lunedì 23 luglio 2018

Gran Premio di Germania 2018 - Gara

Probabilmente tutto ha avuto inizio a Silverstone, proprio nel momento in cui si sono spenti i semafori, Raikkonen si è schiantato su Hamilton ... ma di tutto questo abbiamo già parlato. Quello che in realtà abbiamo un po' tralasciato è che, alla fine della gara, con Hamilton sul podio, terza piazza dietro i Ferrari boyz, che, prima ha parcheggiato la macchina e se ne è andato, ignorando di brutto le interviste di rito, poi ha ignorato Raikkonen andato a stingergli. Il bello della scena, in ogni caso, lo abbiamo avuto post-gara, durante la conferenza stampa, quando Hamilton, pacatamente ma ai microfoni di mezzo mondo si è domandato quale sia la strategia Ferrari se gara dopo gara l'obiettivo sembra essere sempre quello di far fuori un Mercedez. Impeccabili le espressioni in volto dei Ferrari boyz al suo fianco che non hanno mosso neanche un sopracciglio e, nel caso di Raikkonen, questa non è neanche una metafora.
Se loro non hanno osato replicare, implacabile è stata la reazione del web che, per la cronaca, non ha trovato niente di meglio con cui rispondere che non fosse il MEME dello schianto in pit lane di Canada 2008. Momento epico, se posso dirlo, ma che poco ha a che fare con quanto stiamo vivendo ora, non fosse altro perchè sono trascorsi 10 anni da quel momento. Grazie all'inestimabile lavoro del PR manager di Lewis, che sono certa non venga pagato abbastanza per quello che fa, questo ha tentato di mettere una toppa ai propri casini, ha confessato di aver capito di aver detto una cazzata in conferenza, ha accettato le scuse di Raikkonen riconoscendo che quanto successo in pista è stato solo un incidente e si è scusato per esser scappato via prima dell'intervista essendo, purtroppo, esausto dopo una gara a quell'intensità. 
Possiamo crederci, possiamo non farlo, in ogni caso il mondo è arrivato incazzato come iena nei suoi confronti perchè Kimi è istituzione e non si tocca. Punto. Ed abbiamo riso a pieni polmoni nel momento in cui le sue qualifiche sono andate in vacca e lo abbiamo visto prima scendere dalla vettura indiavolato per spingerla fino ai box, per poi arrendersi ed accasciarsi accanto a questa rimasto quasi senza speranza per il campionato. 
Se devo essere sincera, ancora non ho capito perchè quando protagonista di una vicenda simile è stato Alonso, tra l'altro già a bordo di una McLaren farlocca, quello era il simbolo della tenacia di un grande campione, in questo caso era solo una "scenetta" messa in piedi per impietosire. C'è stato pure chi è andato a richiamare la volta in cui Hakkinen si è messo a piangere a bordo pista e quello che si può dire in questo caso è che, almeno Lewis ha tenuto il casco in testa. In ogni caso, qualunque cosa abbiate da dire, sappiate che non vi biasimo affatto: posso seriamente capire che se qualcuno ti sta sulle palle ogni suo gesto vada, di conseguenza, in quella direzione. Un filo di coerenza non guasterebbe, ma vi capisco.
Ritornando al discorso per cui Kimi è un istituzione e non si tocca, all'esito della gara odierna, ancora e più che mai, torna a sventolare alta la bandiera del #FreeKimi, usato e maltrattato con quel tocco di sfiga in dotazione per cui quello che lo riguarda non è neanche l'evento centrale della giornata. 
La gara inizia con Hamilton nelle retrovie, in quattordicesima piazza, a non troppa distanza da quell'altra vittie società che si chiama Ricciardo.  Uno che non meriterebbe mai nella vita di essere in coda alle due Williams, soprattutto se consideriamo che Verstappen bazzica nelle prime posizioni. 
In pole position il caro Vettel che primo era e primo rimane essendo chiaramente privo di competitor in queste fasi iniziali. Dalle retrovie una dopo l'altra Hamilton sembra recuperare tutto il ritardo accumulato, risalendo la montagna fino alla quinta piazza. Mentre tutti cambiavano le gomme, stoicamente lui rimaneva in pista, resistendo contro tutto e contro tutti, anche quelli che andavano avanti a controllare lo stato delle posteriori con la lente d'ingrandimento. L'evento più atteso della giornata era l'arrivo magico della pioggia, che avrebbe potuto risollevare i destini del mondo... e noi poveri stolti credavamo veramente che dal box Mercedes non aspettassero altro che la pioggia arrivasse per davvero prima di far rientrare Lewis e montargli una volta per tutte le gomme da pioggia. Invece no. Perchè questo è stato richiamato proprio cinque minuti prima dell'evento tanto atteso e, con James al comando e Nico alle spalle di Toto Wolff nelle fasi iniziali del GP, questo passo sarebbe potuto essere molto più azzardato del previsto. Ma prima dedichiamoci ad altre faccende e, nello specifico, prima ci dobbiamo dedicare a double trouble in rosso.
La strategia del cambio gomme è stata probabilmente un po' troppo lasciata al caso, forse, addirittura, con la consapevolezza che, con Vettel in prima piazza, nulla sarebbe stato irrimediabile. L'obiettivo era quello di contrastare la risalita di Hamilton anticipando in buona misura la sosta di Raikkonen. Conseguenza imprevista il fatto che, dopo il rientro di Vettel, è andato a buon fine l'unico undercut della storia. Che poi, voglio dire, queste cose non riescono mai neanche quando uno lo vorrebbe e guarda te se devono riuscire così a casaccio. Quanto tempo è trascorso prima che quello dietro iniziasse a sbuffare e lamentarsi con il Grande Fratello perchè qualcuno facesse qualcosa? Troppo poco perchè questo non sia diventato indecoroso per tutti: per Raikkonen, per il team al muretto che ha assecondato il suo volere e per lui stesso che sono certa sia meglio di un Alonso qualunque, allora perchè comportarsi come tale? La scena portata avanti dal muretto semplicemente indegna: se è chiaro, come è chiaro, che Kimi deve essere asservito al volere del jolly rampante, allora che abbiano il coraggio di dire "togliti dai piedi e lascialo passare". Oggi abbiamo assistito a qualcosa che è forse peggio di qualunque "Fernando is faster than you" della storia, un tergiversare senza senso che ha portato Raikkonen allo sbotto definitivo, modello fidanzata psicopatica: "If you want me to let him go, just tell me..."! E tutto questo guidando dalla prima piazza a 300 Km/h. Idolo delle masse incontrastato! Qualcosa che sono certa non si meriti assolutamente che, tra l'altro, stava per essere ripagato con la stessa moneta con cui sono fatti i contratti. Se solo non fosse iniziato a piovere...
... si perchè, a quel punto, è pure arrivata l'aspettata pioggia. Raikkonen era in una di quelle fasi indiavolate del tipo "tu rovini la gara a me e io la rovino a te", un paio di fuoripista repentini, una piazza persa su Bottas, poi il fattaccio: Vettel finisce drammaticamente a muro.
Per quanto sia stata aspettata la pioggia, tutti i team al momento giusto sono parsi impreparati. Come se si domandassero che cosa stavano facendo lì in quel momento. Il che ha dell'incredibile se ci si pensa per benino. Probabilmente perchè quando la pioggia ha deciso di scendere non l'ha fatto come dio comanda ma a chiazze. Un po' qua ed un po' la a casaccio, senza soluzione di continuità. In ogni caso hanno tutti deciso di rimanere con le loro belle gommine da asciutto, senza neanche pensare per un momento alle intermedie... con conseguenze inevitabili. 
Ciò che non ci saremmo aspettati di vedere, in ogni caso, è che a perdere il controllo della propria vettura fosse proprio un Vettel, non l'ultimo dei teen paganti. La svista è stata fatale, l'impatto contro il muro inevitabile, la distruzione della vettura irreparabile. Per lui gara interrotta sul più bello e... safety car in pista. E' tutta una questione di karma.
Safety car che, quest'anno, in area Mercedes sta creando dei momenti di panico. Anche questa volta non sembrano saper bene come reagire. Prima chiamano tutti e due, poi Bottas ha dei problemi, intimano ad Hamilton di restare fuori e, proprio in zona cesarini lui riesce a tornare in pista ed evitare la corsia. Tra l'altro passando sopra l'erba bagnata che, in un momento tanto delicato della gara, non è stata proprio la scelta più occulata. Fato vuole, in ogni caso, che le sue gommine fossero abbastanza nuove e, pur saltando l'ingresso ai box, non creassero particolari problemi, ringraziando anche il fatto che, nel frattempo, la pioggia era andata a scemare e le condizioni della pista non sono drammaticamente peggiorate. 
Con l'ingresso di tutti gli altri in pista la conseguenza è stata inevitabile: Lewis era in prima piazza, alla faccia di quelli che gongolavano guardandolo spingere la vettura in pista, tra l'altro. 
All'ingresso della Safety i giri rimasti alla bandiera a scacchi erano solo 10, avremmo pensato di veder ormai la gara chiusa così in bellezza, con Bottas in seconda piazza proteggere la testa della vittoria dalle Ferrari ma, forse, giusto per un attimo, si deve esser dimenticato di quelle clausoline scritte in piccolo in fondo alla pagina. Qualcosa che reciti una solfa del tipo: smettila di fare casino!
 No, perchè il piccolo Bottas ha pure pensato di voler dar battaglia al proprio compagno di squadra e lottare per la vittoria a sua volta. Ingenuo. Dall'alto è giunta implacabile la vocina di chi lo ha esortato a mantenere le posizioni e non rischiare di mandare in pappa il miracolo che si era appena materializzato davanti ai loro occhi ed è sembrato anche accettarlo di buon cuore. Anche perchè diversamente gli stracciavano il contratto, quindi voglio vedere io se non accettava. 
Nota a margine: se sciaguratamente non avesse accettato e fossero finiti al contatto, a vincere questa maledetta gara ci sarebbe arrivato Raikkonen. Faccenda già di per sè piuttosto epica, visti i precedenti. Circostanza ancora più epica il fatto che sul podio sarebbe arrivato persino Hulkenberg: l'uomo dalla statistica maledetta. 
Giunti a questo punto della nostra storia, io però voglio rivelarvi un piccolo segreto. Un segreto che chiarisce il motivo di tutto quello a cui abbiamo assistito oggi. E giuro che non c'entrano niente le crisi mistiche del caro Lewis, che fino a 24 ore fa citava Nelson Mandela per mettere a tacere le malelingue che gongolavano delle sue sciagure e oggi ringrazia dio, che tanto ha pregato prima della gara. Anche perchè credo che in entrambi i casi i due soggetti siano stati tirati in ballo un po' invano. Mi sono interrogata a lungo su come sia possibile che questo sia successo, nonostante le evidente macumbe esercitate da Nico Rosberg fin dal giorno precedente. Qual è la tesserina mancante al mio puzzle? Cosa c'è che non va nel quadro che ho appena dipinto?
Ci vuole una forza uguale e contraria. Anzi, una forza contraria ma molto più potente per contrastare la prima maledizione e ribaltare le sorti della partita. Altrimenti il risultato sarebbe pari a zero. Qual è unica forza in grado di generare così tanta morte e distruzione? La presenza del padre ai box. Padre che, per l'occasione specifica, è quello di Vettel. Cambiano i padri non cambiano gli effetti.
Tra l'altro oggi mancava anche il caro Jos e Kid Verstappen è arrivato quarto.

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