sabato 27 ottobre 2018

Gran Premio USA 2018 - Gara


Potremmo definire questo il gran premio della strategia gomme delirante. Però alla fine Raikkonen si è portato a casa la coppa più grande, quindi io, sinceramente, me lo faccio bastare per redimere l’intera situazione e starmene in beata serenità.
Da altri punti di vista questa gara potrebbe sicuramente essere vista come il gran premio del vorrei-ma-non-posso di Lewis Hamilton, ad un passo dal quinto titolo mondiale, frenato da una terza piazza probabilmente inaspettata per come si erano messe le cose all’inizio
All’inizio Vettel si è portato a casa una bella “tre posizioni di arretramento in griglia”, giusto per gradire, per una di quelle stupide cose di cui potrebbe fare tranquillamente a meno durante le prove libere ma che, ormai, non riesce più a trattenersi.
All’inizio Vettel partiva in quinta posizione. Una seconda piazza conquistata “sul campo”, una prova fila regalata al compagnuccio di squadra che, per l’occasione, pare fosse libero di fare la gara che voleva senza dover asservire il bimbo prodigio. Diciamo che ormai in Ferrari a questo mondiale non ci crede più neanche per sbaglio, Raikkonen non deve più mantenersi cara la poltrona e, soprattutto, da quando in Mercedes giocano a fare i Bad Guys alle spalle di Bottas, quegli altri si sono eretti ad enti morali in grado di giudicare e puntare il dito su tutto quello che sembra anche solo da lontano non politicamente corretto. Ma va bene, è il gioco dei ruoli anche questo.
Insomma: non c’era neanche una buona ragione per cui Raikkonen dovesse tenersi per se una partenza degna di questo nome… e così fu. Tanto più partendo accanto ad un Hamilton che, a questo punto del mondiale, piuttosto che prendersi un rischio in gara andrebbe a mangiarsi un hamburger da McDonalds.
All’inizio Raikkonen beffava Hamilton sulla prima curva e tenendosi la testa della gara, mentre Vettel finiva in testacoda e, di seguito, praticamente nelle retrovie della gara. It happened again. 
Se solo avessi il modo di utilizzare questa mia dote per altre e più nobili ragioni (vedi: sbancare la lotteria) io certamente avrei pubblicizzato per tempo il fatto che ero assolutamente certa che Hamilton non si sarebbe portato a casa la coppa così in fretta. Le ragioni erano davanti agli occhi di tutti. Prima di tutto mancava la mamma ai box. E la mamma ai box c'è sempre nei momenti clou. O almeno il fratello, il padre... ai bei tempi c'era Nicole, ora ci si arrangia un po'. Sarà che dopo quattro mondiali anche lei si è stufata di organizzare feste... ma la sparizione delle treccine dalla testa di Lewis proprio alla vigilia della gara erano un segno inequivocabile. 
Dopo l'autoesclusione dai giochi di SebVettel la gara ha iniziato a prendere una piega inaspettata. Verstappen, che era partito dalle retrovie, improvvisamente si ritrova nelle prime piazze e, dopo una serie di magheggi, chiuderà persino la gara in seconda piazza. Ricciardo non è altrettanto fortunato: parte bene, si ritrova incastrato nelle diavolerie di Vettel all'epoca del testacoda, sembra riuscire ad andare avanti con la propria gara senza perdere niente... finchè non interviene una mano dall'alto a spegnergli improvvisamente la vettura in mezzo al nulla. Di punto in bianco. Le telecamere lo riprenderanno a fuori pista a lanciare verso il cielo parole del gatto. Giunto così al settimo ritiro della stagione, ha preso notevolemente vantaggio sul suo compagno di squadra nel gran trofeo "domani è un altro giorno". 
Raikkonen porta a casa, un giro dopo 'altro, la gara della vita.mo spunto in partenza, ottima gestione, non si fa mai avvicinare troppo dal nemico, regge i testa a testa con chiunque abbia tentato di prendergli la posizione, dimostra di voler andare a prendersi questa vittoria e lo fa!
Hamilton, là dietro, cerca forse la buona ragione per ritardare i festeggiamenti. Forse per davvero la mamma non ha fatto in tempo ad atterrare in America o forse non erano ancora pronte le magliette stampate per l'occasione. Quando parlo di strategia gomme delirante mi riferisco a quella grande mossa ordita dal muretto Mercedes che per decidere quando rientrare a cambiar gomme ha semplicemente detto al pilota di fare il contrario di quello che avrebbe fatto Raikkonen. 
Alla fine Raikkonen non è rientrato, lui sì, ha cambiato gomme con forse un po' troppo anticipo obbligandosi ad una seconda sosta prima della conclusione, è scivolato in terza piazza e, grazie alla quarta di Vettel, il margine di punti per dirsi matematicamente campione del mondo ancora non è stato raggiunto. 
Detto questo, se c'è una cosa che mi fa ancora sorridere molto è il rinato fanatismo ferrari. Rinvigorito dagli eventi e galvanizzato come ad inizio campionato. Girando per uffici pubblici lunedì mattina ho incontrato un ragazzo indossare la cravatta marchiata con cavallino rampante. L'ho guardato, gli ho sorriso con un filo di compassione, sono donna e sono bionda, probabilmente non avrà neanche capito a cosa mi riferissi. Cari amici ferraristi, i 70 punti di vantaggio di Hamilton  in classifica vi fanno ciao con la manina.

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