lunedì 18 settembre 2017

Singapore 2017 - Gara

- La grande partenza -

Come non partire dall'inizio, togliendoci il sassolino dalla scarpa per poi andare lisci felici e contenti avanti con le nostre vite. Questo è stato un momento epico, di quelli che ci ricorderemo per gli anni a venire, ed è comico che sia successo tutto a poche settimane dal rinnovo dei rispettivi contratti degli uomini in rosso, perchè magari avrebbe anche potuto lasciare adito a qualche dubbio. 
In prima fila Vettel e Verstappen. La vicenda aveva dell'anomalo, non al punto di arrivare a livello "griglia di partenza alternative" che piacciono a me, ma sull'anomalo ci possiamo anche accordare. Un week end partito sull'anomalo, le RedBull che sorprendentemente sono andate meglio di tante altre sin dalle prove libere, le Mercedes che arrancavano un po', le Ferrari non ancora convinte di voler davvero dare il loro meglio. In qualifica Vettel si è gasato e ha battuto tutti: mi è toccato persino leggere cose del tipo che è stata molto più pole la sua delle 69 per cui Hamilton ha fatto tutta quella pantomima non più di due settimane fa, ma vi perdono perchè siete piccoli e stolti.
Dietro di lui le Red Bull, poi con calma Raikkone. Maluccio le Mercedes costrette ad accodarsi al gruppetto di testa. 
La domenica ci ha accolto sotto ad un simpatico scroscio di pioggia, una cosa che avrebbe potuto tranquillamente far posticipare l'inizio della gara ma, a quanto pare, al di fuori del terreno dell'Unione Europea siamo un po' tutti meno suscettibili. La gara parte comunque, sotto l'acqua e senza SC in pista... e per alcuni finisce una curva dopo. 
Raikkonen dalla seconda fila tenta di fare un passo più lungo della gamba, Verstappen spererebbe di non farsi fregare da nessuno, Vettel mira a non farsi fregare la pole position dal nano. Peccato che queste tre traiettorie mirino tutte esattamente allo stesso punto e l'impatto è inevitabile. E devastante. Verstappen e Raikkonen muoiono sul colpo, Vettel rantola un po' più in là, poi inciampa sulle sue stesse stringhe e sfracella metà vettura contro una barriera protettiva e percorre metà pista in retromarcia prima di fermarsi. Per loro la gara è finita per i complottari della domenica è appena iniziata.

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- Ma quello è un Alonso -

Ricapitoliamo: Vettel parte e strige Verstappen per non farsi pippare. Raikkonen parte, si affianca e stringe Verstappen dalla parte opposta per non farsi pippare. Verstappen esiste ed è in pista proprio in quel momento e senza neanche sperare di non farsi pippare viene colpito da Raikkonen, che scatena una reazione a catena mai più finita. Raikkonen colpisce Vettel - muro - Vettel. Vettel sfila via, Raikkonen perde definitivamente il controllo della vettura, travolge Verstappen che, a sua volta, travolge uno che passava di lì. Non si sa esattamente cosa ci facesse, il suo posto è in fondo allo schieramento e questo è quello che accade se non si sta al proprio posto. 
Al momento dell'inizio della gara probabilmente metà del quartiere in cui vivo era sintonizzato su RAI1: stessa storia, stesso posto, stesso bar. Dell'altra metà una piccolissima percentuale (sono di Genova, eh?!) ha pagato l'abbonamento a Sky e una parte è disinteressata, ma quella non conta, perchè è piccola e stolta anch'ella. Cosa possa aver urlato Mazzoni&C. lo posso solo immaginare: per l'inizio delle gare ormai, d'abitudine, tolgo l'audio alla TV, è una mossa preventiva, però so bene l'urlo di dolore che è entrato dalla finestra. Un NOOOO collettivo che neanche quando vengono sbagliati i rigori ai mondiali. In mezzo a questa eco collettiva c'ero io, sempre attenta ai dettagli, che domandavo: ma quello è un Alonso? Per i primi quattro \ cinque replay dell'accaduto sono stata un po' presa in giro, perchè non stavo osservando che le Ferrari erano messe male, perchè non stavo urlando di tutto a Verstappen, perchè quella là è una macchina rossa, non vedi? , no, non vedevo, perchè quante cavolo di dannate macchine rosse ci sono in questa dannata pista? Infatti non era rossa, era arancione, il sesto replay mi ha dato ragione. Quello era un Alonso!
Eppure in quella desolata valle di lacrime, tra macerie e brandelli umani, Alonso che è uno duro a morire, pareva voler dar segno della propria immortalità proseguendo la gara senza colpo ferire. Ma vi sembra normale che si esibisca nel volo dell'angelo, muoiano tutti intorno a sè e lui ne esca illeso? 
Infatti non è uscito illeso. La battaglia con Verstappen è ancora aperta.
PS: foto inquietanti di Alonso ne abbiamo? 

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- Hamilton from the 5th -

Quintolo e, mai come a questo giro, la cosa gli ha portato bene. Quintolo per un giorno e soddisfatto della prospettiva in ottica iridata che la debacle del sabato gli ha offerto. Mentre tutti davanti a sè si accasciavano al suolo e morivano lentamente, Hamilton ha aggirato l'ostacolo, li ha sfilati senza colpo ferire e ha portato a casa la gara in testa dal primo all'ultimo istante. 
Tra le cose che sono stufa di stare ad ascoltare c'è la frase "è una vittoria che farà discutere", perchè tra tuttoquello che c'è da discutere oggi questa mi sembra veramente l'ultima della lista. Anzi, io non la metterei neanche in lista, perchè qui non c'è da argomentare un'accidente. E si metta a verbale che questa osservazione viene fatta da una persona che passa - da anni - moltissimo tempo a scrivere, pensare e argomentare di Formula 1. Ma questa vittoria non ha nulla su cui si possa seriamente parlare. Hamilton in quel momento non c'era: non era neanche nelle vicinanze. Non ha provocato lui l'incidente e non è scampato ad alcuna sanzione fantasiosa. Hamilton si è trovato nella posizione in cui gli sono spariti tutti quelli che gli erano davanti al momento della partenza ed è andato a vincere. Avremmo discusso se avessi vinto Raikkonen, avremmo discusso se avesse vinto Verstappen. Avrei sicuramente avuto qualcosa di cui discutere anche se avesse vinto Alonso, che da queste parti ha precedenti che sarebbe meglio non rievocare invano. Se poi vogliamo parlare di enorme, esagerata, sfacciata fortuna, allora sì: lì ci sto.
PS: la foto è la giusta risposta a tutti quelli che si stanno domandando se per caso si sia venduto il cervello.

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- Massa al sesto pit -

Cosa avesse in mente Massa a questo GP non mi è esattamente chiaro, quale fosse la sua strategia, etc. A naso non mi ricordo neanche in che posizione sia giunto al traguardo, ma visto l'andazzo della gara sia felice di esserci arrivato al traguardo. Perla meritevole d'attenzione sono i sei - e dico sei - rienti ai box per cambio gomme. Senza motivo apparente.

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- Force IndiaS a traguardo -

Anche questa settimana una piccola nota di merito per il team: anche a questo giro tutti e due a punti.

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- 14 alla bandiere a scacchi -

Questo certamente non è un record, però è stata una gara al massacro. Nella giusta misura. Diciamo che chi è giunto a traguardo, chi non è stato schiacciato dalla tormenta iniziale, chi non ha dato di matto nel passaggio tra gomme da bagnato  - intermedie - ad asciutte e chi non ha pagato un duro prezzo contro il destino, può considerarsi un vincitore delle peripezie Singaporesi.

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- Palmer a punti -

Anomala vicenda quella di Jolyon Palmer. Uno che ha scoperto da intertet di essere stato licenziato, giusto per far capire a quale livello è il dialogo in casa Renault. Uno che in due anni di formula 1 aveva guadagnato un solo punto in carriera, arrivando decimo, una volta, l'anno scorso, in Malesia. Uno a cui hanno chiesto gentilmente, proprio alla vigilia di questa gara, se avesse potuto cortesemente togliersi per tempo prima della fine del contratto. Ma mica per cattiveria: sono disposti a pagarlo se rinuncia al sedile seduta stante. Ecco. Un tipo messo un po' così... che all'improvviso, nella gara del disagio esistenziale globale arriva sesto e si porta a casa 8 punti. In una sola gara. Per porre le giuste unità di misura: Alonso in questo momento è a quota 10. Punti.

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- Hulkenberg record breaked -

Pareva una missione impossibile e invece... no. E invece è andata esattamente come ci si poteva aspettare. Hulk non è giunto a podio ed ha fatto la storia: 129 gare e neanche un podio. Qualcosa di prodigioso.
La cosa più folle di tutte è che, subito dopo la bagarre iniziale, per qualche istante Hulk è stato veramente in terza piazza. Ha dovuto rinunciare in fretta causa scelta sbagliata di gomme in partenza: c'è chi è andato per le wet e chi per le intermedie e, tempo che abbia smesso di piovere, le wet sono apparse decisamente le gomme sbagliate al momento sbagliato: ovviamente lui era su wet, quelli davanti su intermedie che si sono tenuti, quelli dietro su intermedie che si sono tenuti, ecco che è rientrato in compagnia di altri pochi fedelissimi al primo inutile cambio gomme che gli è costato un bel po' di posizioni. Poi il karma si è accanito non facendolo neanche arrivare al traguardo, ma questa è un'altra storia.

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- Il giro in più -

Anche gli sbandieratori si sono addormentati. Non c'è altra soluzione. Il fatto è il seguente: Singapore è la gara più noiosa del mondo. Quest'anno c'è stato un piccolo twist, questa faccenda del deep impact di inizio gara. In fatto è che da quel momento in poi basta suspance e basti fatti interessanti. Perchè no: un Ericsson che si auto-testacodizza sull'asciutto e ingorga il traffico per decenni costringendo la Safety agli straordinari, non lo considero un fatto emozionante. Dopo due ore, sia benedetto il regolamento, questo strazio è stato interrotto ed eravamo ben lontani dalla meta. Il problema è che allo scadere del tempo, in teoria ben rimarcato dal cronometro il sovraimpressione, la gara non è finita. Nessuno ha sbandierato un bel niente, niente fuochi d'artificio. Lo sbandieratore era morto di sonno, forse. Nel dubbio: daje fin quando dall'altro qualcuno non dice basta. Basta!

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