Nuova gara anomala quella a cui abbiamo assistito questo fine settimana. Io questa stagione la sto adorando, si è capito?
Si è partiti con il grandissimo colpo di scena Made In RedBull, là dove il bimbo prodigio pretendeva di entrare negli annali dei bimbi prodigio prendendosi il record del poleman più giovane di tutti i tempi, incoraggiato dai propri miglior tempi ottenuti in tutte le sessioni prove libere, ecco implacabile la reazione del proprio compagno di squadra, intervenuto in sordina a rovinargli la festa.
Con questa RedBull non c’è da scherzare: la teoria del complotto è dietro l’angolo ma anche la cattiva sorte è lì a tenergli compagnia. A Danny Ricciardo le cose non vanno più molto bene, troppe rotture, troppi strappi al motori, troppa mala suerte dalla sua. Può essere che il giovane amichetto gli abbia tirato il malocchio ma, anche in queste occasioni, se la si coglie di sorpresa, la mala sorte può essere presa in contropiede e non le può essere dato modo di reagire.
Ecco la perfetta realizzazione del miracolo nel momento in cui, già scese le bandiere a scacchi, tutti i piloti stanno concludendo il loro giro veloce, e Danny Ricc prende di prepotenza quello che gli spetta di diritto. KidVerstappen non la prende bene ma ce ne faremo tutti una ragione.
Urla di gioia, urla di rabbia repressa, urla di soddisfazione, questo è quello che ci arriva, nonostante il filtro del casco, ancora posizionato sulla sua testa. Nel frattempo KidVerstappen abbatte barriere per la frustrazione, ma anche in questo caso ce ne faremo una ragione.
Lewis Hamilton in tutto questo si piazza in terza posizione, davanti alle Ferrari, ma è un po’ una di quelle situazioni anomale perchè a lui, per portarsi a casa il mondiale, quasi non servirebbe neanche arrivare al traguardo.
C’è chi avrebbe scommesso in una gara prudente dal parte sua o almeno nell’intenzione di portare a casa il risultato senza mettersi in pericolo… e non è esattamente il mio concetto di “non mettersi in pericolo” quello che abbiamo visto alla prima curva quando si è andato ad infilare di prepotenza tra le due RedBull in prima fila. Non fosse altro perchè una delle due è guidata dal bimbo terribile che ancora non ci ha proprio convinto della propria capacità di partire dalla prima fila senza combinare disastri.
Ed invece no. Sta diventando un bimbo grande: non solo non si sfascia contro nessuno al via ma riesce anche a strappare la prima posizione ai contendenti. Dietro di lui si accoda Hamilton, quindi Ricciardo, più sconfitto tra gli sconfitti.
Da quel momento una completa debacle per chiunque.
In meno di dieci giri iniziano tutti a rientrare per cambiare gomme, le gomme nuove, tra l'altro, faranno schifo a tutti. A qualcuno andrà meglio, a qualcuno andrà peggio. Mai male altrettanto male, in ogni caso, di quanto andrà a tutti coloro che non sono Ferrari, Red Bull e Mercedes, che chiuderanno la gara con DUE giri di ritardo su tutti gli altri. Wow! Un intero schieramento doppiato ben due volte prima della bandiera a scacchi.
Anzi: a qualcuno è veramente andata peggio: a Danny Ricciardo, nuovamente rimasto a piedi nella gara in cui l'unica vettura che sembrasse avere un senso su questo circuito sembrava essere proprio la Red Bull. Mica per niente Verstappen con quella stessa Red Bull alla fine è andato a vincere.
Tutti gli altri hanno incominciato a cambiar gomme al 10° giro e hanno smesso a pochi giri dalla conclusione. Peggio di tutti gli uomini Mercedes, là dove pure Bottas, quinto classificato, ha subito un doppiaggio e dove Hamilton, ha concluso a 78 secondi dalla vetta.
In fondo in fondo, però. la verità era davanti agli occhi di tutti. Con Vettel in seconda piazza e con il gruppo di coda a due giri di distanza, a Hamilton a nulla davvero serviva lottare per il podio. Ed ad un certo punto deve essere sembrato evidente pure a lui. Qualcosa a caso tra la sorte ed il fato lo hanno condotto proprio ai piedi dello stesso, ma la debacle di prestazioni in pista hanno lasciato ben poco all'immaginazione su quelle che per l'occasione erano le prestazioni date dalla vettura. Emblematiche quei due fuoripista sull'erba che avrebbero potuto trasformarsi in qualcosa di drammatico... ma che a conti fatti non sono due ma uno solo. Il primo (cioè l'unico) è quello di Hamilton che, lagnandosi morbosamente delle sue gomme, finisce sull'erba, non si capisce bene come non finisce a muro, recupera la strada e continua la sua gara ad un decenio di distanza da quelli che lo precedono. Poi c'è Bottas, più Barrichellizzato che mai, al quale devono avergli impartito la fantomatica strategia di gara del "segui quello davanti a te", che finisce sull'erba nello stesso identico modo, nella stessa identica curva, a pochi giri di distanza. Anche per lui nessun dramma: riesce a recuperare terreno e riprendere la gara a due decenni da quelli che precedono.
Hamilton ha così, ancora una volta, roccambolescamente, portato a casa il suo quinto titolo mondiale... e facciamo pure partire lo statisticone su quanti titoli si è aggiudicato salendo sul podio e quante volte ha preferito lasciare agli altri l'onore della burocrazia pre e post-podio per passare ai festeggiamenti senza altre perdite di tempo.
Momento cuteness of the day: SebVettel e Lewis Hamilton che si abbracciano una volta che anche Hamilton riesce ad arrivare al traguardo. Con due 78 secondi di ritardo c'è voluto un bel po' prima di arrivare alla festa che quasi quasi stava per partire senza di lui... ma gli impazienti moriranno infelici.
Hamilton è arrivato, ha sgommato, ciambellato qua e là, interrotto Verstappen che pretendeva di essere felice per la vittoria facendogli notare che, ancora una volta, dei suoi successi non frega niente a nessuno. Complice David Coulthard in freda a quell'euforia da domanda molesta con la quale ha accolto i primi tre al traguarod, SebVettel ci ha messo per davvero solo un istante ad interrompere l'intervista con un "scusa, vado a salutare Lewis" più epico che mai.
Fermate la festa e guardate quello che sta accadendo solo per un attimo.
E non lo dico a tutti quelli che si stanno contorcedo in tripli complotti carpiati con tutta quella inutile discussione dei cerchioni bucati della Mercedes. Quella avrebbe già dovuto lasciare il tempo che trova, ma visto che non è così, da voi tornerò, ma non è questo il momento.
Fermate la festa e guardate quello che sta accadendo solo per un attimo: dall'ultima evoluzione tricologica di Lewis Hamilton sembrerebbe stia andando a cercare l'esatta punta di biondo di Vettel!
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