Ad una settimana di distanza dalla vittoria della Germania ai mondiali di calcio brasiliani, eccoci qua: in Germania! Sul gran premio di cricconia, patria di gente che goà, di natura, se la tira poco... figuriamoci ora! Sul patibolo, per l'occasione, tutti belli schierati i politi tedeschi.
Rosberg, novello sposo, reo di aver voluto imprimere sul suo casco la coppa del mondo. Pare che la FIFA gli abbia bloccato anche questa gioia e si sia dovuto far fare in fretta e furia un altro caschetto personalizzato. No, ma, che... davvero? Nella sua vita, tuttavia, un altra gioia è comparsa a fare capolino: il rinnovo del contratto fino al 2017. Ma anche Vettel, corprendentemente comparso insieme al padre, Sutil e Hulkenberg. Un seggiolino in più per Magnussen, che è danese ma nessuno ha ancora capito la differenza... ed infine Raikkonen.
Raikkonen, l'eroe, suo malgrado, di Silverstone. L'ultima volta che lo avevamo visto zoppicava, ne veniva da un'ora di visita medica e tentata di andarsene via con passo decisamente meno incerto di quanto ci aspettassimo. Comunque zoppicava. Anche se sinceramente credo che fosse tutta una scusa per potersi saltare quella magnificenza di test a casaccio che si sono tenuti proprio in Gran Bretagna nei giorni successivi alla gara che, come al solito, non sono in grado di portare a nulla di buono. La verità è che adesso è tornato e pare star benissimo: pronto per far danni un'altra volta con indosso i colori di un team che quest'anno pare non averci azzeccato molto neanche con le divise... ma a voi quella manica bianca piace o sembra un errore di fabbrica?
In ogni caso, in Ferrari, dovrebbero quantomeno tornare a far qualcosa per l'uomo delle dichiarazioni, quello che si pronuncia in nome del team o che mette in bocca ai piloti quello che devono dire. Perchè, per esempio, il buon Fernando Alonso ha passato giorni a vantarsi, lodarsi, celebrarsi moltissimo per aver vintogli ultimi due gran premi di Germania che si sono svolti su questo circuito di Hockenheim. Ovvero nel 2010 e nel 2012. Forse qualcuno però dimentica come ha vinto nel 2010... Fernando is faster than you... e non dico altro.
Rimandendo in tema Ferrari, ma neanche troppo, io porterei all'attenzione di tutti il caso di Jules Bianchi, uno che da anni, più o meno, campeggia sotto l'ala magica degli uomini in rosso, un po' come uno dei tanti panchinati che, però, non trovano mai un vero posto alla guida almeno fino al raggiungimento dell'età di De La Rosa, quando, però, è il momento di lasciare spazio a volti giovani e freschi. Bianchi questa settimana deve avere dei seri problemi di identità personale, roba che si guarda allo specchio e si domanda: ma io cosa ci faccio qua? Roba che domenica in gara potrebbe anche sbagliare box e pretendere di farsi cambiare le gomme dai ferraristi. Tutta la faccenda ha inizio domenica scorsa, dopo il gran premio e la grande figa dell'incidentato Raikkonen, in Ferrari si annuncia di lasciare proprio a Bianchi lo scettro del potere per questi test. Quindi, quel disgraziato, molla una divisa e ne indossa un altra, prima che si sia fatta sera. Foto di rito e sorrisi di circostanza per un paio di giorni: poi molla nuovamente tutto e torna a casa. In Germania ancora una volta viene presentato nuovamente come uno dei preziosi elementi del team. Giusto insieme a Marc Gene, uno di ritorno dalla missione russa, dove è stato spedito a fare il giullare per il divertimento misero del popolino, e ad un disgraziato che non ha neanche diritto agli sponsor stampati sulla tuta. Ma continuerà la sua gara in Marussia. Ci capiamo? Questo disgraziato deve girare il mondo con una doppia personalità nel petto ed una doppia divisa in valigia.
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