sabato 21 ottobre 2017

I dieci fatti buffi di Giappone 2017

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- This is the real Button's power - 

Credo che sia stato sottovalutato un piccolo aspetto della questione. Non di certo l'aspetto fortuna di Hamiton che è già stato analizzato in lungo e in largo, come se gliene potessimo fare una colpa per davvero. 
[Fermi tutti! cosa ho appena scritto! Non sono in me! Fortuna... non gliene possiamo fare una colpa... è una vita che porto avanti la mia battaglia contro Alonso esattamente per questa ragione e, ora, vado a dire che il massimo capo d'accusa dal quale tutto è nato, e tutto continuerà ad esistere, non esiste. Mentre io rifletto un attimo su tutto questo continuamo pure con quello che avevo da dire.]
Quello che conta è chi è stato portatore sano di quella fortuna. Chi ha diretto nei suoi confronti tutte le sue energie. Jenson Button, che non è comparso molto spesso da queste parti ultimamente, ma c'è sempre stato nei momenti importanti: a Silverstone, quanto la buona stella di Lewis è tornata a splendere cambiando tutte le sue carte in tavola e, qua, in Giappone, dove un'altra buona stella si è impegnata moltissimo per rendere la missione il meno faticosa possibile. 
Tra l'altro Button si sta facendo ripagare questa influenza positiva salendo a bordo del carro dei vincitori, ma questa è una storia di cui torneremo a parlare un'altra volta.

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- Segnali da cogliere -

Vandoorne, Button e quel maglioncino rosso.
Festa grossa in area McLaren. Come si sanno divertire loro nessuno al mondo. Per essere certi di festeggiare davvero davvero alla grande hanno smosso persino Button da quel divano maledetto sul quale sta dormendo da un anno a questa parte e lo hanno rimesso in gioco alla grande. C'è bisogno di giocare alla grande famiglia felice, proprio tra separazione e divorzio, facciamo finta di essere amici: facciamolo per i figli. 
La foto qui di lato mi sono permessa di estrapolarla con un modesto zoom sulla grande foto con tutto il team pubblicato sulla pagina Mclaren, la scena, permettetemelo, ma mi ha fatto molto molto sorridere. Qua siamo davanti ad un racing director  del team che si abbraccia come fossero i suoi pupilli Button e Vandoorne. Alonso, che dovrebbe essere il pupillo ufficiale, persino in terra di GP2! GP2! GP2!, se ne sta un po' in disparte, chiaramente è arrivato all'ultimo, quando tutti erano già in posa ed è stato costretto ad accasciarsi, un po' più avanti, un po' davanti, con le braccia lungo i fianchi come i concorrenti di Genius  ed a fingere un mezzo sorriso da tramandare ai posteri. Interessante la scelta cromatica, forse rivelatrice del luogo dove vorrebbe veramente essere. 
Venne quindi il giorno del no power! no power! no power!  di Vettel e venne subito dopo aver indossato il maglioncino fatale. Non domandiamoci allora come siamo ancora qua a parlare di rinnovi.

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- Ricciardo pensa al proprio futuro -

Credo ci sia un grosso fraintendimento alle spalle. Potrei, dico potre, aver sollevato l'arco del mio sorriso nel momento in cui la vettura di Vettel ha iniziato a tossire e cani e porci hanno iniziato a superarlo. Potrei, dico potrei, aver sgranato gli occhi ed applaudito compiaciuta. Però sia chiara una cosa: non sono saltata sul divano, non sono scoppiata a ridere e non ho neanche iniziato ad urlare campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!
Da queste parti potrebbe passare il messaggio che sia sia leggermente, sottilmente o moderatamente tifosa di un certo Lewis Hamilton, ma la verità è un'altra: se non si è capito prima faccio mea culpa e mi batto il petto tre volte, da queste parti si tifa Daniel Ricciardo. 
Poi però siamo in un mondo in cui Ricciardo vince una gara all'anno e da qualche parte bisognerà pur buttare la testa. Insomma, un ripiego, giusto per guardare al mondiale con un filo di interesse maggiore a quello che generalmente rivolgo al batter d'ali dei piccioni. 
Mentre il mondo si ostina a rovinar la carriera a Daniel Ricciardo non mettendogli sotto al sedere una vettura per la quale ci sia da sperare qualcosa in più che lo shoey di fine gara, lui pensa al proprio futuro, con il sorriso sulla faccia ed uno sguardo rivolto all'ex collega dalla recentissima svolta imprenditoriale. Anche Ricciardo sta iniziando a puntare al proprio marchio, ai propri social e, nello specifico, al proprio canale YT. Recenti novità: una grafica accattivante, video vecchi riproposti, nuovi video sempre più frequenti. Il canale deve ancora iniziare a prendere la piega giusta ma ci sono diversi momenti imperdibili.

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- Grosjean gioca al primo della classe al briefing -

Liberty Media ci ama. Piccoli schiaccia bottoni della domenica: da queste parti abbiamo blog su blog da mandare avanti. Abbiamo bisogno di materiale sul quale scrivere, spunti di riflessione dai quali attingere e via di seguito. Liberty media fa tutto questo per noi: piazza materiale che molti troverebbero noioso e insulso on line, pane per i nostri avidi occhietti. Tutto quello che abbiamo potuto apprendere dall'ultimo briefing, quello post malesia - pre giappone.
Molti sono quelli che si sono interrogati sul fatto che Vettel dopo lo schianto con Stroll si sia portato a casa il volante: poi Hamilton ha osato chiedere un ragguaglio a proposito ed è scoppiato il putiferio. Perchè tutto quello che fa Lewis è figlio del demonio e quello che fanno gli altri è puro e casto, quindi ha preso la parola il vendicatore rosso, l'avvocato delle cause perse, quello che dovrebbe imparare a fare una curva prima di insegnare a guidare gli altri ma, tant'è, è ancora qua in mezzo a noi. e allora cosa diciamo a quelli che si tolgono la cintura di sicurezza al volante?
E la pace nel mondo non la vogliamo buttare in mezzo?
In realtà non è che Vettel avesse davvero bisogno di un avvocato, ha sempre saputo difendersi da solo e, soprattutto, nessuno lo stava accusando. Magia: nessuno gli ha detto niente dopo la gara, nessuno gli ha detto niente nei giorni successivi, ma un Hamilton a caso ne ha preso lo spunto per chiedere ragguagli circa l'obbligatorietà o meno di lasciare il volante. 
Ma Grosjean non c'è stato, e da primo della classe, ma uno di quelli che fanno domande indisponenti durante la lezione, di quelli che riprendono il prof se ha impiegato troppo tempo a rientrare dopo la ricreazione, sempe impegnati ad evidenziare le mancanze altrui. Insomma: uno di quelli proprio simpatici, che hanno capito come farsi degli amici. Ed è così che Grosjean le ha fatte a fette a tutti quanti insistendo per l'usanza - di cui si è macchiato Hamilton in più e più occasioni, di slacciare la cintura dopo la gara durante il giro di rientro. Avete presente quando alza la manina e saluta tutti? Con la cintura di sicurezza allacciata tutto questo non sarebbe possibile ed io non ne avevo la più pallida idea ma, una cosa è da dire assolutamente: bambini, don't try this at home! Per il resto mi pare buona la conclusione tratta da Charlie: fatti suoi! A.k.a., se si schianta rimbalza fuori dalla vettura e si arrangia: noi gli abbiamo detto di non farlo.

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- Il Rosberg's pensiero -

Per fortuna che c'era Nico Rosberg a bordo pista che ha potuto offrire il commento tecnico a tutto quello a cui abbiamo assistito. Nico:  cosa si prova ad aiutare il tuo compagno di squadra come ha appena fatto Bottas con Hamilton? 
#respect

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- Toto Wolff abbraccia Arrivabene -

Fatemi capire: questi vivono con le telecamere attaccati ai polpacci per quattro giorni consecutivi, quando non ci sono quelle della regia internazionale, ci sono quelle della stampa, degli smartphone dei tecnici, del pubblico e degli ospiti speciali. Là dove non osano le acquile arrivano addirittura anche le instagram stories di Hamilton... ma non esiste al mondo un cristiano che abbia seguito Toto Wollf mentre abbandonava il proprio seggiolini comodo a bordo box per andare a stringere sportivamente la mano ad Arrivabene dopo il fattaccio della Yankee Candle. 
Giusto per capire che si son detti, come è andata, per farci un po' i fatti loro... così. Comunque grande Toto, bel gesto.

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- Ham vs tutte le malattie del mondo -

Forse ho risolto il dubbio dell'anno, degli anni, del lustro, del decennio: ecco cosa affligge Lewis Hamilton. E' ipocondriaco o, meglio, è nosofobico. Ha paura di contrarre tutte le malattie del mondo. vedo malati! Malati ovunque! Questo certo non spiega i gusti orridi in fatto di abbigliamento e i repentini cambi d'umore, però hanno dei riscontri fattuali. Insomma: alla realtà dei fatti mica ci si puù arrendere. Già in Belgio lo abbiamo beccato bello convinto di potersi prendere chissà quale malattia semplicemente stando seduto accanto a qualcuno con l'alito pesante... Ora siamo al punto a capo, seduto in mezzo alla gente, in stanze affollate, il che, nella sua mente, deve essere il peggio del peggio. Con altre persone, sedersi in pubblico, appoggiare il sedere dove lo hanno già appoggiato altri e condividere l'aria che respiri con il proprio prossimo. Insomma: tu vuoi che muoro? No Lewis, tranquillo che non muori.
PS: intendeva sick, vero?

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- Lewis's Karma -

Vediamo se posso riassumere brevemente i fatti degli ultimi tempi, perchè andrebbero analizzati, proprio sociologicamente intendo, per anni, ma  al momento non abbiamo tempo. Come al solito sono in ritardo di una vita con la pubblicazione dei post rispetto allo scorrere del tempo e della mia vita, e mi sono resa conto, l'ho già fatto da tempo a dire il vero, che parlo troppo di Hamilton. Sembra una fissa epocale la mia... ma seriamente, di che diavolo altro abbiamo da parlare di questi tempi? Almeno lui mette in piazza un bel po' di elementi sui quali ricamare su. 
Tra l'altro, non nego di voler ritornare sul tema più avanti per completare l'opera. Comunque, ora siamo qua. 
Tutto è incominciato dopo l'estate, dopo la pausa estiva, quando da un momento all'altro Hamilton se ne esce fuori con questa panzanata della dieta vegana. Come si suol dire, c'è andato giù pesante. Appena è stato colpito dal morbo pareva in botta completa, non parlava d'altro e non fotografava altro. Ore di storie su instagram a parlarci degli effetti negativi della dieta onnivora sul corpo umano e sull'ambiente che, seriamente, parevano un castello un po' troppo costruito per arrivare da uno che fino a 15 giorni prima santificava la Nutella. I veri colpi di grazia li ha dati quando ha incominciato a pontificare sui collegamenti tra il consumo eccessivo di carne e derivati animali e le calamità naturali. Ecco: a quel punto mi sono seriamente preoccupata per lui. Mi è passata seriamente davanti l'idea che qualcosa gli avesse toccato il cervello... ma fortunatamente è tornato presto in carreggiata. Qualche volta ci aggiorna sulla sua dieta sugli effetti della diversa alimentazione sul suo corpo e sulle prestazioni sportive e, tutto questo, seriamente, rischia anche di essere interessante. Ma non è neanche questo il punto. 
Il punto non è neanche quanto mi sono divertita a seguire l'evoluzione dei commenti a questo proposito. I primissimi commenti a caldo, di matrice italiana, sia chiaro, era tutti, più o meno, del seguente tenore: speriamo abbia subito un calo delle prestazioni fisiche. Qui c'era seriamente chi credeva che, uno sportivo, per quanto folle, eccentrico e maniaco, ma uno sportivo a quei livelli, potesse mandare in vacca una carriera, una vita, una professione, seguendo scelleratamente una dieta a caso strappata dall'ultima pagina dei consigli di viversaniebelli. Avevo detto che non era questo il punto, non rendiamo questo il punto.
Il punto è che la dieta a base di piante di Hamilton non avrà di certo il potere di salvare il mondo dai terremoti, dagli uragani e dai nubifragi però... the butterfly effect! Da quando lui ha rinunciato alla carne e ai derivati animali alla Ferrari non ne va più bene una. Prima si schiantano, poi fondono, poi non sanno come portare avanti il triplo complotto incrociato, poi il candellotto ed ancora mi aspetto cosa potrà mai accadere questa settimana.

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Servizio pubblico

Io non voglio essere una di quelle persone che, vantandosi di aver sempre pagato il canone, alzano in alto il dito per lamentarsi dell'offerta televisiva della RAI. Non voglio neanche essere una di quelle persone che si lamentano del debole servizio della RAI reso in funzione della Formula 1... insomma, "servizio pubblico" ha una accezione molto  più ampia, non vedo come possa essere ritenuto uno dei servizi essenziali da garantire anche la copertura H24 della Formula 1 nel modo in cui la vorrei, nei tempi in cui la vorrei. Però ho un però. Una cosa che devo dire, perchè ci sta. 
Già qua abbiamo perso da un pezzo il diritto di vedere una gara in diretta e, quando le gare stanno in Giappone, a me la cosa va persino piuttosto bene: alla domenica dormo! Non ci penso neanche ad alzarmi all'alba e approfitto della differita per far finta di niente fino alle due e fingere che sia in diretta.
Poi però capita di dover fare attenzione come se non ci fosse un domani perchè la gara viene mandata in differita subito dopo il TG dell'ora di pranzo e, inevitabilmente, l'ultima notizia è quella di sport... quella di sport che ti spoilera come va a finire la gara. Allora bisogna fare il triplo salto mortale, evitare il TG, perchè loro potrebbero far finta di niente, non dare la notizia e godersi a tutto tondo la loro differita, ma no, ed anche se togli l'audio il risultato appare nel sottopancia.
Ormai sono cintura nera di schivatura spoiler: non accendo più la TV 5 minuti prima ma all'ora esatta... così non rischio di beccare il TG. Forse perdo la partenza? Forse perdo il giro di ricognizione? No: mi becco in pieno un tipo in giacca e cravatta che tratta la notizia come se parlasse dell'attentato di Nizza, impettito, serioso, quasi sconfortato nel tono di voce, che vorrebbe introdurmi al GP ... ma mi racconta come va a finire. E si riprende la linea dopo il traguardo credendosi più interessante di quanto accade sul podio. No! Non è così che si fa.

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- 10 -

Piove, guarda come piove

Saltano le prove libere, liberate la fantasia.

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