martedì 3 aprile 2018

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Overcut

Pare che a questo mondo ormai sia necessario trovare un termine tecnico per ogni brufolo che ti compare sulla fronte. A volte non è così necessario. A volte un brufolo sulla fronte è solo un brufolo, non c'è bisogno di indagare in pippe mentali galattiche per misurare quanto sia rosso, infetto, prurolento, antiestetico e via di seguito. A volte l'unico modo in cui ti verrebbe da reagire è alla maniera di Lewis Hamilton, abbassare le braccia e, sconfitti nello spirito e nell'animo, domandarsi "ho fatto qualcosa di sbagliato?".
Cosa ho fatto di sbagliato nella vita? Signori e signori: ecco a voi presentato l'overcut! Il termine pare complesso, nella pratica lo si può spiegare in quella faccenda per cui Vettel è rimasto in pista dopo il rientro al pit di Hamilton e Raikkonen e, al momento giusto, se ne è pippati due al prezzo di uno senza sapere da che parte è passato.  
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The 100

Non è il titolo di un film ma il club unico ed esclusivo in cui SebVettel è riuscito ad entrare dopo la conclusione del gran premio australiano. Il club composto da tutti quelli che, in carriera, sono riusciti a raggiungere 100 podi. Confratelli d'occasione: Lewis Hamilton, lo Zio Mickey e Alain Prost.
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Ok

Ovvero: tutto quello che Raikkonen ha avuto da dire dopo la conclusione del gran premio. Continuo a sostenere che, forse, il suo social d'esordio sarebbe dovuto essere twitter, ma quello vecchia maniera, 180 caratteri e ti passa la paura. In questo caso ne sarebbero pure avanzati un bel po', perchè mentre il mondo si è sperticato in chiacchiere fantasiosissime, analizzando ogni secondo di gara, riguardando a rallenty il passaggio di SebVettel in pit lane e tutto il cucuzzaro di contorno, lui è riuscito a dire l'unica cosa che avrebbe avuto senso dire: ok! Andiamo avanti. Possiamo montare sto castello di carte alla prima gara?
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Chebottas!

Bottas si è davvero impegnato a darmi torto questo week end e lo ha fatto in tutti i modi possibili ed immaginabili. Era solo qualche ora prima della gara che mi stavo sperticando in parole positive per lui, mentre il mondo intero lo bollava come l'ennesimo enfant prodige sgonfiato in fretta. Prima di tutto ha preso una di quelle tranvate epocali in qualifica, distruggendo tutto quello che poteva essere distrutto a bordo della sua vettura, per poi mettersi al volante in gara e non fare nulla di quello che ci si poteva aspettare da una seconda guida che si rispetti. Non ha aiutato Hamilton che, laggiù in fondo, se la è dovuta vedere tutto da solo con i man in red e ha concluso una gara del tutto anonima ed insignificante. Mai brutta come quella di Verstappen, ma a tutto deve pur esserci un limite.

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Fucsia

Benvenuta a me stessa alla prima esperienza di gara con Sky italiana. Credevo di essere un tipo di vedute abbastanza ampio da questo punto di vista: ho seguito per una vita Mazzoni&c. in Rai, ho avuto diverse variazioni di rotta su Sky UK, forse qualcosina in spagnolo ma non ricordo bene la rete, non mi ero mai resa conto di aver saltato a piè pari il capitolo di Sky italia. Certamente qualche opinione l'avevo letta in giro... e come dimenticare l'exploit di Paola Saluzzi di qualche anno fa? 
Ora ho capito di cosa parlava il mondo. Ora ho capito quanto fastidio possa recare sentir ripetere a ripetizione il termine "fucsia". E' proprio una sensazione a pelle, qualcosa di quasi viscerale, che sorge a livello inconscio e si esternalizza attraverso scatti d'ira controproducenti. Controproducenti perchè il commentatore che trova giovamento dell'inseguire il colore più improbabile dell'arcobaleno, non ne avrà alcun danno... a differenza di oggetti, cose e persone accanto a te. 
Credo mi convertirò a brevissimo alla 100%-silent-race.
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Ambassador

non porta pena. Però ci sono ambasciatori e ambasciatori. Ognuno sponsorizza quel che può, l'importante sono i big money che ti entrano in tasca...
... ma alla fine della giornata un paio di domande ce le di può anche incominciare a porre. E non parlo per me. Io non ho trovato neanche un bar che voglia sponsorizzare le mie giornate attraverso regalie sotto forma di caffè. Parlo, per esempio, del due volte campione del mondo più spocchioso sulla faccia della terra che, pur di appiccicare qualcosa su quella tuta tristemente bianca, non ha trovato niente di meglio di un bel paio di infradito... e non sarò mai abbastanza grata a Vandoorne per la foto definitiva della vita!
Poi però c'è Rosberg, che di titoli mondiali ne ha uno solo, in Formula 1 ha smesso di correrci da un pezzo, eppure lo ritroviamo a bordo pista (e non per l'intero calendario di gare) ad indossare il marchio Rolex. 
Comunque belle le ciabatte eh? Quasi più utili di un Rolex al polso. 
Anche se.
Vabbè.
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Stastisticone

E' partita la prima stagione della storia della Formula 1 con due quattrovoltecampionidelmondo. Non c'è da dire altro.
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Kids

Kids come i bambini che hanno sostituito le gridgirls in griglia di partenza. 
Kids come quelli a bordo della Williams, in virtù dei quali abbiamo appiedato tanto un Pippo Massa quanto in Robert Kubica. Anche se quello che penso dell'appiedamento dei due è già noto da tempo. Tra l'altro è anche già noto da tempo quello che penso dei giovani talenti che si fan strada grazie al portafoglio di papà. Praticamente un continuo braccio di ferro di negatività. Detto questo credo un filo preventivo evocare l'ingresso in pista di Kubica dopo il primo ritiro di Sirotkin causato da un sacchetto di plastica andatosi ad infilare nella presa dell'aria del freno. Ammesso e non concesso che questa frase tecnicamente abbia senso. Confesso di averla copiata-incollata. 
Kid come Max Verstappen, che probabilmente è finito a letto senza cena dopo una gara più demoticante e incolore di quanto non avesse, come al solito, boriosamente annunciato di voler correre. Le RedBull quest'anno sembrerebbero essere partite con una marcia in più degli ultimi anni, Ricciardo ha concluso quella che, secondo me, è stata la miglior prestazione in pista. Poi c'è Verstappen che parte male, è impreciso, perde posizioni, supera quando non può farlo o quanto non riesce a farlo e, alla fine, fa anche segno ad Alonso perchè si riprenda la sua posizione. Sua solo perchè stiamo parlando della quinta, quintolo per vocazione. 

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Quintolo

Pare che qualcuno lo abbia già insignito del titolo di driver of the day per la gara australiana. Ma che gara avete visto? Non dico che non ho strabuzzato anch'io gli occhi quando ho realizzato che si stava per materializzare veramente la quinta piazza. Dopo aver visto la manina di Verstappen che, hapo permettendo, ha fatto segno di passare, prima ho pensato che da un secondo all'altro gli sarebbe imploso il motore, poi non ho più potuto credere ai miei occhi e sono espolosa in un quintolo d'epocale memoria. Tra l'altro oggi è un successo, allora una sconfitta, come cambiano i tempi. Però basta complimenti perchè rischia di montarsi la testa e tornare ad insultare meccanici in team radio. Lo faccio per loro.
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#EpicFail

E' una sola parola perchè prevede l'hashtag. Come sono giovane. O giovanile.Ovviamente sto parlando delle Haas. La domanda è solo una: ci sono o ci fanno. L'epic fail in gara purtroppo non ci ha dato modo di capire bene la situazione. Le due partenze, tanto di Magnussen quanto di Grosjean, sono sembrate anticipare cose grosse - dal loro punto di vista - per la stagione o sbaglio? Saranno davvero in grado di andare a rompere le scatole laggù in fondo tra il gruppetto di testa?
Mentre noi ci danniamo il cervello nel rispondere a queste domande fatidiche, loro probabilmente dovranno pensare a come riorganizzare la formazione meccanica di quelli che stanno al muretto in modo tale che non vadano in panico al primo bullone da svitare o che, non si facciano prendere dalla frenesia del rilascio anticipato se non è andato tutto come dovrebbe andare. 
No, perchè al primo bullone mancato, è una brutta figura. Al secondo nel giro di cinque minuti - o ti inventi un fantomatico problema alla pistola avvita bulloni - o è una grandissima figura di merda. 
Scusate il francesismo, me lo ha ispirato Grosjean.

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