Per chi come me è cresciuta guardando gare alla televisione, il Gran Premio di Monaco è chiaramente la gara in cui Rosberg ripercorreva la strada per andare a prendere il latte. Non mi ricordo esattamente quale dei grandi saccenti dell'ambiente abbia mai pronunciato questa massima di saggezza, ma non fatico molto ad immaginarlo.
La simpatica metafora alludeva, sottilmente, al fatto che Rosberg sia praticamente cresciuto nel Principato e avesse una certa familiarità con le stradine locali... ovviamente tutto questo ragionamento, non ve lo devo dire io, non sta in piedi neanche per sbaglio. Prima di tutto, perchè Rosberg è tedesco, familiarità con le strade del Principato ne ha tanta quanta l'altro 50% dei piloti in griglia che lì hanno residenza e, soprattutto, la viabilità ordinaria non assomiglia neanche per sbaglio a quella che può avere il disegno del circuito. Fortunatamente, vorrei aggiungere. Tra l'altro quest'anno in pista ci ritroviamo una delle tre persone al mondo che la cittadinanza del Principato la ha per davvero, come la mettiamo?
Ma siamo qua anche quest'anno, al via del gran premio più improbabile della stagione, rinnovato di anno in anno neanche fosse patrimonio dell'UNESCO.
Ma siamo qua anche quest'anno, al via del gran premio più improbabile della stagione, rinnovato di anno in anno neanche fosse patrimonio dell'UNESCO.
Credo che ogni discussione, più o meno sensata, in materia di halo dovrebbe sempre concludersi con un sonoro: eh, ma Montecarlo? Un po' tipo eh, ma i Marò? Oppure eh, ma le foibe? La pista con il più alto tasso di tombini volanti, paratie saltate in aria, ingressi della safety car a casaccio... ma stiamo ancora fingendo che sia l'appuntamento più emozionante della stagione. Ma per chi, esattamente? L'unica gara in cui a farla da padrone non sono neanche le regole del pongo regolamento FIA, ma quel simpatico involtino cinese del sovrano locale. Che poi sarebbe Principe Alberto, uno che, pur essendo la carica più alta del paese, non riesce ad andare oltre al titolo di Principe e che probabilmente sente la necessità di compensare il fatto che, in giro per il mondo, la sua parola riesca ad avere ancora meno rilevanza di qualunque cosa detta o fatta dal wannabe-principe Emanuele Filiberto di Savoia, dettando legge in fatto di grid girls.
Perchè ogni capo di Stato deve pur lasciare un segno nella storia e lui, che probabilmente con la politica estera non ha mai avuto a che fare, in una cosa ha deciso di specializzarsi. Quella. E qualcuno ancora si domanda com'è che sua moglie all'altare piangesse disperata invece che dire lo voglio.
Perchè ogni capo di Stato deve pur lasciare un segno nella storia e lui, che probabilmente con la politica estera non ha mai avuto a che fare, in una cosa ha deciso di specializzarsi. Quella. E qualcuno ancora si domanda com'è che sua moglie all'altare piangesse disperata invece che dire lo voglio.
Un giorno di questi magari vi racconto anche quella di Montecarlo quale (brutta) imitazione di Genova. Perchè Genova è la superba, mica la simpatica.
Riassunto di quanto è stato detto fino a questo momento: Rosberg è il vero Principe di Monaco... ma come riusciremo ad adattarci all'idea di non averlo in pista? Avendolo in pista, fuori pista, dentro pista, cementato in qualche pilastrino e su ogni social network del pianeta. Rosberg non è mai andato vie e, mai come questo week end, è ovunque. Lo abbiamo visto girare insieme a suo padre incensando la propria magnificenza, lo abbiamo visto ai microfoni di Sky, lo abbiamo visto girare per il paddock mano nella mano con la moglie (forse ha paura che scappi), lo abbiamo visto guardare brutto Leclerc domandandosi ma adesso questo da dove esce? Ma questa, tra l'altro, è solo l'ultima serie di una mirabolante trottola di super eventi ai quali ha preso parte in questi ultimi giorni. Vedi la partecipazione in area FormulaE ... ma vedi anche quell'enorme Ferrero Rocher che si è portato a casa per non smettere mai di gloriarsi della propria magnificenza. Viste le premesse mi pare chiaro che per Hamilton questo week end non ci sia speranza.
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