Ora, immaginatevi per
un attimo di essere, ipoteticamente, davanti alla grande tavolata dei
piloti in uno di quei giovedì di sessioni di autografi. Tutti i
banchetti in fila, tutti i team, tutti i piloti messi a disposizione di
un po' di sano marketing. Sì, vengono pagati profumatamente anche per
questo. Fingendo anche per un istante che davanti a ciascuno di loro non
ci sia molta coda, cosa inutile ad immaginarsi neanche per andare in
posta, ma la fantasia se deve operare che lo faccia per bene, ecco: voi a
chi andreste a chiedere l'autografo o con chi andreste a cambiare due
chiacchiere?
Ora, se fossimo tutti Stella Bruno andremmo da Rosberg, Kvyat,
Massa ed Alonso... grossomodo gli unici che parlano italiano. Posto,
però, che nel nostro mondo immaginario, siamo anche in grado di
disquisire in un fluente inglese figlio della migliore British School,
le scelte sono decisamente più aperte.
Io, per dire, partirei avvicinandomi al banchetto di Vettel, a
fargli i complimenti per la paternità ed a vantarmi del fatto che,
nonostante si abbia la stessa età, io ancora sembro più giovane. Lui mi
potrebbe far notare che, nonostante si abbia la stessa età, lui ha già
vinto quattro titoli mondiali mentre io sono ancora in lizza per la
coppa del nonno, ma queste sono formalità. Coglierei quindi l'occasione
per sottolineare il fatto che non lo trovo affatto antipatico ed apatico
come dicono tutti e che, se non fosse già tedesco, sarebbe un genovese
perfetto. Mi conquisterei quindi la sua simpatia e potrei finalmente
spingermi a consigliargli di lasciar perdere ogni speranza di vincere
qualcosa quest'anno, dopo tanto lavoro un anno in scioltezza se lo può
pure permettere.
Passerei quindi al banco Mercedes dove, prima di tutto, andrei ad
importunare Lewis Hamilton, con il quale non è neanche necessario
compiere quelle prime mosse per rompere il ghiaccio già che, chiamandolo
semplicemente "bro" si andrebbe lisci come l'olio. Mi informerei prima
di tutto sui cani, come stanno Roscoe e Coco, chiedendogli come mai è da
un po' che non appaiono in foto. Aggiungerei qualche domanda indiscreta
sulla Pussycad Doll, giusto per sapere se intende sposarsi entro l'anno
oppure no... e se capitasse mi prodigherei anche in qualcuno di quei
consigli da sorella maggiore, quelli del tipo "ma riflettici bene", "non
puoi mandare tutto all'aria così" ma anche"però persa a lei.... non può
rimandare ancora di molto l'idea di avere un figlio". Parole buone per
tutte. Ovviamente non mancherebbero i complimenti per l'ultima vittoria
si Silverstone ma aggiungerei anche che non è il caso di appoggiarsi
troppo sigli allori: Nico ti può ancora fare le scarpe. A quel punto,
già che la confidenza si è già tramutata in amicizia, con sicura
sfacciataggine gli chiederei di regalarmi anche uno dei berrettini che
da vero VIP si è fatto personalizzare. Se non dovessi cedere gli farei
pesare ulteriormente il fatto che non più di due anni fa ero
probabilmente l'uica persona sul pianeta Terra a favore del suo
trasferimento in Mercedes. Ed ho avuto ragione. Abbiamo avuto ragione.
Trovandomi già lì parrebbe veramente brutto non salutare anche Nico,
passando, senza neanche far troppo fatica, a metà del discorso,
dall'inglese all'italiano, certa che comunque lui mi capisca in ogni
caso. La cosa potrebbe anche far impazzire Lewis, ancora lì a fianco,
incapace di capire di che si sta parlando e, soprattutto, se si sta
parlando di lui. Il che lo potrebbe mandare su tutte le furie e farci
assistere ad un altro di quegli spettacolini da rapper furioso che
metterà sicuramente in scena ogni volta che qualche pensiero brutto gli
gira per la testa. A Nico, prima di tutto, chiederei il berrettino
autografato. Non sarà personalizzato e controfirmato, in edizione
limitata, come quella di Lewis ma mi parrebbe brutto piazzarli su due
piani diversi. E poi sarebbe uno di quei cimeli da collezione di cui mi
vanterei moltissimo. Nel caso in cui dovesse negarmi la pretesa avrei
tutta una serie di carte ad giocarmi:
1. Occhio che ti sguinzaglio Stella Bruno!Brasile 2006\2012 |
2.
Partirei con la commemorazione storica delle volte in cui, tifando per
qualcuno, l'ho portato seriamente alla vittoria. Brasile 2012: Vettel vs
Alonso. Alonso sul podio, Vettel sesto... e nonostante tutto (vedi
cronaca di quei giorni) Vettel vince il suo terzo titolo mondiale.
Stesso posto, stessa ora, stesso bar: Button vince il Gran Premio.
Hamilton, che ancora a fianco a noi cerca di cogliere il senso di
qualche parola, manda in pappa la vettura priam della fine: solo e
soltanto perchè, in quel momento, stavo puntando già su Vettel e Button.
Più di tanto non posso fare nemmeno io.
Vogliamo restare in tema Hamilton? 2008: una volta svanite le
chance iridate di Raikkonen, quell'anno, della Ferrari non me ne fregò
poi molto. Ne sente ancora oggi il peso sulle proprie spalle il povero
Pippo Massa rimasto senza titolo e senza gloria all'ultima curva,
dell'ultimo giro della gara di casa. Quindi sì: Lewis mi deve
ringraziare ed è anche per questo che mi merito il berrettino di cui
sopra. Dov'ero nel 2007 quando, invece, all'ultima gara dell'anno quel
titolo lo perse? Ovviamente con Raikkonen: e fu l'unica botta di culo
che quel ragazzo ebbe in 20 anni di carriera. Coincidenze? Io non credo.
Mollato
finalmente il tavolo Mercedes con un gran bottino, tocca
obbligatoriamente una cappatina al banco Ferrari, una larga
circumnavigazione della postazione di Alonso che, nonostante il suo culo
leggendario, sono 10 anni che rimane a bocca asciutta di titoli
mondiali... ed anche questa, ve lo dico, non è affatto una coincidenza,
per recarmi a salutare Raikkonen. Al banco troverò un Raikkonen
decisamente invecchiato e peggio conciato dei tempi in cui gli ho fatto
avere il mondiale. Gli augurerò tutto il bene possibile per se e per il
suo prossimo futuro, quindi, facendo in modo che nessuno se ne accorga,
specificherò che questo significa di mollare a breve sto team di
cialtroni. Cialtroni metaforicamente parlando, si intende. Gli
consigierò anche di lasciar perdere con sta faccenda di Twitter, perchè
non fa per lui... anche se 140 caratteri, in alcuni casi, sono più che
sufficienti per esprimere il concetto.
A quel punto, non resterebbe altro da fare che proseguire il mio
percorso sino al tavolo McLaren fino a Jenson Button. Urgerebbe fargli
notare che se dimagrisce ancora un po' potrebbe scomparire dalla faccia
della terra, quindi non potrei trattenermi dal mio urlo di terrore, che
non guarda in faccia a nessuno, mi dispiace, "tutto rosa! Tutto rosa!".
Prima di quel giorno dovrei anche vedere un po' come tradurlo in inglese
perchè suoni bene come in italiano. Con pacatezza e sensibilità non
metterò affatto in discussione la presenza del padre sempre pronto a
vegliare su di lui in ogni momento della giornata ma solleverei
obiezione sul fatto che tutto questo rosa nuoce gravemente alla salute. E
poi il cappello di Grande Puffo era rosso, non rosa. Anche se rosse
esistono già le divise Ferrari e con certa gente è sempre meglio non immischiarsi.
Alla
fine mi guarderei un po' intorno e mi domanderei se fossi ormai troppo
vecchia per essere lì visto che, alla fin dei conti, gli unici piloti ai
quali mi ero rivolta erano, chi più chi meno, le "vecchie guardie". Un
po' incomincio a capire quelli che guardando la Formula 1 odierna
rimpiangono, rimuginano sui vecchi fasti di (in ordine sparso) Senna,
Prost, Hill e chi per essi. Io un po' rimpiango quelli di Montoya ma non
ho ancora visto una intera generazione di piloti andar via ed essere
sorpassata da quella dopo. Prime avvisaglie forse potrebbero essere le
conquiste di gente tipo Hamilton o Vettel ai danni di altri tipo Massa,
Raikkonen o Alonso... ma i Massa, i Raikkonen e gli Alonso in questione,
pur essendo ormai pezzi da museo tenuti in piedi solo per il buon nome
che si portano dietro, ancora non sono stati defenestrati. Finiremo però
nei prossimi 4 o 5 anni a tifare per gente tipo Ricciardo o Bianchi? O
Chilton? Mi guardo attorno e mi domando: dovendo scommettere su chi tra
tutti questi riuscirà veramente a portare a casa qualcosa, su chi
puntare?
Hulkenberg che, intanto, zitto zitto, buono buono, quest'anno si è
portato, prima di tutto, a casa 9 gare su 9 finendo sempre a punti. Da
qualche anno ha già incominciato a farsi notare, un po' qua ed un po'
la. In molti team più blasonati hanno incominciato a metterci gli occhi
sopra trattandolo come se ormai fosse un elemento imprescindibile dello
schieramento. Mi avvicinerei quindi al suo tavolinetto e, timidamente,
chiederei l'autografo anche a lui. Se poi ho avuto ragione tra 10 anni
ritirerò fuori il prezioso cimelio e potrò vantarmi di averlo sempre
saputo. Altrimenti guarderò quella maledetta cartolina e mi domanderò
"ma chi era Hulkenberg?"
E voi da chi andreste?
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