinato a perdere il tempo cronometrato in favor di qualcun altro... e via così. Un bel lavoro insomma.

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Hamilton percula Valsecchi

Una delle piaghe di questa stagione 2017 è l'inevitabile intervista estemporanea che colpisce i tre piloti più veloci in qualifica una volta scesi dalle loro vetture: ma proprio appena appena scesi, ancora con il casco in testa, senza dargli modo di bere, lavarsi la faccia, grattarsi la schiena nella privacy della loro stanzetta: un vero e proprio agguato da cui, sinceramente, non ho ancora visto uscire niente di davero interessante se non piloti che, per amor di contratto, cercano di rispondere alle fesserie dell'intervistatore di turno mentre con una mano staccano cavi, cavetti, cateteri che lo legano all'auto e con l'altra tengono il casco e via discorrendo. A Monza Lewis Hamilton si è trovato con una doppia sorpresa all'arrivo: da un lato la 69esima pole in carriera, dall'altro Valsecchi che lo accoglie urlando come un matto e dando in escandescenze zompettando da un lato e dall'altro. Hamilton che, avrebbe voluto sembrare davvero davvero felice per il traguado ottenuto ma resosi conto che niente di quello che avrebbe mai potuto fare avrebbe mai ragguagliato il livello di euforia che in quel momento Valsecchi aveva in corpo, lo guarda ed esclama: "Vedo che sei molto carico".

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Ricciardo likes 'em vulnerable

Mentre Ricciardo stava competendo per il podio, il giro veloce, il record di sorpassi in gara e il titolo di "driver of the day" ... ha segretamente combattuto anche per l'ambito "team radio of the day"  approcciandosi spavaldamente ad uno di quei sorpassi che, per dirla alla Ivan Capelli, era un vero sorpasso, "non un sorpasso come quelli che si fanno con il DRS". Perchè anche Ivan Capelli, in barba a Mazzoni&soci è segretamente un fan di Ricciardo. Agli altri piace simpatizzare per il team di casa, per quelli di rosso vestiti, di Ivan spesso emerge questo lato un po' sovversivo, che ci tiene a distinguersi dalla massa. Grande Ivan, uno di noi!

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Palmer, non dire le parole del gatto!

Una generazione allo sbando: i giovani d'oggi cresciuti tutt PC, telefonini e playstation sono tutti dei cafoni irriconoscenti, non hanno alcun rispetto degli anziani e non li aiutano più ad attraversare la strada. E'questa la verità. Qui c'è un uomo, che dall'alto della sua età e della sua esperienza cerca di fargli notare con garbo ed educazione che certe cose non è carino farle: non è educazione e non fa bene allo sport. Se lo dice lui che è il miglior pilota degli ultimi 250 anni sarà pur vero... eppure quel piccolo ingrato di Palmer, sceso dalla sua vettura, invece che ringraziare il veccho saggio per il consiglio, replica con stizza: Fernando not very happy about it but i don't care
Che poi, Fernando chi? Cos'è questa confidenza? Si dice "il signor Alonso", rispetto ci vuole nella vita, rispetto!

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McLaren a tema

Bella questa scelta lungimirante e strategica del team McLaren che, avendo già capito da un pezzo come sarebbe andata a finire la gara per le sue vetture ha optato per un look sobrio ed elegante ma, soprattutto, ecologico: in grado di essere riciclato alla prima occasione utile. Eccoli infatti vestiti da commissari di pista: in questo modo non appena la vettura li vorrà abbandonare, in qualunque punto della pista essi si trovino, non ci sarà bisogno di attendere l'arrivo dei marshall per il recupero della vettura: ci possono pensare loro direttamente. 
Un'idea interessante quella di trovare un secondo lavoro a questi piloti che, diciamocelo, lavorano due week end al mese, quando va bene: hanno un mucchio di tempo libero. Tanto più questi piloti, nello specifico, che in McLaren non hanno davvero la certezza di poter lavorare ogni volta. In questo modo è possibile tirare su qualche sommetta per provvedere a qualche miglioria extra budget.

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Hamilton telefono casa

Momenti epici da podio: il miglior pubblico del mondo che fischia il vincitore, Hamilton che parcula i ferraristi che lo fischiano, Hamilton che si caccia giù dal palco perchè non può scendere come le persone normali dalla porta dalla quale è entrato... e poi c'è stato il lancio del telefono. Arrivato così così sul palco, giusto per non perderci quel momento di ego-vanità che al giorno d'oggi pare imprescindibile del selfie dall'alto. E della diretta instagram in comunella con il compagno di squadra proprio mentre Vettel parla, giusto per sviare l'attenzione di quelli sotto che intanto già ti odiano.

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Tutta colpa dell'asfalto

Fermi tutti, perchè questa non la avevamo ancora sentita. Alonso, sempre dall'alto della sua esperienza e della scienza indotta da vecchio saggio del quartiere, ha trovato cosa c'era che non andava a Monza. Non era tutta colpa della sua vettura, non era colpa del motore Honda, e, men che meno, non era colpa sua, visto che è il miglior pilota degli ultimi 250 anni. Tutta colpa dell'asfalto: questi italiani balordi che hanno riasfaltato la pista non raggiungendo gli standard qualitativi che questa operazione avrebbe richiesto. Maledetti loro. No, perchè con l'asfalto giusto avrebbe vinto. (qua la vera notizia)
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