lunedì 29 marzo 2021

Bahrain 2021 - Gara

Benvenuti in Bahrain, là dove il mondiale 2021 è pronto a scattare dalla linea di partenza mentre noi ancora ci interroghiamo se tutte queste carte che sono state cambiate in tavola aiuteranno ad una modifica degli equilibri generali o se, veramente, tutto è cambiato perchè nulla cambi. 

Con le due Williams di Russel e Latifi pronte a scendere in pista, anche gli indugi del primo sabato di qualifiche sono stati rotti. Subito dietro di loro Mazepin a bordo della sua Haas, uno che appena sceso in pista non ha potuto far altro che andare immediatamente in testacoda, giusto per farsi vedere e per ricordarci che mesi e mesi di #Mazepout in realtà non sono serviti a niente. 

"Money is the king" è il motto con il quale 12 mesi fa stava pretendendo di prendere il via in Australia il mondiale 2020. La frase, pronunciata da Lewis Hamilton durante la conferenza stampa inaugurale, diventata talmente iconica da dare il nome al primo episodio della terza stagione di Drive To Survive. Sono passati 12 mesi, prendiamo atto della presenza in pista di Marzepin e constatiamo che nulla effettivamente sia cambiato. 

Piroetta oggi, piroetta domani, le qualifiche del neo pilota Haas (e del suo prestigioso compagno di squadra, in tutta onestà) comunque non durano molto. I tempi in pista non gli danno modo di andare molto lontano dalle ultime posizioni, con grande gioia e soddisfazione della Williams che, almeno per quest'anno, sembrano non aver già prenotato la posizione. A salvare il team americano dalle retrovie il ritorno di uno dei grandi classici della passata stagione, quell'irresistibile frenesia di prendere Vettel e sanzionarlo a morte, per quello che ha fatto o per quello che ha pensato di fare. O per quello che avrebbe potuto fare se solo gli fosse stato dato modo di farlo. Forse avrebbe potuto e dovuto frenare, forse no, le bandiere gialle non erano esposta ma avrebbe comunque dovuto rispettarle, anche se c'erano più o meno tutti dietro al russo pronti a scattare per il loro miglior giro. 

C'è chi canta al miracolo e chi non si fascia la testa, chi si loda e chi si imbroda. In qualifica molti sono quelli che ci stupiscono con effetti speciali, molti altri quelli dai quali ci si sarebbe aspettati di più. Le Alpha Tauri a combattere tra le prima posizioni sono una piacevole sorpresa, ad un Alonso nuovamente in mezzo ai piedi a rompere le uova nel paniera forse non ero veramente pronta, ma in ogni caso nelle prime tre posizioni ci siamo nuovamente trovati Verstappen e le due Mercdes. Unica nota di meraviglia il fatto che in pole ci sia KidMax, al quale nel frattempo ha iniziato a crescere la barba. Altra nota di colore il fatto che Leclerc sia riuscito con un ultimo colpo di reni ad aggiudicarsi la quarta piazza. 

VER HAM BOT LEC

Giusto perchè sia evidente a tutti quali siano le posizioni da rispettare in pista, dopo aver già visto in qualifica la vettura di Sainz spegnersi improvvisamente e senza una ragione, ecco anche Perez a bordo della sua novella RedBull arrancare durante il giro di ricognizione. La vettura si spegne, gli è concesso andare in pit lane e partire da lì mentre gli altri compiono un secondo giro di ricognizione ed il compagno di squadra si appresta a scattare dalla pole. Tra l'altro da qua a breve assisteremo anche ad un pit stop fallito a casa Mercedes ai danni di Bottas, sempre per rimanere a tema.

Già il primo giro di questa nuova stagione riesce a fornirci grandi emozioni. Se da un lato abbiamo le due vetture in prima fila che riescono a mantenere le proprie posizioni, senza impattare tra di loro e senza eccessiva competizione, subito dietro di loro parte la battaglia Bottas / Leclerc che, per la cronaca, riesce clamorosamente ad essere vinta da Leclerc anche se il bel gioco dura poco. 

Degno di nota la gara di Mazepin, iniziata esattamente nel momento in cui si è andata a concludere, ovvero alla prima curva contro un muro. Perchè non tutto nella vita può essere acquistato con i soldi del papi, papi che sarà al settimo cielo per l'ottimo investimento. Safety car in pista e genuino sconcerto per la bellezza inaspettata per la nuova Safety Car Aston Martin verde smeraldo. E pensare che c'è ancora chi ha provato ad emozionarsi per la SC rosso-ferrari sfoggiata in Italia durante la passata stagione.

Le Mercedes intanto non restano ferme a guardare questo neo-strapotere RedBull e tentano il colpaccio sulla strategia. Sanno che chi non ha gambe deve avere testa e sanno anche di avere il pilota giusto al momento giusto. Hamilton vede così anticipare di molto il primo pit stop rispetto al rivale e, in una manciata di giri, riesce a guadagnare abbastanza da impensierire il muretto RedBull. Questo sembra essere costretto a forzare il rientro di Verstappen già al 17esimo per limitare il ritardo sul leader della gara che a questo punto è Lewis Hamilton

La RedBull marcia dignitosamente, giro dopo giro Verstappen non ne sbaglia una, si avvicina, lentamente ma inesorabilmente. Hamilton sa di non avere molte speranze in serbo nel momento in cui si avvicinerà troppo... ma c'è ancora un pit stop a disposizione per giocarsi la gara. Stessa strategia anche per la seconda sosta.

Le Red Bull non sembrano impressionate. Verstappen regge clamorosamente bene la pressione, la gara è lunga e l'affidabilità della sua monoposto non lo impensieriscono. Chiaramente la sua vettura è più veloce della Mercedes e, pur fermandosi dopo Hamilton, pur rientrando in seconda posizione, è certo che le cose potranno volgere a proprio vantaggio grazie alla prestazioni della vettura e alla differente strategia gomme. Hard per Hamilton, Medie per Verstappen, gomme medie con le quali dare il tutto e per tutto negli ultimi 15 giri. 15 giri per andare a recuperare tutto il distacco da Hamilton, che nel frattempo monterà delle Hard spremute al massimo per guadagnare il maggior vantaggio possibile nei primi giri della loro vita, raggiungerlo e superarlo.  

Sulla carta il piano sembra perfetto. A cinque giri dalla fine effettivamente l'olandese arriva nel tubo di scarico dell'inglese e la tentazione di chiudere gli occhi è fin troppo forte. Lewis entrà in modalità "Hammer Time", in team radio tuona "Leave me to it Bono", metaforicamente abbassa la visiera del casco ed ingaggia la battaglia. Un settevolte campione del mondo vs un bambino prodigio un po' troppo cresciutello. Gli animi si tendono, la pressione aumenta, i rispettivi muretti trattengono il fiato, Verstappen si appresta a sorpassare ma, fra i tanti, sono i suoi i primi nervi che cedono. Riesce a superare ma tagliando la pista. Per indole personale non lo farebbe mai ma il muretto gli intima di restituire la posizione e ripetere l'operazione. Facendo un bel lavoro, possibilmente. Hamilton non ci vede più dalla fame, si galvanizza, riprende il proprio posto in prima posizione ed anche qualcosa in più. Riporta Verstappen fuori dalla zona DRS, giusto un giro per raffreddare gli animi e le vetture prima di rimettersi all'attacco. Versteppen vuole quella vittoria, vuole quel primo posto, ma i metri che lo separano dalla bandiera a scacchi sono sempre meno. Dal punto di vista di Hamilton l'ultima curva sembra non arrivare mai, poi finalmente eccola all'orizzonte e dopo di lei il rettilineo. Poi finalmente i fuochi d'artificio in cielo decretano la fine. E' finita! E' fatta!

HAM VER BOT NOR

Una prima posizione portata a casa battendo un altro record, uno dei pochi che ancora non si era portato a casa, quello del maggior numero di giri conclusi in testa ad una gara. Tutto questo mentre Verstappen si mangiava il cappello per quello che sarebbe potuto essere, mentre a Bottas veniva dato il contentino del pit stop estemporaneo all'ultimo giro per portarsi a casa il punto del giro veloce e Vettel tornava ad essere sanzionato per l'ennesima piroetta, questa volta portata a casa ai danni di Ocon. 

Tra le cose belle della giornata la vera battaglia condotta in pista tra Vettel, Alonso e Raikkonen. I primi due soprattutto, mio malgrado, hanno dato grandi gioie dimostrando al pubblico di che pasta sono fatti i veri campioni del mondo. Un lungo inseguimento, una serie di sorpassi e controsorpassi da far venire e brividi e sciogliesi dalla nostalgia per i tempi passati. Un duello nel quale per un breve momento è stato coinvolto anche Raikkonen e per il quale tutti metteremmo quattro firme se solo ci promettessero di ripetere lo spettacolo da qua alle fine della stagione. Una tenerezza infinita se solo ci si ferma a riflettere sul fatto che stavano veramente lottanto con le unghie e con i denti per l'ottava posizione. Sette titoli mondiali aggrappati alla sola speranza di riuscire ad entrare in zona punti e... SPOILER: quello arrivato più vicino all'obiettivo è proprio Vettel che i punti li ha presi sì, ma di penalità. 

Altra cosa positiva della giornata: la conferma che, nonostante l'inattività, il mio amuleto anti-Alonso ancora funziona alla grande. Si era probabilmente galvanizzato un po' troppo in fase di qualifica, entrando in Q3 e piazzandosi nono ma, per fortuna, gli equilibri del mondo si sono ristabiliti nel momento in cui al 32esimo giro è stato costretto al ritiro per problemi tecnici.

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