giovedì 21 maggio 2020

Cina 2012 - Gara - REWIND

Un cordiale saluto dalla Cina. Correva l’anno 2012, siamo in un’epoca in cui l’alopecia galoppante la faceva da padrona sulla testa di Lewis Hamilton ma la questione tricologica non risultava particolarmente risolta neanche sul cranio di Kimi Raikkonen, cappellone più che mai. Ci troviamo davanti ad una di quelle griglie di partenza che potremmo classificare come particolarmente fantasiose. Vettel, prossimo al quarto titolo mondiale, era pronto a partire dall’11° posizione, ma in buona compagnia. Alonso (Ferrari) si trova in nona, Hamilton (McLaren) in settima, mentre Kobayashi su Sauber dava buona mostra di sé dalla terza e la prima fila è stata interamente riservata dalle Mercedes di Rosberg e Schumacher. Di Massa, a.k.a. l’altra Ferrari, se ne sono perse le tracce.
ROS MSC KOB RAI
Per essere la prima pole position della sua vita Rosberg non pare reagire particolarmente male. Schumacher in anni migliori avrebbe certamente saputo essere più aggressivo di così, ma il gioco di squadra in certe occasioni non è mai sprecato: le due Mercedes mantengono le loro posizioni e lasciano così i colleghi a sporcarsi le mani. Ottima la partenza di Jenson Button, scattato dalla quinta piazza, che riesce ancor prima della prima curva a beffare quel povero Kobayashi e Kimi Raikkonen (Lotus) ed insinuarsi in terza piazza. Dietro di sé non male anche Hamilton che riesce a cacciarsi nella mischia senza uscirne danneggiato ed insinuarsi in quinta piazza.
ROS MSC BUT RAI
Le cose vanno decisamente peggio a metà dello schieramento dove Massa beffa Vettel e si infila dietro ad Alonso (peraltro concentrato a lottare con Webber per mantenere la nona posizione) intenzionato ad ingaggiare un duello anche con lui avendo probabilmente dimenticato di leggere le clausole scritte in piccolo in fondo a quel contratto che ancora lo teneva legato al seggiolino del cavallino rampante.
Inutile dire che all’alba del quinto giro di Kobayashi non vi sia più alcuna traccia (scivolato settimo), Vettel è incastonato in 14esima posizione, mentre le Ferrari e la RB superstite arrancano in posizioni disonorevoli con Grosjean che attenta concretamente alla posizione di Massa.
Le Mercedes in tempi non sospetti si difendono piuttosto bene: Rosberg continua a condurre la gara con decisione davanti al compagno di squadra che svolge piuttosto bene il compito di tenere a debita distanza di nemici. Button stabilmente ad un secondo di distanza ed egualmente distanziati sono anche tutti gli altri, anche se pare evidente che la situazione non possa reggere in questo stato ancora a lungo. Il gruppo composto da Schumacher e i suoi inseguitori si sta compattando sempre più giro dopo giro e fisiologicamente il tappo deve essere tolto.
Al decimo giro Vettel punta alla strategia alternativa: lo richiamano ai box per il suo primo pit anticipando tutti gli altri sullo schieramento, tutti tranne Webber dovuto rientrare almeno 5 giri prima in seguito ad una foratura per colta della quale è scivolato in fondo allo schieramento.
All’11esimo Raikkonen e Hamilton rientrano per loro pit stop in contemporanea, Kimi si rivela essere più spericolato che mai: prima combatte contro Hamilton in pit lane, rientrato in pista combatte per un paio di curve ruota a ruota con Webber. Probabilmente non ha il mezzo adatto per potersi permettere certe mosse, essendo costretto a desistere nella metà delle sue azioni, ma è bello ugualmente guardarlo lottare per il suoi obiettivi.
Nella manciata di giri successivi rientrano anche Button, le Mercerdes e le Ferrari, con la precisazione che quest’operazione non si rivela per tutti completamente indolore. Innanzi tutto per Schumacher che al suo rientro il pista si è trovato dietro ad entrambe le McLaren per poi essere costretto al ritiro non più di due curve dopo a causa di un contrattempo con il pneumatico posteriore destro.
A Rosberg non importa nulla del fatto che i piloti davanti a sé in questa fase della gara non abbiano in realtà ancora portato a casa la loro sosta: lì davanti non ce li vuole e si pappa Felipe Massa in un sol boccone per riprendersi la testa della gara.
ROS BUT HAM WEB
Una volta concluso il primo giro di pit stop, Massa torna a pascolare intorno alla 14esima posizione e pare evidente il fatto che la sosta anticipata abbia giovato a tutti tranne che a SebVettel ancora intrappolato in 10ecima posizione a lottare con gente del calibro di Sergio Perez a bordo di Sauber.
A soli 10 giri di distanza siamo da capo con la simpatica girandola dei pit stop. Prima Webber, quindi Hamilton. In McLaren dimostrano di voler evidentemente privilegiare ques’ultimo su Button, io mi domando che cosa intendiamo farne di questa gara se ogni 10 giri si rende necessario cambiare gomme e se queste si sgretolano come molliche di pane a contatto con l’asfalto.
A conti fatti la strategia diversificata McLaren sembrerebbe non dare propriamente i suoi frutti, Hamilton si è trovato dietro a Massa in 13esima posizione a lottare contro i mulini a vento. Button rientra un paio di giri dopo, le cose gli vanno un po’ meglio, si ferma solo alla decima posizione ma si ritrova immediatamente a lottare con Maldonado a gomme ancora fredde. Una lotta con Maldonado non la si augura a nessuno.
Al 30esimo giro la griglia di partenza è anomala quasi più che alla partenza.
ROS GRO VET BUT
Qualcuno segue una strategia a due soste, qualcun altro punta alle tre. A Massa fanno sapere che
“Fernando is on a different strategy” ed improvvisamente questa si rivela essere la parola d’ordine del giorno per “spostati e lascialo passare”. Par di capire che si sia ricordato delle clausole di cui sopra.
Button si mette all’inseguimento di Vettel, il sorpasso compiuto ai danni della RB sembra averlo galvanizzato e senza aver dato alcun segno di esserne capace prima d’ora riesce a far segnare giri veloci e puntare alla prima posizione. Hamilton, incastonato tra Perez e Webber non se la passa altrettanto bene.
ROS BUT PER HAM
Nel momento in cui Rosberg rientra per il proprio pit al 35esimo giro Button si trovava a 10 secondi di distanza. All’uscita dalla pit lane la Mercedes si insinua in seconda posizione prima di quel simpatico duetto composto da Perez e Hamilton da tempo imbarazzante in lotta per questa terza piazza. Dietro di loro Alonso sembra volerseli mangiare entrambi in un sol boccone ma ci pensa prima Perez a rientrare per il proprio pit stop.
BUT ROS HAM ALO
Tutti si trovano con due soste alle loro spalle ma le gomme di qualcuno hanno almeno 10 – 15 giri di vita più di quelle degli altri. Al 39esimo giro nuovo pit di coppia per Lewis Hamilton, questa volta insieme ad Alonso che non insiste più di tanto per bruciargli la posizione in pitlane. Segue ad un giro di distanza il pit di Button e si trasforma del più lungo della storia: 26 secondi che rendono del tutto inutile quella preoccupazione sul filo del secondo che il pilota aveva dimostrato in team radio prima di entrare per la sua sosta. Ciò nonostante si ritrova davanti ad Hamilton ed anche di una buona manciata di posizioni: sesta piazza per lui, decima per il compagno.
ROS MAS RAI VET
Rosberg può tirare un sospiro di sollievo e così sembrano fare anche gli uomini RedBull che informano dell’incidente ai box della McLaren a Webber, come se questo potesse giovarsene in qualche modo. C’è dell’ottimismo nell’aria.
Button, come al solito, sembra trovar maggiore soddisfazione nel fare il proprio lavoro solo quando possa valere la pena di entrare nella storia. Nel primo giro si porta a casa il proprio primo sorpasso. l’avere le gomme nuove nuove di fabbrica sicuramente lo ha avvantaggiato ma anche tutti gli altri sono assolutamente a portata di mano.
Dopo la sosta di Massa, Kimi in seconda piazza si trova a più di venti secondi di distanza da Rosberg, funge da tappo nei confronti di tutti quelli dietro e la cosa è particolarmente vantaggiosa per le due McLaren.
ROS RAI VET BUT
A 10 giri dalla conclusione tutte le vetture dalla seconda alla nona posizione compongono un trenino a pochi decimi di distanza l’uno dall’altro. Dopo aver portato a casa una gara quasi incolore ed essere giunto quasi per miracolo in una posizione degna di nota, SebVettel si fa prendere dallo sghiribizzo di lottare con Kimi Raikkonen per aggredire altri gradini del podio prima che i vagoni dietro di sé aggrediscono lui. Chris Horner al muretto pare perplesso, ma non c’è tempo per soffermarsi su questi dettagli perchè Hamilton ha rotto gli indugi e si è lanciato verso il sorpasso su Webber. Raikkonen è geloso, vuole tornare lui al centro dell’attenzione, dopo un primo tentativo di resistere al sorpasso finisce su una traiettoria particolarmente sporca dei trucioli che gli pneumatici stanno rilasciando in pista dall’inizio della gara. Morale della favola non perde la posizione solo su Vettel ma anche su Button.
ROS VETBUT RAI
Il duetto composto da Webber e Hamilton non vuole essere da meno, Webber tenta di prendere Raikkonen, ma è Hamilton a prendere lui. Raikkonen tiene la piazza ma dura poco.
ROS VET BUT HAM
Raikkonen non riesce più a tenersene una, curva dopo curva subisce da tutti quelli che incontra. Prima della conclusione del giro sarà ben fuori dalla zona punti con giusto un filo di rammarico per quello che sarebbe potuto essere della sua gara.
I tempi di Button non hanno rivali, Vettel è ne mirino ma Rosberg ormai si trova a 25 secondi di vantaggio su tutti gli altri e mancano 5 giri alla fine della gara. Schumacher si è fermato al box a guardare la fine della gara.
Vettel resiste al sorpasso con grande classe ma ad una certa è costretto a cedere allo strapotere McLaren.
ROS BUT VET HAM
Questa gara sembra non volersi dare pace e volgere al termine in tranquillità. I colpi di scena non sono ancora conclusi perché dietro a Vettel c’è pur sempre un Hamilton che reclama la propria fetta di podio. In ottica iridata la questione si complica enormemente ma, almeno da un certo punto di vista c’è da dire che Alonso è ancora relegato in ottava posizione.
ROS BUT HAM VET
Il sorpasso di Hamilton ai danni di Vettel porta il tedesco sotto le grinfie di Mark Webber e tutto questo fornisce materiale di alta preoccupazione al muretto RedBull, soprattutto conoscendo i precedenti tra i due. Vettel e Webber finiscono a darsi sportellate tra di loro ad un giro dalla conclusione e l’australiano la spunta proprio nel momento in cui Rosberg si accinge a concludere il proprio ultimo giro prima della bandiera a scacchi che incoronerà la sua prima vittoria in Formula 1.
ROS BUT HAM WEB
Schumacher sorride, Rosberg urla come un matto, in Mercedes avevano ancora probabilmente solo una timida aspettativa di tutto quello che sarebbe potuto accadere negli anni a venire e questo trionfo sembra provare un po’ tutti, come se in fondo anche loro avessero solo aspettato per 56 giri di fila che le cose andassero male da un momento all’altro. E le cose in effetti sono andate molto male al 50% di tutto quello che avrebbero dovuto fare quel giorno. Sceso dalla vettura Nico è evidentemente confuso, rimbalza da un lato all’altro come se non avesse un piano per questo momento.
Un tedesco che vince su una vettura tedesca porta a suonare un solo inno e ridurre le formalità prima di procedere alle consuete docce di champagne a celebrazione di uno di quei podi allegri e spensierati che, dati i protagonisti, per anni siamo tornai a rimpiangere. La verità è che questo podio ha segnato un momento topico nella vita di Hamilton. Al di là del fatto che i colleghi tra il pubblico festante avevano le rispettive fidanzate e lui solo il padre ad applaudirlo, del tutto mancante di rispetto c’è quel continuo volteggiare delle loro bionde chiome di cui sembrano farsi vanto. Prima la mano destra, insoddisfatti anche la sinistra. Vediamo l’inno tedesco cantare con tutto il suo impeto maestoso ma Nico non sembra soddisfatto della piega assunta dal suo ciuffo, passa nuovamente le dita tra i capelli mentre Lewis conta i secondi che passano alla possibilità di rimettersi il cappello senza sembrare irrispettoso. Sono certamente momenti che lasciano il segno.

2 commenti:

  1. Questo, in effetti, spiega perché, passato in Mercedes come compagno di squadra di Rosberg, Hamilton abbia sempre fatto sfoggio dei propri capelli!

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