mercoledì 5 febbraio 2020

2019: dieci buone ragioni per ricredersi. O forse no.

Ogni anno che inzia porta con sè tanti buoni propositi, intenzioni che valgono la pena di essere portate avanti con costanza, iniziative che devono essere assunte. Ogni anno che finisce porta con sè un inevitabile carico di delusione, di promesse non mantenute, di propositi di cui si è perso il controllo una volta che è finita la festa. Prima di galvanizzarci per questo 2020 probabilmente è il caso di fare il punto della situazione su ciò che è andato male e ciò che non è stato portato a termine per provare ad analizzare le delusioni e capire su cosa ci dobbiamo impegnare di più quest'anno.
Insomma: andiamo a rivedere quelle dieci buone ragioni per cui un anno fa non vedevamo l'ora che la nuova stagione iniziasse e appuntiamoci a penna ciò che è andato storto.

Waiting 2019: 10 buone ragioni per cui non vedere l'ora che inizi!


1 - Vedere Leclerc mettere sotto pressione Vettel. Non no effettivamente certa del fatto che ciò a cui abbiamo assistito si possa definire mettere sotto pressione. Di sicuro qualcuno a questo tedesco è andato a rompere le scatole, complice una certa mala gestio dade in Ferrari che sicuramente avrebbe dovuto mettere in chiaro prima dell'inizio della stagione le regole del gioco, invece che lasciare i due a prendersi per i capelli in pista. Che poi Vettel mi sta anche diventando calvo... e questo è sintomatico circa la sorte della stagione.
All'esito della stagione non posso che rammaricarmi del fatto che il Principato di Monaco abbia davvero un inno nazionale e non abbiano dato un microfono a Rosberg perchè improvvisasse qualcosa nel momento del bisogno.
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2 - Assistere alle solite false partenze Made In Mercedes. Invece no. Una stagione talmente piatta ed incapace di emozioni che non ci ha permesso di vedere neanche l'ormai tradizionale sfaso iniziale di Mercedes/Hamilton, con tanto di previsione fessa di Rosberg certo che Hamilton sia in grado di tirare fuori le unghie nel momento del bisogno e autocelebrazione anticipata da parte dei concorrenti in rosso.
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3 - Capire se Bottas è capace a riscattarsi. Missione riuscita? Parliamone! 
Un anno fa stavamo facendo affidamento sul fatto che Bottas avesse deciso di adottare un cane, ma non ha mai preso il secondo, che si fosse fatto crescere la barba, ma non si è mai fatto neanche una treccina. L'asso nella manica di questa stagione è l'abbandono del tetto coniugale in favor di maggiore concentrazione necessaria per far fuori lo scomodo compagno di squadra... ma all'esito del 2019 possiamo dire che si sia riscattato? 
Lo abbiamo visto in almeno un paio di occasioni in testa alla classifica iridata, ma la gloria non è giunta intatta sino al giro di boa di Barcellona. Lo abbiamo visto vincere molte più gare, ma perderne altrettante in maniere assurde. Qualcuno ha davvero credo che fosse possibile un suo sorpasso iridato ai danni di Hamilton o siamo addirittura giunti al punto di credere più probabile un colpo di scena alla Vettel 2010, mentre tutti gli occhi erano puntati su Alonso e Webber, ad opera di una Ferrari?
Personalmente un filo di delusione nel momento in cui gli è stato rinnovato il contratto l'ho provato. E il fatto che questo benedetto contratto, anche questa volta, sia stato rinnovato per una sola stagione la dovrebbe dire lunga su quanto ci credano persino all'interno del team. 
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4 - Piangere sotto al primo podio di Hulkenberg. Abbiamo pianto, ma non sotto al suo podio. Abbiamo dovuto salutarlo, stringergli la mano, confidare che questo non fosse un addio ma solo un arrivederci ma sono solo illusioni di gente che spera. Gente che soffre all'idea di un sogno infranto. Gente che ha vissuto intensamente un'epoca promettente per vedersela sfumare via dalle mani...
Addio Nico, addio! Non ti dimenticheremo mai.
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5 - Constatare l'efficacia delle pene alternative. La maturazione non è ancora completa ma abbiamo fatto passi da giganti. KidMax Verstappen durante questa stagione ci ha dato modo di pensare che, della propria punizione, non avesse capito un cavolo ma da uno che a 17 anni era in pista invece che sui banchi di scuola non è che possiamo pretendere un granchè.
Non so come, ma inizio ad essere ottimista circa le sue concrete possibilità di concludere un'intera stagione senza combinare guai, senza litigare con nessuno, senza pretendere di essere il leader maximo di questa cippa. Insomma. Forse la trasformazione in Alonso 2.0 non è ancora ultimata ed in qualche modo reversibile.
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6 - Contare i giorni che mancano al gran rientro in scena di Alonso. Quanto tempo ha impiegato Alonso per pentirsi della scelta? Questo non è dato saperlo. Quante volte durante tutto il corso della stagione ha dichiarato che, in fondo, non è ancora troppo tardi per un rientro in formula 1? Decisamente troppe, troppe perchè possa essere preso sul serio, troppe perchè pure lui, alla soglia dei 39 anni, ne sia convinto. Insomma: gallina che canta probabilmente non farà mail il brodo ma, nel frattempo, si è impegnata a guidare qualunque cosa gli passasse a portata di mano, compreso il furgoncino dei gelati che passa sotto casa sua. L'unico posto in cui chiaramente non è intende tornare è la Ferrari, neanche per sbaglio, neanche sotto impulso di quella maledetta nostalgia canaglia dei bei tempi andati in cui cambiava una fidanzata ogni fine settimana, ancora risultava credibile ai più quando gli veniva detto di essere il miglior pilota degli ultimi 150 anni. Ed è così che è riuscito a soprassedere allegramente alla grande festa per i 70 gloriosissimi anni della scuderia di Maranello, la grande festa che è riuscita ad immobilizzare la città di Milano per un week end, riportando sul palco a sfilare per la massa tutti gli ex piloti storici. Tutti. Da Kimi Raikkonen vestito a lutto a Luca Badoer che di gare ne ha corse solo due... e da dimenticare. Da Eddie Irvine con il golfino sulle spalle a Fisichella il cui ruolo principale è stato quello di parlare con Stella Bruno. Tutti tranne lui, ovviamente. Che non ha neanche fatto finta di inventarsi una scusa decente, trovandosi comodamente a Monza negli stessi momenti... ma chiuso a chiave dentro ad uno stanzino McLaren prendendosi il merito dei successi di Lando Norris.
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7 - Attendere la reazione di Ricciardo. Lo abbiamo già detto parlando di Hulk: i podi Renault quest'anno si sono visti con il binocolo. Nico è sventurato di suo... ma anche Ricciardo non è che ci si sia impegnato più di tanto. Una stagione intera passata a cercare di capire dov'era e come ci era finito là sotto. Una stagione iniziata nel peggiore dei modi, tra errori di distrazione e colpi di sfortuna. Ricciardo non ha creduto in questa stagione... e forse è questa la vera reazione.
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8 - Ascoltare dalla viva voce di Kubica "va bene così, grazie". Non l'ha detto con la sua viva voce, ma solo perchè lui è una persona educata. In realtà ci sarebbe stato da voltar le spalle alla nave che affonda ben prima della metà della stagione... ma i presupposti per sperare in qualcosa di meglio oggettivamente non c'erano, sicuramente non è rimasto deluso. La prestazione della Williams a tratti a rasentato il ridicolo. Le sue prestazioni rispetto a quelle del compagno di squadra, che comunque navigava in pessime acque, hanno rasentato l'illegalità. Tipo i pensionati è pure riuscito a portare a casa un punto iridato. Ci sono miracoli nell'aria.
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9 - Cantare a squarciagola per primo l'inno di Mameli. Ma quale inno! Qui con Giovinazzi in pista è tanto se ancora ci vantiamo di avere un pilota in pista invece che strappargli la cittadinanza a morsi. Rispetto al compagno di squadra i risultati sono stati assolutamente deludenti: con un Kimi Raikkonen che lo ha asfaltato per 3/4 della stagione mi domando persino come sia riuscito ad ottenere un rinnovo ma, evidentemente, quella vaghissima ripresa sul finale, deve aver dato speranza a qualcuno. O forse non hanno trovato un altro disperato come lui disposto a tenere quel posto per l'intera stagione.
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10 - Eleggere definitivamente il nuovo top teamradier. E' evidente che trovare qualcuno che possa eguagliare i grandi successi del caro Fernando sarà molto difficile... e ancora ci siamo molto lontani. Però deve chiaramente essere un titolo a cui molti stanno puntando. Il più smarcato di tutti è Bottas, che ha tirato un vaffa alla prima gara e, visto che nessuno pareva ricordarsene, qualche gara dopo è tornato con una maglietta con su stampata la citazione. Che abbiamo tutti continuato ad ignorare perchè... wow! Bottas who?
Ci ha fatto sognare parecchio Kimi Raikkonen, giunto pacificamente al punto della sua vita in cui non gliene frega più niente e, tra un that guy e l'altro, modi carinissimi per far capire al proprio prossimo di non essere niente di meno che uno dei tanti pivelli che si è trovato sulla strada in tanti anni di carriera, ha battezzato anche una Force India...o come cazzo si fa chiamare adesso.
In ogni caso, credo che il mio preferito della stagione sia stato Lando Norris con il quale, quantomeno, se proprio non si riescono a trovare delle citazioni imperdibili, ci siamo fatti due risate.  Like, forever?


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