sabato 18 luglio 2020

Stiria 2020 - Gara

E’ trascorsa una settimana e l’impressione è quella che si sia voluto sputare sull’etichetta perchè nessuno si rendesse conto di essere nello stesso identico posto, nelle stesse identiche condizioni a fare la stessa identica cosa di una settimana fa.
Non che una settimana non sia stata in grado di fornirci materiale succulento su cui parlare.
Tipo la fuga monegasca di Bottas, reo di aver caricato la fidanzata sulla canna della bicicletta ed essersi recato di corsa a giocare a due cuori e una capanna, perchè pare che sotto il cielo di un paradiso fiscale sia più romantico. Qualcuno gli ha puntato il dito contro, qualcuno ha lamentato la rottura della bolla di sicurezza Mercedes, affermazioni alle quali ha replicato pacificamente il buon Valtteri facendo notare che da nessuna parte ci sia scritto che non si possa tornare a casa, l’importante è non infrangere la bolla incontrando altre persone che nella stessa non sono ricomprese.
La risposta è piaciuta a tutti, talmente a tutti che Leclerc l’ha addirittura copiata nel momento in cui gli è stato puntato il dito contro per le stesse identiche ragioni. Il principio di uguaglianza prevede che tutti debbano essere uguali davanti alla legge, è fondamentale trattare in modo uguale situazioni uguali ma, a corollario supremo, non può che esservi il fatto che debbano altresì essere trattate diversamente situazioni diverse. Ed è questo il caso del buon Leclerc a quale, un minuto dopo la presentazione della giustificazione copia-incollata, è stato mostrato il selfie social-condiviso che lo ritraeva a mangiare e divertirsi intorno ad una tavolata di amici in un locale pubblico che, di fatto, o presume che la sua bolla sia grande quanto una nazione (e in tal caso gli auguro solo che non sia il Principato di Monaco o rimarrebbe fregato) o l’infrazione sia stata bella e buona e sia necessario un bel giro di vite a queste brecce.
Stiamo tutti tranquilli: da queste parti il più pulito ha la rogna (ma quantomeno non il covid) e durante lo scorso week end se ne sono viste di cotte e di crude. Da Vettel che se la chiacchiera amabilmente con i boss RedBull, a Lando Norris e preparatore atletico che prima di varcare i confini del circus raffreddano la fronte con una bottiglietta d’acqua per non fallire il test del termometro.
Ah, questa settimana è giunta persino la conferma del rientro in pista di Alonso prevista per il 2021, come se dall’inizio dell’anno non avessimo già avuto abbastanza brutte notizie. Ma su questo probabilmente mi intratterrò in altra occasione. O più probabilmente continuerò a far finta che non sia successo niente in puro spirito negazionista.
Messa da parte le chiacchiere è arrivato finalmente il week end e la prospettiva di scendere in pista si è fatta allettante. Tante erano le promesse mancate durante il primo appuntamento e altrettanta la voglia di pesanti conferme. La verità è che sabato avrebbero dovuto scendere in pista, il problema è che per poco non saltava tutto il programma epico sotto la forza di una pioggia battente forza 10. Le prove libere del sabato mattina sono saltate e rinviate per tempo immemore le qualifiche del sabato. Poi finalmente ci siamo stufati tutti quanti di aspettare che smettesse di piovere e sono scesi in pista rendendo assolutamente vano il fatto di aver aspettato fino a quel momento.
Bottas aveva la seria intenzione di replicare l’epica impresa di sabato scorso ed Hamilton non intendeva lasciargliene passare un’altra. Perchè va bene non iniziare il mondiale nel migliore dei modi, a questo siamo abituati, ma non possiamo lasciare che il piccolo Valterri si monti la testa. Soprattutto sotto la pioggia che è il suo elemento. Tra l’altro ogni volta che riscrivo il nome di Bottas cambio la consonante raddoppiata per essere certa di fare disinformazione nel miglior modo possibile. Lo so che ci vorrebbe solo un istante a controllare e utilizzare la tecnica del copia / incolla da quel momento in poi. Ma le cose vanno così.
Oltre alle Mercedes ovviamente c’erano altre vetture, tipo le Red Bull, con un Verstappen intenzionato a fare tutto il possibile per non rammaricarsi seriamente di quel rinnovo quinquennale appena sottoscritto con il team, così come le Ferrari che però sanno già di poter ambire, al massimo, a stare davanti alle McLaren (e, per la cronaca, missione fallita).
All’esito di una qualifica sonnolenta, Hamilton inevitabilmente conquista la pole position e, per essere certi che non si desse tutto il merito alla vettura, ha anche fatto segnare un tempone. Più di un secondo di vantaggio sul resto della ciurma, peraltro del tutto inutile visto che questo non comporterà assolutamente alcun vantaggio sulla griglia di partenza.
La FIA però potrebbe inventarsi una bella regola del pongo regolamento a questo riguardo. Del tipo che se tra una vettura e l’altra c’è più di un secondo di distacco bisogna lasciare una piazzola vuota. O quello dietro parte un po’ più indietro.
Per esser certi che non si desse tutto il merito alla vettura Bottas non riesce a far segnare niente di meglio di una quarta piazza, giusto per capire fin da subito dov’è che si può riporre la sua voglia di emulare le epiche gesta della settimana scorsa. Ancora una volta sorprendente la McLaren che questa volta ottiene una terza posizione grazie a Sainz. Poco più indietro LandoNorris, peraltro sanzionato con tre posizioni di arretramento sulla griglia di partenza per qualche corbelleria combinata al venerdì durante le prove libere. Ancora una volta poco sorprendenti le due Ferrari, con un Leclerc rimasto fuori dalla Q3 ed un SebVettel non andato oltre la decima piazza. Sarebbe potuta essere una strage… ed in effetti non siamo andati molto lontani.
HAM VER SAI BOT
Plauso d’onore a Verstappen che nel frattempo sembra essere riuscito a fare pace con il cervello e con le partenze intelligenti. Non vorrei mai che queste fossero le mie ultime parole famose ma sembrerebbe che ormai sia riuscito a prendere abbastanza confidenza con la materia da non combinare più carambole in pista dopo lo spegnimento dei semafori rossi.
Hamilton sfreccia via come da contratto, gli altri si accodano, Bottas non ci prova neanche a battere Sainz in partenza quando sa benissimo essere a sua portata di mano non appena ci si ritrova nella giusta posizione per compiere un sorpasso vero.
Da segnalare in queste fasi anche la presenza delle due Force India/Racing Point, sulle quali ometterei ogni commento prima di aver fatto pace con tutta la questione “meglio una Mercedes vecchia che una Force India nuova”, detta anche “ehi, ma avete preso la Mercedes dell’anno scorso e l’avete colorata di rosa / perchè non si può?”.
Decisamente meglio non perdere altro tempo prima del colpo di scena dei colpi di scena. Più “colpo” che “scena” grazie al fiducioso intervento in pista delle due Ferrari. Reo del fattaccio della settimana il povero Charles Leclerc, un altro di quelli facenti parte della schiera di gente che dovrebbe imparare a farsi la barba prima di poter salire in macchina che, forse per troppa foga, forse perchè non ricordava più di non essere al simulatore su Twitch, forse perchè di avere quel vecchio del compagno di squadra davanti non gli andava proprio, ha ben pensato di prendere la vettura gemella della sua come bersaglio, centrarla in pieno, lamentarsi di essere stato colpito da una vettura dietro e obbligare entrambi a rientrare al box con la coda tra le gambe. Per Vettel, con l’alettone frantumato, non c’è molto altro da fare se non procedere con un degna sepoltura, per Leclerc si tenta una sostituzione del musetto per rimandarlo in pista prima di scoprire che si è appena tentato di curare un’emoragia con un cerotto. Anche lui richiamato all’ovile e mandato a scusarsi con Vettel a calci nel sedere a due a due finchè non sono diventati dispari. Tutto questo è ovviamente facilmente evincibile dalle scene che hanno seguito questi eventi, il passaggio dell’azione sul retropista, là dove Vettel, ormai in abiti civili, si stava avvicinando al pulpito delle interviste quando è stato raggiunto di corsa da Leclerc che ancora indossava la tuta. I due parlottano, bofonchiano, hanno la mascherina e noi non possiamo neanche provare a leggere il labbiale, cercare di scorgere delle emozioni sui loro volti o compiere qualche altra operazione investigativa.
Al 20esimo giro in pista ancora non si parlava di nient’altro ed in effetti non è che stesse accadendo un granchè. Hamilton ha continuato la sua fuga fino alla bandiera a scacchi, Bottas ha tentato un riavvicinamento prudente alla vetta della classifica giungendo finalmente al sorpasso di Verstappen ad una manciata di giri dalla conclusione, mentre Verstappen faceva quel che poteva per evitare il collasso collettivo del team e anche di questo bisogna rendergliene merito.
In sostanza si è trattato di un’intera gara finalizzata a ripristinare l’ordine naturale delle cose. Le Mercedes che battono tutti, Verstappen che fa il terzo incomodo e Albon che va a compiere un altro contatto (questa volta con Perez) giusto per essere sicuro di non rischiare neanche per caso fortuito di avvicinarsi ad un podio e dietro le due. Norris ancora una volta meglio di Sainz soprattutto grazie ad un ultimo giro degno di nota, un ultimo giro che sostanzialmente è valso il prezzo dell'intera gara che lo ha preceduto con una serie di sorpassi a quattro vetture che hanno coinvolto Ricciardo, Perez, Rock&stroll e lo stesso Norris, passato così dall'ottava alla quinta posizione.

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