Benvenuti in Austria là dove, a quanto pare, il gioco di società più amato dagli internazionali è quello di prendere un Hamilton, trattarlo male e sanzionarlo giusto per non decretare la fine di questo mondiale ancor prima che abbia inizio.
Una delle rivoluzioni tecnologiche/meccaniche che maggiormente hanno fatto parlare è il DAS, il fantasmagorico meccanismo in virtù del quale il volante della Mercedes è in grado di giungere là dove nessun altro volante era mai giunto prima. Se volete una descrizione più accurata andate a cercarvi un blog serio che qua non tira aria.
La cosa ha fatto terribilmente parlare al momento della presentazione delle vetture ma, essendo trascorsi quasi cinque mesi da quel momento, a conti fatti ce ne stavamo anche già dimenticando. La FIA aveva già analizzato la questione, ritenuto il meccanismo regolare perchè nulla lo vieta, avvertito i team che dal prossimo anno sarà inevitabilmente vietato per regolamento ma che per quest’anno possono fare un po’ quello che gli pare. Tutto questo cinque mesi fa.
C’è chi ha valutato l’ipotesi di sviluppare la stessa tecnologia sulla propria vettura e chi ha concluso che il gioco non sarebbe valso la candela. Quindi ecco la strategia vincente della RedBull: attendere l’ultimo decimo di secondo prima di scendere in pista e segnalare l’irregolarità mettendo di fatto il team Mercedes nuovamente sotto la lente di ingrandimento della FIA che, anche lei, alla fine si è detta scocciata da questa faccenda e ribadendo la legalità del dispositivo.
Tutto bene quel che finisce bene, ma non troppo.
Si scende in pista, i piloti girano al massimo del proprio potenziale, le Ferrari sembrano dimostrare di essere le quarte vetture dello schieramento, le Red Bull cercano di tenere il passo delle Mercedes, in mezzo a questa gente a casaccio spuntano delle McLaren in grande spolvero. Sabato in qualifica Bottas porta a casa il giro più veloce dello schieramento per poi finire nella sabbia quattro secondi dopo obbligando così l’esposizione delle bandiere gialle e tutti gli altri a rallentare. Inizio a sospettare che non sia una coincidenza ma lo accetto. Hamilton non lo fa, in fondo vorrebbe andare a prendersi quella pole position, la manca per pochi decimi e qualcuno decide di andare ad indagare sul mancato rallentamento dopo l’incidente del compagno di squadra. Lui afferma di non aver visto le bandiere a causa del fumo sollevato dal fuoripista e sembra passarla liscia. Ma la redBull (che con Verstappen è stata autrice della terza piazza) non ci sta: impugna la decisione e pur di farla star zitta i piani alti accolgono la sua domanda. Hamilton slitta quindi dalla seconda alla quinta piazza privato della possibilità di lottare per la testa della gara alla prima curva.
BOT VER NOR ALB
Allo spegnimento dei semafori Bottas fugge immediatamente lasciando gli altri a mangiare la sua polvere. Dietro di lui una partenza molto interessanti per tutti quanti, Verstappen combatte dignitosamente con Norris, Albon con Hamilton e, addirittura, dietro di loro, Perez con Leclerc. Due giri di testa a testa davvero avvincenti che fanno sperare bene per l’esito della gara anche se, dopo di ciò, Norris regge in posizione all’incirca quanto un gatto in tangenziale: al quinto giro è già stato superato da Albon e Norris e prima di arrivare al decimo Hamilton ha preso la posizione anche su Albon.
BOT VER HAM ALB
Purtroppo la soddisfazione di andare a prendere anche Verstappen viene sfilata via dalle mani di Hamilton prima che faccia in tempo a capire in che posto del mondo si è andato a cacciare: il karma opera in modi misteriosi sulla Red Bull che, dopo aver lottato con le unghie e con i denti per la sconfitta altrui, si ritrova con una vettura che si spegne improvvisamente e arranca fino ai box. Piano ma ci arriva con le sue stesse gomme, vedo dell’ottimismo degli sguardi al muretto, è come se sospettassero di poter rimettere la vettura in pista, ci provano, il tempo passa, in ogni caso arriverebbe in ritardo di un secolo su tutti gli altri, fino al colpo di tosse finale che lo obbliga ad abbandonare l’abitacolo.
BOT HAM ALB NOR
Uno dei primi momenti clou della gara arriva quando Magnussen finisce fuori pista dopo un duello con Ocon. Questa pausa invernale ha ricaricato tutti e infuso una grande voglia di andare allo scontro. Safety Car per permettere di togliere dai piedi la vettura in tutta sicurezza e tutti i piloti uno dietro l’altro rientrano ai box per la loro prima sosta. Hamilton a quel punto della sua gara era già arrivato piuttosto vicino a Bottas ma questa mossa certamente ha velocizzato le operazioni.
Bottas sembra davvero aver capito come si riparte dopo una SC e riesce a tenere testa al campione del mondo, se invece c’è qualcuno che ancora meriterebbe qualche ripetizione è Vettel che già alla prima gara riesce a mettere in scena una delle sue migliori performance sulle punte. La piroetta è garantita nel momento in cui cerca di superare Sainz e, se non fosse che il momento è tanto simbolico, giuro che avrei riso di più quando sono giunti al contatto. Sainz prosegue indenne, Vettel piroetta ed è costretto a lasciar sfilare tutti ed accodarsi.
Mercedes a parte, gli equilibri tra le vetture dietro sono instabili, si vede chiaramente che la gara non può considerarsi conclusa a questo punto, c’è del fermento addirittura in casa Force India, al netto delle sventure tecniche di Stroll. Perez lotta con Norris e gli prende la posizione.
La SC rientra in pista un altro paio di volte, la maggior parte delle quali del tutto inutilmente se posso permettermi un’osservazione tecnica.
Hamilton pare essersi stufato di questa faccenda del dover andare ogni singola volta all’inseguimento di Bottas e anche la sua vettura non sembra da meno, ad un certo punto il distacco si fa decisamente preoccupante e in team radio volano parametri che lasciano ben pensare alla Red Bull superstite di poter contare qualcosa.
Albon si monta la testa, forse non si ricorda bene come è finita l’ultima volta che è capitato vicino ad Hamilton per un sorpasso e, ingenuamente, ci riprova. Io vorrei dire ad Albon di non andare a giocare con i bimbi grandi perchè rischia di farsi male ma non riesco a fare in tempo a concludere la frase che già Albon e Hamilton sono a contatto. La vettura di Hamilton non ha neanche un sussulto, non si sposta d’un passo dalla sua traiettoria ma Albon finisce fuori pista, insabbiato e costretto ad accodarsi. Al termine della gara si lamenterà anche del fatto di aver visto la vittoria a portata di mano ma sinceramente credo che la vicinanza con Verstappen gli stia incominciando a dare alla testa. Hamilton e Albon finiscono sotto investigazione e sorprendentemente Hamilton viene sanzionato con cinque secondi di arretramento sulla posizione di arrivo. Ancor più incredibilmente a quel punto della gara le posizioni alle sue spalle sono totalmente stravolte. Perez alle sue spalle è stato anch’egli colpito da cinque secondi di arretramento per marachelle in pit lane, dietro di lui, Leclerc, svegliatosi a ¾ di gara, a sua volta è andato a sorpassare Norris ma all’esito dell’ennesima SC in pista le posizioni sono decisamente compattate tra di loro.
Nel frattempo Albon è costretto al ritiro e finisce di scontare la mala suerte offerta in eredità al team. Con tutti i sanzionati davanti a sè, Leclerc e Norris non capiscono più niente ma vedono una prospettiva di podio davvero allettante. Il podio di Leclerc sembra decisamente certo e per come sono andate le cose alla Ferrari per tutto il week end azzarderei che questa è la cosa più sorprendente di tutte. A Norris il merito di non aver lasciato andare la presa neanche per un decimo di secondo, all’ultimo giro il distacco da Hamilton era di 5.7 secondi, sceso a 4.8 al momento in cui è passato davanti alla bandiera a scacchi conquistando così il proprio primo meritatissimo podio.
BOT HAM LEC PER
O meglio.
BOT LEC NOR HAM
Un podio decisamente bizzarro, ancor prima di valutare l’effettiva scenografia dell’evento, le mascherine indossate anche per parlare al vento e la cerimonia dello champagne durante la quale è parso evidente che di questo distanziamento sociale o non hanno capito le regole o si sono già rotti le balle un po’ tutti quanti.
Una delle rivoluzioni tecnologiche/meccaniche che maggiormente hanno fatto parlare è il DAS, il fantasmagorico meccanismo in virtù del quale il volante della Mercedes è in grado di giungere là dove nessun altro volante era mai giunto prima. Se volete una descrizione più accurata andate a cercarvi un blog serio che qua non tira aria.
La cosa ha fatto terribilmente parlare al momento della presentazione delle vetture ma, essendo trascorsi quasi cinque mesi da quel momento, a conti fatti ce ne stavamo anche già dimenticando. La FIA aveva già analizzato la questione, ritenuto il meccanismo regolare perchè nulla lo vieta, avvertito i team che dal prossimo anno sarà inevitabilmente vietato per regolamento ma che per quest’anno possono fare un po’ quello che gli pare. Tutto questo cinque mesi fa.
C’è chi ha valutato l’ipotesi di sviluppare la stessa tecnologia sulla propria vettura e chi ha concluso che il gioco non sarebbe valso la candela. Quindi ecco la strategia vincente della RedBull: attendere l’ultimo decimo di secondo prima di scendere in pista e segnalare l’irregolarità mettendo di fatto il team Mercedes nuovamente sotto la lente di ingrandimento della FIA che, anche lei, alla fine si è detta scocciata da questa faccenda e ribadendo la legalità del dispositivo.
Tutto bene quel che finisce bene, ma non troppo.
Si scende in pista, i piloti girano al massimo del proprio potenziale, le Ferrari sembrano dimostrare di essere le quarte vetture dello schieramento, le Red Bull cercano di tenere il passo delle Mercedes, in mezzo a questa gente a casaccio spuntano delle McLaren in grande spolvero. Sabato in qualifica Bottas porta a casa il giro più veloce dello schieramento per poi finire nella sabbia quattro secondi dopo obbligando così l’esposizione delle bandiere gialle e tutti gli altri a rallentare. Inizio a sospettare che non sia una coincidenza ma lo accetto. Hamilton non lo fa, in fondo vorrebbe andare a prendersi quella pole position, la manca per pochi decimi e qualcuno decide di andare ad indagare sul mancato rallentamento dopo l’incidente del compagno di squadra. Lui afferma di non aver visto le bandiere a causa del fumo sollevato dal fuoripista e sembra passarla liscia. Ma la redBull (che con Verstappen è stata autrice della terza piazza) non ci sta: impugna la decisione e pur di farla star zitta i piani alti accolgono la sua domanda. Hamilton slitta quindi dalla seconda alla quinta piazza privato della possibilità di lottare per la testa della gara alla prima curva.
BOT VER NOR ALB
Allo spegnimento dei semafori Bottas fugge immediatamente lasciando gli altri a mangiare la sua polvere. Dietro di lui una partenza molto interessanti per tutti quanti, Verstappen combatte dignitosamente con Norris, Albon con Hamilton e, addirittura, dietro di loro, Perez con Leclerc. Due giri di testa a testa davvero avvincenti che fanno sperare bene per l’esito della gara anche se, dopo di ciò, Norris regge in posizione all’incirca quanto un gatto in tangenziale: al quinto giro è già stato superato da Albon e Norris e prima di arrivare al decimo Hamilton ha preso la posizione anche su Albon.
BOT VER HAM ALB
Purtroppo la soddisfazione di andare a prendere anche Verstappen viene sfilata via dalle mani di Hamilton prima che faccia in tempo a capire in che posto del mondo si è andato a cacciare: il karma opera in modi misteriosi sulla Red Bull che, dopo aver lottato con le unghie e con i denti per la sconfitta altrui, si ritrova con una vettura che si spegne improvvisamente e arranca fino ai box. Piano ma ci arriva con le sue stesse gomme, vedo dell’ottimismo degli sguardi al muretto, è come se sospettassero di poter rimettere la vettura in pista, ci provano, il tempo passa, in ogni caso arriverebbe in ritardo di un secolo su tutti gli altri, fino al colpo di tosse finale che lo obbliga ad abbandonare l’abitacolo.
BOT HAM ALB NOR
Uno dei primi momenti clou della gara arriva quando Magnussen finisce fuori pista dopo un duello con Ocon. Questa pausa invernale ha ricaricato tutti e infuso una grande voglia di andare allo scontro. Safety Car per permettere di togliere dai piedi la vettura in tutta sicurezza e tutti i piloti uno dietro l’altro rientrano ai box per la loro prima sosta. Hamilton a quel punto della sua gara era già arrivato piuttosto vicino a Bottas ma questa mossa certamente ha velocizzato le operazioni.
Bottas sembra davvero aver capito come si riparte dopo una SC e riesce a tenere testa al campione del mondo, se invece c’è qualcuno che ancora meriterebbe qualche ripetizione è Vettel che già alla prima gara riesce a mettere in scena una delle sue migliori performance sulle punte. La piroetta è garantita nel momento in cui cerca di superare Sainz e, se non fosse che il momento è tanto simbolico, giuro che avrei riso di più quando sono giunti al contatto. Sainz prosegue indenne, Vettel piroetta ed è costretto a lasciar sfilare tutti ed accodarsi.
Mercedes a parte, gli equilibri tra le vetture dietro sono instabili, si vede chiaramente che la gara non può considerarsi conclusa a questo punto, c’è del fermento addirittura in casa Force India, al netto delle sventure tecniche di Stroll. Perez lotta con Norris e gli prende la posizione.
La SC rientra in pista un altro paio di volte, la maggior parte delle quali del tutto inutilmente se posso permettermi un’osservazione tecnica.
Hamilton pare essersi stufato di questa faccenda del dover andare ogni singola volta all’inseguimento di Bottas e anche la sua vettura non sembra da meno, ad un certo punto il distacco si fa decisamente preoccupante e in team radio volano parametri che lasciano ben pensare alla Red Bull superstite di poter contare qualcosa.
Albon si monta la testa, forse non si ricorda bene come è finita l’ultima volta che è capitato vicino ad Hamilton per un sorpasso e, ingenuamente, ci riprova. Io vorrei dire ad Albon di non andare a giocare con i bimbi grandi perchè rischia di farsi male ma non riesco a fare in tempo a concludere la frase che già Albon e Hamilton sono a contatto. La vettura di Hamilton non ha neanche un sussulto, non si sposta d’un passo dalla sua traiettoria ma Albon finisce fuori pista, insabbiato e costretto ad accodarsi. Al termine della gara si lamenterà anche del fatto di aver visto la vittoria a portata di mano ma sinceramente credo che la vicinanza con Verstappen gli stia incominciando a dare alla testa. Hamilton e Albon finiscono sotto investigazione e sorprendentemente Hamilton viene sanzionato con cinque secondi di arretramento sulla posizione di arrivo. Ancor più incredibilmente a quel punto della gara le posizioni alle sue spalle sono totalmente stravolte. Perez alle sue spalle è stato anch’egli colpito da cinque secondi di arretramento per marachelle in pit lane, dietro di lui, Leclerc, svegliatosi a ¾ di gara, a sua volta è andato a sorpassare Norris ma all’esito dell’ennesima SC in pista le posizioni sono decisamente compattate tra di loro.
Nel frattempo Albon è costretto al ritiro e finisce di scontare la mala suerte offerta in eredità al team. Con tutti i sanzionati davanti a sè, Leclerc e Norris non capiscono più niente ma vedono una prospettiva di podio davvero allettante. Il podio di Leclerc sembra decisamente certo e per come sono andate le cose alla Ferrari per tutto il week end azzarderei che questa è la cosa più sorprendente di tutte. A Norris il merito di non aver lasciato andare la presa neanche per un decimo di secondo, all’ultimo giro il distacco da Hamilton era di 5.7 secondi, sceso a 4.8 al momento in cui è passato davanti alla bandiera a scacchi conquistando così il proprio primo meritatissimo podio.
BOT HAM LEC PER
O meglio.
BOT LEC NOR HAM
Un podio decisamente bizzarro, ancor prima di valutare l’effettiva scenografia dell’evento, le mascherine indossate anche per parlare al vento e la cerimonia dello champagne durante la quale è parso evidente che di questo distanziamento sociale o non hanno capito le regole o si sono già rotti le balle un po’ tutti quanti.
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