sabato 23 maggio 2020

Australia 1999 - Gara

Correva l'anno 1999 ed io ero una piccola tifosa di Eddie Irvine. Non mi ricordo quando è incominciata, quando è finita, cosa l'ha scaturita e non mi ricordo neanche di aver seguito più di tanto la Formula 1 in quegli anni, però quella, per me, in quel momento storico, era una cosa seria. Probabilmente è stato il mio primo gesto sovversivo in un'epoca in cui Schumacher, se non fosse per quella sua fisiologica ripugnanza dall'imparare a parlare almeno due parole di italiano, avrebe potuto essere eletto Presidente della Repubblica e nessuno ci avrebbe trovato nulla di strano. Forse stavo solo incominciando a mostrare i primi segni di cedimento davanti a quei riccetti scompigliati, forse semplicemente non avevo idea di chi altro ci fosse in pista e se non volevo cedere alla dinastia degli Schumacher non è che mi rimanesse molta alternativa. Quanto sono poetica.
HAK COU MSC BAR
Prima gara della stagione che vede le due McLaren partire in pompa magna dalla prima fila. Hakkinen in pole, Coulthard fedelmente al suo fianco. Dietro di loro Michael Schumacher ancora in attesa della sua rivincita in rosso e Barrichello al quale bisogna solo fare attenzione perché non cavalca ancora un cavallino rampante. Irvine è solo alle loro spalle cercando dalla terza fila di non passare eccessivamente inosservato.
Colpi di scena iniziano ancora prima della partenza, concluso il giro di ricognizione la vettura di Johnny Herbert dalle retrovie inizia a fumare, è costretto ad abbandonarla sulla griglia di partenza interrompendo sul più bello la cerimonia di spegnimento dei semafori. Nello stesso istante, stesso identico problema anche per Barrichello, il destino delle due Steward Ford sembra compromesso irrimediabilmente. Intervengono i due meccanici, portano via le macchine. Quel sindacalista di Barrichello non ci sta: corre alla ricerca di quel senso di giustizia che chiunque meriterebbe su questa terra. Non è colpa sua, vorrebbe partire, poterlo fare dalla sua posizione, non è colpa sua, è la vettura che ha preso fuoco.
In pista è il caos. Le vetture devono compiere un altro giro di installazione, ma alcune tra di loro non partono. Tipo Hakkinen, che però riesce a rimettersi in marcia prima che sia troppo tardi. O Tipo Schumacher, che deve essere spinto ed un fattivo intervento dei meccanici arriva solo quando tutte le altre vetture sono ormai già scivolate via. C’è anche Takagi, su Arrows nella retrovia della retrovia che non parte neanche a spinta ma di questo ce ne potremmo fare una ragione molto più in fretta.
Mentre Hakkinen può riprendersi la pole, Schumacher è costretto ad accodarsi, senza neanche la soddisfazione di essere ultimo perché c’è Takagi.
In ogni caso, sempre meglio di come se cose vanno ad Herbert, costretto al box, e Barrchello, in partenza dalla pit lane. Allo spegnimento dei semafori rossi la griglia di partenza è un gruviera. La seconda fila di fatto non esiste.
HAK COU --- --- FRN IRV
Hakkinen spunta la prima piazza, Coulthard inizia a litigare con lui sin dalla prima curva (peraltro senza ottenere un bel niente) mentre, dietro di loro, Irvine ha la meglio sul giallissimo Frentzen ottenendo così la terza posizione.
Quale nota di colore di inizio gara, nelle retrovie l’altro giallissimo finisce nella mischia e in testacoda e sull’erba, Hill e Alesì devono salutare la gara da lontano con la mano ma non ce ne preoccupiamo più di tanto.
Le McLaren in men che non si dica prendono un notevole vantaggio sulla Ferrari di Irvine che, per la cronaca, credo essere una delle ultime Ferrari esteticamente accettabili della storia del team. Tutta questa situazione gioca terribilmente a vantaggio di Frentzen che, per indole, quando vede una Ferrari vede rosso come i tori. Nel frattempo Schumacher sorpasso dopo sorpasso prova a dare un senso alla propria gara, certamente non soddisfatto di come sta prendendo il via questa stagione anche se, con il senso del poi, molto prima dell’ultima gara giapponese avrà modo di rivalutare le proprie priorità.
Coulthard ha avuto bisogno di qualche giro in più del compagno di squadra prima di prendere il ritmo della gara ma, una volta incominciato a macinare, l’obiettivo di prendere Hakkinen si è reso una reale possibilità.
Non possiamo però dimenticarsi che il vero soprannome è David-mai-una-gioia-Coulthard: giunto ad un secondo di distanza è costretto a rientrare ai box e lì fermarsi per sempre. La sua gara finisce al 15esimo giro proprio nel momento in cui in pista scende la Safety Car per recuperare ciò che rimane della vettura di Villeneuve sparpagliata qua e là per il circuito.
HAK IRV FRN RSC
Il rientro della SC porta ulteriore scompiglio in pista, Hakkinen rallenta un po’ troppo sul rettilineo che precede la ripresa della gara. Irvine non capisce bene cosa deve fare, se può già superare, nel dubbio lo affianca, le vetture dietro si compattano a formare uno sciame. Superata la linea del via Irvine si prende la prima posizione, Hakkinen rallenta sempre più, Ralf Schumacher beffa Frentzen mentre anche il fratellone maggiore, che tra una cosa e l’altra prima della SC era risalito fino alla settima piazza, si butta nella mischia per riprendersi tutto ciò che gli appartiene. Mentre Irvine vola via le vetture dietro iniziano a sorpassarsi e risorpassarsi stizzite, qualcuno finisce sull’erba, qualcuno recupera posizioni, qualcuno (e qua parlo di Hakkinen) con calma serafica arriva fino ai box, dove non si capisce bene quale sia il problema ma lo rimandano in pista ormai in ritardo di almeno due giri.
IRV FRN TRU RSC
Al 20esimo giro Michael Schumacher è in quinta posizione, le due McLaren che dovevano conquistare il mondo, sono sparite dai nostri radar e questa gara sta assumendo scenari inaspettati. All’improvviso una nuova SC in pista. Gli stessi piloti sembrano sorpresi. Irvine gli inchioda ad un metro dal paraurti quando se la è trovata davanti, Frentzen compie manovre improbe per non precipitare di violenza su tutti e due, mentre Michal Schumacher compare in quarta posizione e nessuno capisce esattamente che fine abbia fatto Trulli.
IRV FRZ RSC MSC
Il problema alla base di tutto questo è che la SC è dovuta scendere nuovamente in pista a causa di un violento incidente nelle retrovie, qualcuno ha piroettato, è rimbalzato da un lato all’altro della pista tra le due barriere, distruggendo la vettura nell’impatto, ma ciò a cui stiamo prestando la nostra attenzione è il ritiro definitivo di Hakkinen, rientrato al box con le pive nel sacco. Per la cronaca il pilota incidentato era Zanardi, ma al momento non abbiamo tempo di pensare a queste cose: la SC è tornata in letargo, Irvine è riscattato dalla propria prima posizione lottando per la vittoria mentre Gene e Trulli davano spettacolo in campo andando per violette. Anche loro costretti al ritiro. Drammi anche per la Ferrari di Schumacher al quale salta un alettone e scoppia una gomma, non si sa bene in quale ordine ed è costretto a rallentare per tornare ai box. Gli incipriano il naso, lo rimandano in pista e anche a questo giro non gli tocca la coda del gruppo ma ci va molto vicino.
IRV FRN RSC TAK
Per la serie vetture che esplodono a casaccio, c’è anche quella di Wurz che sul più bello lancia una fumata bianca e si arrende a bordo pista.
Frentzen litiga con sé stesso, da un lato avrebbe l’obiettivo di andare a prendere Irvine davanti sé, dall’altro quello di non farsi prendere dal Schumacher sbagliato dietro. Nel dubbio si piazza a metà strada tra l’uno e l’altro rendendo del tutto inutile la sua presenza.
Al momento di rientrare per il proprio pit, Frentzen copia la strategia Ferrari e si lancia in pit lane dietro ad Irvine, peraltro avendo problemi a mantenere la carreggiata per la brusca frenata.
Il box Ferrari fa egregiamente il suo lavoro, che poi è un’altra di quelle cose che entro la fine della stagione ci sarà modo di rimangiarsi: rimandano Irvine in pista senza che Frentzen abbia neanche il tempo di pensare di fare una qualche contromossa. All’uscita della pit lane incontrano Fisichella, insinuatosi tra i due ma con quel bellicoso spirito di voler puntare, anche se per un solo momento, alla prima posizione.
Quando da un po’ non si stava più parlando di Schumacher, giusto per non andare ad offuscare la vittoria che il compagno di squadra si sta portando a casa, con un colpo di teatro mondiale rientra in pit lane senza il minimo preavviso. Talmente senza preavviso che taglia la corsia di ingresso, nessuno ai box lo stava aspettando e lui, giusto per non darla vinta a nessuno, neanche si ferma alla piazzola. Tira dritto, fa un altro giro e quindi rientra, in pit lane rallenta più del necessario, i meccanici hanno già pronto tutto ciò che serve per rimetterlo al mondo, benzina, gomme ed anche un volante nuovo. Lo preparano per la festa e lo rimandano in gara: se non ha ottenuto l’ultima piazza questa volta non so cos’altro gliela potrebbe far conquistare.
La cosa più divertente della questione è che mentre il mondo di Schumacher si sgretola sotto di lui al suo passaggio ma in qualche modo riesce a rimanere in piedi, il mondo di tutti gli altri implode senza alcuna gioia. Tipo Luca Badoer costretto anche lui dalla sua vettura ad accostare e tornare a casa. Di questo passo riesce addirittura a mantenere viva l’aspettativa di finire la gara in una posizione che dai posteri potrebbe anche non essere ricordata con disprezzo.
IRV FRN RSC FIS
Ovvero l’ordine con il quale riusciranno dopo 57 giri a superare la bandiera a scacchi, con grande gioia e gaudio tra gli astanti. Prima vittoria in carriera per Eddie Irvine ma missione compiuta anche per Michael Schumacher, riuscito finalmente ad certificare la sua ultima posizione, doppiato di un giro, e addirittura in ottava posizione. Questo per lui significa più o meno zero punti iridati ma una grande soddisfazione personale.

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