Resoconto sintetico delle vicende dello scorso week end. Al sabato Hamilton ha preso la pole position sotto la pioggia, poi Robin Raikkonen ha mangiato un gelato ed il mondo ha avuto occhi solo per lui.
Alla domenica Hamilton è tornato a vincere ma, una volta scesi tutti dalle loro vetture, Robin Raikkonen ha allungato le sue braccine verso il padre ed il mondo ha avuto occhi solo per lui. Quindi è salito sul podio con una bottiglia d’acqua ed ha mostrato al mondo di non aver affatto preso dal padre. Prima di tutto, perchè quella bottiglia il padre se la sarebbe bevuta, in secondo luogo perchè il padre non ci sarebbe andato con dell’acqua ma, al massimo, con della Vodka. In ogni caso il mondo ha avuto definitivamente occhi solo per lui e di quello che combinano Hamilton, Vettel, Bottas e tutto il cucuzzaro ha smesso di fregargliene una volta per tutte.
Spiace dirlo ma Robin Raikkonen is the new Felipinho Massa.
Resoconto del week end per chi ha qualche minuto in più da spenderci dietro. Prima di tutto Hamilton si è preso la pole al sabato sotto la pioggia, cosa che non è da tutti, soprattutto perchè le condizioni della pista mutavano di secondo in secondo. Diciamo che c’è voluta una buona combinazione tra culo, tempismo e capacità di non scivolare sotto la pioggia. Capacità di non scivolare che, in effetti, hanno avuto anche le due Ferrari forse prese dal panico di replicare i fattacci tedeschi. In questo modo Raikkonen terzo, Vettel quarto.
Per la domenica la previsione meteo era del tutto differente e differenti sarebbero dovute essere le prestazioni in pista, là dove le Ferrari minacciavano di far faville sull’asciutto.
Parliamoci chiaro: la gara è iniziata e un’infinità dopo è calata la bandiera a scacchi e, finalmente, si è conclusa. Qua nessuno ha fatto faville e, se non fosse stato per Ricciardo, non avremmo avuto assolutamente niente a cui puntare lo sguardo.
In RedBull tanto per cambiare marca male in fatto di affidabilità: Danny dovuto partire in millesima posizione, ha recuperato tutto, un sorpasso dopo l’altro fino alla quinta piazza, kid Max non ha visto il decimo giro in pista dopo un clamoroso no power urlato a pieni polmoni. E’ un peccato, proprio ora che ha imparato a partire senza schiantarsi a destra e a manca.
Là davanti, buona la gara di Hamilton che “semplicemente” è partito e ha tirato dritto fino alla fine, buona anche quella delle due Ferrari, dove a questo giro nessuno è stato mobbizzato. Più o meno. Perchè quel oops! Ci siamo dimenticati di collegarti la cannuccia al bicchiere in team radio a Raikkonen in pochi l’hanno tollerato.
In ogni modo, assetato e disidratato, ma alla fine c’è arrivato. L’ha terza piazza l’ha persa praticamente al via in favore di Vettel. Non perderla sarebbe stato del tutto inutile visto che l’avrebbero obbligato a cedere il passo prima della fine della gara. Se poi non avesse anche un bel divieto di sorpasso sul compagno sarebbe anche riuscito a riprendersela prima della fine essendo chiaramente faster than him.
Se la gara si fosse conclusa a cinque giri dalla fine credo he sarei qui, come tutti, ad insultare in lungo e in largo la prestazione di Bottas, secondo ma a 17 secondi di ditacco da Hamilton. Una roba imbarazzante andata avanti dall’inizio della gara. In quegli ultimi cinque giri, però, ne sono successe un po’ di tutti i colori. Vettel, dopo circa 95 giri di tampinamento, è riuscito ad avvicinarsi abbastanza per tentare un sorpasso. Sorpasso, tentato e riuscito anche se, in uscita dalla manovra, i due si sono toccati il che ovviamente incrimina il povero Bottas per lesa maestà o qualcosa di questo genere.
Le cose, tra l’altro, proprio a lui non sono andate molto bene. Un ala frantumata, due posizioni perse in un sol boccone, una terza piazza persa dopo l’avvicinamento di Ricciardo. Le cose sono andate più o meno così: Ricciardo si avvicina, tenta il sorpasso, Bottas gli entra nella fiancata, Ricciardo con buco nella pancia continua la sua corsa, dal muretto invitano Bottas a restituire la posizione per scongiurare altre azioni, quindi Bottas quinto e le Ferrari sul podio. Poi sul podio arriva anche Robin ma sono cose che abbiamo già allegramente detto sopra.
Da questi pochi attimi concitati di gara sono scaturite nei confronti di Bottas le peggio polemiche che essere umano non può neanche immaginare. Dal kamikaze in poi è parso tutto lecito, all’esito di una gara che, al netto di tutte le mie critiche, oggettivamente non è andata tanto male. Aggiungo che, prima di questi benedetti cinque giri dalla conclusione, io sono piuttosto certa di aver letto in giro dei commenti assolutamente favorevoli a nominarlo driver of the day. Fino a cinque giri dalla fine eravamo tutti dietro a considerare come stesse tenendo testa a due ferrari indiavolate, come stesse reagendo dignitosamente al doppio cambio di strategia in corso di gara, ed attendendo in fibrillazione la doppietta Mercedes. Perchè non dovremmo neanche dimenticarci che, dopo un primo pit stop anticipato per reagire d’istinto al pit super anticipato di Raikkonen, gli è stato di fatto annullato il secondo cambio per evitare di perdere posizioni.
Al momento del fattaccio con Vettel, a cinque giri dalla conclusione, possiamo dire con assoluta certezza che le sue gomme fossero alla frutta, a differenza di quelle di Vettel, vecchie ma non vecchissime, essendo andato sulla sola sosta avanzata, e a differenza di Raikkonen che si è portato a casa con successo il secondo cambio.
Al momento del fattaccio con Ricciardo, a cinque giri meno un pezzo dalla conclusione, possiamo dire con certezza che le sue gomme fossero alla frutta e che la sua ala fosse in frantumi, a differenza di quella di chiunque altro nei dintorni e che, in quelle condizioni, non riuscire a tenere la macchina in pista è più che normale. Oltre al necessario scazzo per l’aver visto l’ennesima gara della stagione andare in pappa a pochi giri dal traguardo.
Mica per niente i commissari hanno investigato sul contatto con Ricciardo, mica quello con Vettel. Giusto per mettere gli animi a tacere gli hanno persino piazzato lì una punizioncina, dieci secondi di penalità nell’ordine di arrivo che, a conti fatti, non gli fa perdere neanche mezzo punto avendo l’eternità di vantaggio dal sesto qualificato.
The end.
Anzi no, perchè è a questo punto che ha avuto inizio il Robin Raikkonen show.
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