lunedì 26 marzo 2018

Australia 2018 - Gara

Oggi mi tocca andare a rispolverare uno dei miei classiconi che recita più o meno così: tutta colpa di Grosjean! Perchè bisogna ammettere che è stato Grosjean a fare la gara. Certo, un buon contributo ce lo ha messo pure il team al box ma, chissà come mai, un giro prima, quando la stessa identica cosa era successa a Magnussen, non si era portato dietro tutta questa concatenazione di eventi. 
Per chi se lo fosse perso: Hamilton è partito in pole position, conquistando così un ambitissimo trofeo Pirelli, invidiatissimo in tutte le carrozzerie di un certo livello, al suo fianco, What a dream! Kimi Raikkonen. Dal mio punto di vista la migliore delle pole position che il fato ci potesse regalare per la gara inaugurale della stagione. Nuove glorie e vecchie glorie affiancate sullo schieramento, il neo campione del mondo e il più "esperto" in pista. Da superfan di vecchia data di Kimi non posso che essere al settimo cielo alla sola idea di vederlo lì, nella speranza che l'appello #Freekimi quest'anno trovi spazio per essere accolto. Dietro di loro Vettel e Verstappen
Male, molto male Bottas.
Al momento dello spegnimento dei semafori l'unico opera degna di nota è quella delle Haas che riescono, chi un po' prima, chi un po' dopo, a saltare le Red Bull è piazzarsi dietro alle Ferrari. La gara quindi corre liscia fino al primo pit stop dove, prima Magnussen, poi Grosjean, riescono a farsi fissare male una gomma per poi essere costretti al ritiro mezza curva dopo il rientro in pista. Se Magnusen riesce ad andare a parcheggiare in una zona in cui non da fastidio a nessuno, Grosjean si piazza in mezzo alle scatole obbligando l'attivazione della Virtual Safety Car per un tempo che è parso infinito... e che è risultato ancora più lungo per i due che si stavano contendendo la testa della gara. Ognuno per il motivo diverso. Da un lato Hamilton, che aveva già cambiato le gomme, rallentato dalla Safety Car, dall'altro Vettel che ne ha approfittato per il cambio gomme scivolando comodamente primo, restandoci fino alla fine della gara, lasciando Lewis Hamilton con un solo interrogativo: ho fatto qualcosa di sbagliato?
Cosa sia successo dopo è un mistero che in molti ci dovranno spiegare, più di 20 giri con Vettel in testa ed Hamilton a meno di un secondo, senza che abbia mai davvero provato a superare. Dietro Raikkonen che, a quel punto, ha smesso totalmente di fare la gara, principalmente fungendo da tappo contro la RedBull di Ricciardo... almeno fino a 5 giri dalla fine quando la vettura di Hamilton impazzisce definitivamente, lui inizia a girare levette e schiacciare bottoni come un pazzo, perde più di cinque secondi e Raikkonen realizza che potrebbe fregargli la posizione. Potrebbe se solo non fosse già in stato comatoso da un pezzo. 
Migliore in pista, a mio modesto parere, Daniel Ricciardo, partito con tre posizioni di arretramento per pongo regolamenti estemporanei, arrivato quarto continuando a combattere fino all'ultimo giro per salire sul podio. Come spesso è accaduto anche in passato, il fato ho teso a tenere la sua prestazione un poco in ombra, c'è chi si trastulla davanti alle glorie Ferrari, chi piange sul latte versato in Mercedes, ma è esattemente questo il mio ruolo, cercare di andare oltre le apparenze. 
Ulteriore prestazione degna di nota Alonso in quinta posizione. Partito 11esimo, avvantaggiatosi enormemente dalle varie defezioni in pista, non che abbia compiuto veramente un sorpasso e, alla fine, pure Verstappen si è accostato facendogli segno con la manina ed invitandolo a passare. E non sto parlando per metafore. Morale della favola: quintolo. Ora come allora.

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