lunedì 17 settembre 2018

Singapore 2018 - Gara

Siete emozionati, febbricitanti, elettrizzati da questo gran premio di Singapore? No? Appunto.
Visto che delle folli nottate di Singapore non è che ci sia molto da dire, vediamo di prenderla alla larga. 
Non possiamo mica chiuder tutto in quattro righe.
Gran premio del Belgio: Vettel vince senza rivali e perde la testa. Completamente. Magari si sente troppo sicuro di sè, magari confida che tutte le migliorie estive siano andato a buon fine solo in Ferrari e non in Mercedes... e le cose che sono successe in quella gara lo hanno lasciato credere veramente. Insomma, magari gli è solo caduto un pensile in salotto e la moglie lo sta mettendo a perdere perchè non è mai casa per sistemare la cosa, ma qualcosa è sicuramente successa! Pochi giorni dopo era a Milano, nel bel mezzo di quella che sarebbe dovuta essere una onorabilissima festa della Formula 1... che si è trasformata ben presto in un trash evento a tema Ferrari. Là dove Vettel, mentre faceva la marionetta, per amor di tifosi, portando la macchina a zonzo per una pista simulata con i sacchetti si sabbia ha sfracellato la vettura contro una barriera. Poco male: colpa data al volante di Raikkonen e musetto cambiato in men che non si dica per tornare in pista al venerdì! Venerdì... qualche ottima giornata per sfracellare nuovamente la vettura durante le prove libere. 
Prove... nel senso di prove generali di sfracellamento vettura della domenica pomeriggio. Ma la storia a questo punto la conosciamo benissimo, compresa la nuova colpa attribuita a Raikkonen. 
Arriviamo quindi a Singapore, con un po' di fantasmi del nostro passato che fanno capolino alle nostre spalle. Non so se sia stata tutta colpa di Verstappen anche questa volta, o se per sbaglio il volante di Raikkonen gli fosse rimasto attaccato alle mani, ma le prove libere sarebbero potute iniziare un po' meglio se Vettel non avesse debuttato in pista andando a baciare pareti. Nell'aria risuonava acuta e pungente, come la sirena di un antifurto, la dichiarazione TOP del week-end, del mese, probabilmente della stagione, pronunciata da SebVettel: il mio principale nemico non è Hamilton, sono io. Non so chi sia il suo PR manager ma vedo della poesia laggiù in fondo. Quindi: vettura raschiata dal guard rail con la spatola e fine anticipata della prima sessione di prove libere. In ogni caso, dicheno che, al netto delle prestazioni dei piloti, per la gara il circuito sia  favorevole alle Ferrari e noi, per un po', ci crediamo anche. Non che l'anno scorso ci sia stato modo per dimostrarlo però i tempi delle prove libere parlavano abbastanza chiaro.
Dico abbastanza perchè io non credo affatto a questa faccenda della prove libere.
Mi spiego meglio: c'è gente che passa ore, per non dire giornate ad analizzare quello che si vede o non si vede durante le prove libere, osserva i tempi e monta castelli inauditi davanti allo scenario messo in piedi. Ma le prove libere non servono a mostrare la propria forza. Non serve ad andare veloce, non serve per controllare chi ce l'ha più lungo (il passo gara). Possono avere un milione di funzioni differenti, ma non è saggio trarre conclusioni troppo affrettate da queste. 
Tra l'altro, non ha senso quando un altro team pare averci preso gusto a volerti trarre in inganno. Vedi simulazioni di pit stop e amenità di questo genere. Ho capito che c'era qualcosa che in Mercedes si stava tentando di tener nascosto quando, nella prima fase di qualifiche, i tempi di Hamilton hanno fatto piangere i polli. Erano disastrosi ma sfacciatamente disastrosi, soprattutto per uno come lui che in Q1 è solito mettere in scena quel teatrino sbruffone di fare il primo giro per poi scendere dalla vettura e andare a farsi quattro passi un po' più in là. La verità non ha tardato più di tanto ad emergere: in Q3 ha portato a termine il giro della vita lasciando tutti gli altri a guardare e, in questo caso, qualcuno deve aver guardato un po'  troppo nella sua direzione perchè, alla fine della fiera, si son fatti fregare la prima fila persino da Verstappen. Vettel terzo, Raikkonen quinto. Non una buona premessa per la gara più insulsa e noisa della stagione.
E non provate a menzionare Monaco che, per quanto insulsa e noiosa, almeno finisce in fretta. 
La presenza di Verstappen in prima fila poteva essere presagio di sventura ma il bimbo, con tutta l'allegra famigliola al box, ci ha tenuto a mostrare al mondo di essere ormai diventato un bimbo grande. Ci vorranno ancora molti anni prima che inizi a crescergli la barba, ma forse questo è un buon punto di partenza. 
Allo spegnimento dei semafori non succede nulla. Almeno non succede nulla nelle prime file... un po' più in là i Force India's Guyz si prendono a sberle: Ocon torna a casa con le pive nel sacco, Perez sa di essere proprietario della baracca e non rischiare nulla. 
Trenta giri dopo siamo ancora nella stessa identica situazione: le prime sei piazze sono immodificate, in settima c'è Alonso a fare la sua porca figura risalito dall'oltretomba. E senza neanche un Piquet a sacrificarsi per la causa a sua insaputa. 
Trenta giri dopo finalmente i fuochi d'artificio scoccano in cielo, Hamilton porta a casa un altra vittoria ad un decennio di vantaggio su Verstappen che, nel frattempo, ha tre decenni di vantaggio su Vettel, vittima di una strategia gomme ferrari iniziata male il sabato in Q2 e finita peggio in gara. Insomma: in chiave mondiale una debacle assoluta. 
Ora però una cosa la devo dire, apriamo una parentesi. Mi par di capire, guardando qua e là per l'etere, che un filo di delusion inizi ad insinuarsi nelle teneri menti dei tifosi ferrari. Qualcosa del tipo: anche quest'anno il mondiale lo vinciamo l'anno prossimo. Insomma, io sono la prima a castigarvi nelle occasioni in cui usate issarvi ad idoli indiscussi, migliori di questo e di quel mondo e della distrazione di Vettel giunto a questo punto del mondiale ne ho appena riempito quattro cartelle, però, ragazzi miei, dovreste avere un po' più di fiducia nel vostro pilota. Non può essere che nella possibilità di Vettel di portarsi ancora a casa questo mondiale ci creda più io di voi. Certo, a questo punto della gara, per poter ancora sperare di farcela probabilmente sarebbe meglio avere almeno un'altra gara senza punti per Hamilton, ma siamo a 2\3 del percorso! Ancora sei gare alla fine della stagione. Potenzialmente può ancora accadere di tutto e di questo Vettel ne è capace. Nonostante i 40 punti di vantaggio di Hamilton. 
Ah! Che ridere. Quanto vorrei guardare in faccia Arrivabene mentre scandico "q-u-a-r-a-n-t-a p-u-n-t-i d-i v-a-n-t-a-g-g-i-o". 
Ma torniamo a noi.
Ma torniamo all'esito della gara: Bottas quarto a pochi centesimi di vantaggio da Raikkonen che, per amor di cronaca, non era affatto sul punto di sorpassarlo dato che quei distacchi tiravano avanti da almeno 10 giri. Miglior tempo in pista per Magnussen dall'alto della sua 18° posizione.

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