Dopo il rientro dal Brasile siamo giunti tutti alla conclusione finale che la miglior strategia sia stata inevitabilmente quella di Toto Wolff. Sulla performance Ferrari c'è veramente poco da dire, quello che è successo è sempre stato altamente prevedibile fin dall'inizio della stagione e l'unica cosa che mi sorprende è che non sia successo prima. La performance delle Mercedes è il classico remi in barca di fine stagione, là dove si è già vinto tutto e si lasciano andare gli ormeggi certi che, qualunque cosa possa accadere, comunque sarà un successo. Strategie a casaccio, vetture non affidabili, Hamilton che sfonda fiancate altrui come ai vecchi tempi. C'è anche poco da dire su Verstappen che ha vinto praticamente senza concorrenza e su tutti gli altri che per la prima volta sono saliti sul podio, realmente o virtualmente, o ci si sono avvicinati (ciao Giovinazzi)... quella è stata tutta una questione di fatalità. Se sei vettura non si fossero dissolte negli ultimi dieci giri col cavolo che tutto questo sarebbe successo. Festeggiamo, esultiamo, celebriamo l'attimo, intristiamoci per il fatto che, ancora una volta, la ruota che gira non ha colpito Hulkenberg e, passata la sbornia, prendiamo atto che qui l'unico che ha vinto è stato Toto. Toto che se ne è rimasto a casa per il fatti suoi guardando il team fallire senza il suo comando certo che tutto questo possa favorire una certa contrattazione degli onorari in vista del 2021.
Tra le supercazzole degli ultimi giorni c'è anche il mancato chiarimento frontale tra i due uomini in rosso, mancato a causa di Vettel che, tornato a casa subito dopo la gara, si è concesso unicamente tramite conference call con il team. Visto che, in ogni caso, il team ci tiene molto a vedere i due rampolli in rosso prendersi a manate in faccia, il grande sistema della Formula 1 ha previsto per loro la presenza alla conferenza stampa del giovedì... peccato che Vettel ancora una volta si sia negato, arrivando ad Abu Dhabi solo in serata. Colpi di testa del grande campione? Ovviamente no: ha sfruttato ogni momento utile per stare accanto alla moglie mentre partoriva il loro terzo figlio.
Si aggiunga anche la comunicazione ufficiale della separazione tra Bottas e la moglie Emilia. Informazione di cui nessuno sentiva la necessità ma che prendiamo per buona e mettiamo da parte. Giunta all'ultima gara della stagione non c'è molto altro di cui parlare quindi, parta il grande sondaggione sullo stato dell'arte delle famiglie della Formula 1. Per un Verstappen che effettivamente ammette che calendari sempre più fitti come quelli previsti negli ultimi anni rendono sempre più difficile tenere in piedi rapporti personali, c'è un Vettel che non ha neanche bisogno di parlare per smetire tutti. Quindi c'è un Hamilton che conferma la difficoltà di bilanciare gli alti livelli prestazionali necessari per la professione con l'impegno di una famiglia e, alla domanda inevitabile una volta superati i 30, sulla voglia di avere figli, ecco la risposta definitiva: è già difficile stare dietro ai miei cani.
Tornando al week end in questione.
HAM VER LEC VET, con Bottas che effettivamente si è qualificato secondo ma arretrato in ultima fila a pensare ai fallimenti della propria vita.
In partenza Hamilton sfugge, Leclerc beffa Verstappen mentre Vettel, sfatto più che mai con la barba incolta di tre giorni, si mette all'inseguimento. Confida nel DRS che gli dovrebbe consentire di andare avanti anche lui... ma il DRS non viene autorizzato dai piani alti per asseriti problemi tecnici.
Ma non c'è da preoccuparsi perché la gara di Vettel non è finita qua. C'è ancora tempo per sabotarla a puntino nel momento in cui la Ferrari decide di strafare e stupire tutti con effetti speciali.... ovviamente finendo a fare la figura dei cioccolatai perchè se le cose non le si sanno fare è meglio lasciar perdere. Piloti chiamati entrambi per il primo pit, nell'ulteriore assurdità della vicenda perchè tecnicamente montano due gomme differenti ed è fisicamente impossibile che abbiano entrambi bisogno di fermarsi nello stesso momento... eppure. Eppure vengono chiamati nello stesso momento e, se il pit di Leclerc scivola in fretta, quello di Vettel ha dei contrattempi che lo portano a perdere sensibili posizioni in gara, tanto da finire dietro a Bottas e autorizzarlo ad imprecare in tre lingue diverse. Ma tranquilli, seguiranno altri problemi meccanici prima della fine della gara.
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Tutto questo mentre qualcuno vaneggia circa il passaggio di Hamilton in Ferrari per il 2021. Togliamoci subito il fattore anagrafico. Nel 2021 Hamilton avrà 36 anni, oh sì, che vecchiaccio. Andiamo a chiedere a Raikkonen quello che ne pensa. E togliamoci anche dalla testa ogni valutazione circa i tentati contatti della famiglia Elkan al pilota inglese: su questo ormai non paiono esserci dubbi, è stato confermato da molti e io ci credo pure che da qualche parte in Ferrari ci sia il desiderio di vedere il pilota maggiormente vincente dell'ultimo decennio nel loro team. Andiamo quindi all'aspetto dell'opportunità: da un lato l'opportunità del team di tornare ancora una volta a puntare sull'usato sicuro. Una loro specilità alla quale ha fatto eccezione giusto l'ingaggio di Leclerc in ogni caso mal gestito dandogli sin da subito licenza di uccidere. Dall'altra quella di Hamilton di lasciare il team Mercedes che tanto gli ha permesso in questi ultimi anni, per andare in Ferrari, là dove queste simpatiche sceneggiate sono all'ordine del giorno, a questo punto della sua carriera. Potrebbero non esserci sull afaccia della terra abbastanza soldi per motivarlo ad una decisione di questo genere, potrebbero esserci abbastanza ragiorni, dopo almeno sei titoli mondiali e superati i 35 anni, per cambiare team invece che ritirarsi a miglior vita. Si parla anche dell'eventuale ritiro della Mercedes dalla Formula 1 se non si dovessero trovare gli accordi economici-finanziari con i piani alti idonei a portare avanti l'impresa ma... seriamente? Voglio dire, ci stiamo credendo veramente?
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Nel frattempo in pista Hamilton continua a tenere duro per portarsi a casa una vittoria di cui non avrebbe bisogno neanche se il mondiale fosse ancora aperto, Verstappen e Leclerc lottano per la seconda piazza e, ideologicamente, per la terza nel mondiale, mentre Bottas, superata la metà della gara, si reca anche lui ai box per il suo pit stop trovando Toto tra i meccanici a sorvegliare le grandi manovre. Rientra in pista sesto mentre qualcuno davanti a lui (tutti tranne Hamilton e Verstappen) aspetta il momento buono per fare il secondo pit. In Ferrari ci riprovano con questa pagliacciata del doppio pit stop, questa volta non ci sono errori e se ne vantano. Bottas tenta fino all'ultima curva di prendere la posizione a Leclerc ma sul finale
HAM VER LEC BOT
con Hamilton che, a 17 secondi di vantaggio sul secondo, si è annoiato talmente tanto da mettersi a lottare contro se stesso. Con le gomme quasi bruciate dagli eventi decide di inseguire l'obiettivo del giro più veloce, conquistato da Bottas con le gomme nuove una volta uscito dal proprio pit. Ci riesce mentre Vanzini sostiene che a questo punto della gara sia impossibile. Dietro Verstappen che tenta una strategia alla Hamilton: lamentare problemi random in team radio ma andare avanti a guidare come se non ci fosse un domani e Leclerc che ha smesso da un pezzo di credere di guidare una buona macchina. Tutto questo mentre Vettel lotta per la posizione con Albon. Sipario.
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