martedì 24 marzo 2020

Una fulgida chioma al vento sparsa - Ep. 16

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Quando tutto questo ha avuto inizio io non pensavo che sarei dovuta andare avanti così a lungo. Ho incominciato semplicemente a scrivere delle riflessioni di getto, dei ricorsdi, delle speranze, qualcosa di divertente e all'improvviso mi sono trovata davanti ad un file di word di quattro pagine. Ho deciso che non sarebbe potuto essere un unico lunghissimo post, anche perchè tutto quello che avevo da dire ancora non era finito. Avevo altre cose da dire, altre riflessioni che mi sfuggivano dalle dita, quindi ho tagliato il testo in parti, ho deciso che dovessero seguire l'uno all'altro, ho pensato ad un titolo che evocasse un flusso di pensieri, un getto che scorre... non mi è venuto niente di intelligente e le fulgide chiome sparse al vento hanno trovato il loro posto prima di sparire, presumibilmente, entro 8/10 passaggi. Ad essere ottimisti. Siamo qui alla 16esima pagina di questo diario che, per come si stanno mettendo le cose, rischia di diventare infinito ed ha un nome imbecille. 
Negli scorsi giorni le notizie hanno incominciato ad inseguirsi ad una velocità tale che è stato davvero difficile starci dietro, il tempo ha incominciato a scorrere a ritmi inediti e se solo si ragiona sul fatto che solo una settimana fa si sarebbe dovuto disputare il Gran Premio inaugurale in Australia si rischia di sentirsi male davanti alla consapevolezza della quantità di cose che sono successe nel frattempo. 
Prima di tutto, tutta la pantomima legata al Gran Premio d'Australia. Stando alle indiscrezioni, su 10 team in gara, 5 erano quelli che avrebbero voluto sospendere tutto, altri 5 quelli che invece si sono espressi a favore del mantenimento del gran premio. Il fato ha voluto che, ad un certo punto della soap opera, il buon senso abbia prevalso... ma a molti dei protagonisti coinvolti questa sia sembrata solo un'occasione per saltare un giorno di scuola. Molti hanno condiviso la loro passione per Melbourne, per le attrazioni locali, per il caratteristico parco all'interno del quale si trova il circuito, e a nessuno di questi è passato per la mente il motivo per cui, ad un passo dalla discesa in pista, è stato mandato a monte tutto. 
Ovviamente tutto questo mentre Raikkonen e Vettel erano già a casa con i piedi dentro alle ciabatte e i trolley aperti sul letto. Che poi lo sappiamo che il trolley non andrebbe mai appoggiato sul letto per una questione di igiene ma lo facciamo sempre tutti. 
In men che non si dica la questione è precipitata. Il gran premio del Bahrain che, secondo i progetti originali, si sarebbe dovuto disputare a porte chiuse è stato sospeso e rinviato e, insieme a lui, il gran premio del Vietnam al suo debutto in Formula 1. Ma facciamo attenzione all'uso delle parole: questi gran premi non sono annullati, ma solo rinviati a data da destinarsi.
Nel giro di poche ore tutta una serie di piloti promettenti e in carriera si sono ritrovati ad essere ad un passo dalla disoccupazione, qualcuno si è domandato se fosse possibile usufruire a qualche cassa integrazione di categoria ma, umorismo a parte, qua c'è veramente chi rischia di avere ripercussioni economiche di un certo peso, vedi la Williams che già di per se sponsor ne ha pochissimi, se non si riesce a scendere in pista il prima possibile rischia di finire veramente in braghe di tela. 
Con l'inizio della nuova settimana le cose hanno incominciato a cambiare radicalmente anche a livello internazionale. Abbiamo visto  molti paesi assumere iniziative simili a quelle italiane per contrastare il fenomeno di cui sembrano incominciare a prendere consapevolezza e il mondo della Formula 1 si è dovuto adeguare. In un primo momento si è deciso di voler burocraticamente anticipare al mese di marzo / aprile il periodo di sospensione estiva, in modo da poter permettere ai team di riadeguare le proprie esigenze organizzative e permettere agli stabilimenti di fermare le produzioni. In una sola botta sono stati rinviati a data da destinarsi anche anche i primi tre gran premi europei, da ricollocare nel corso di quella che a questo punto promette di essere la stagione più lunga ed eccentrica mai vista prima. 
Ma non c'è pace per il nostro calendario. Alcuni gran premi non possono semplicemente essere sospesi e rinviati, non è possibile andare a cercare un altro week end libero in agenda, ed è questo esattamente il caso del Gran Premio di Monaco, celebre circuito cittadino che non è possibile riallestire in qualunque momento quando più ci può andare a genio. Ed è così che, a poche ore di distanza dall'annuncio ufficiale del Principe Alberto di risultare positivo virus, la gara per quest'anno viene ufficialmente cancellata apparentemente con un grande colpo al cuore di tutti gli appassionati di Formula 1 che, però, mi duole ammettere di non averli mai visti particolarmente infervorati per l'evento durante lo svolgimento dello stesso. 
Parlandone da vivo e con il massimo rispetto, il gran premio del Principato è storicamente uno spettacolo che non ha senso di esistere. Al netto dei tombini volanti e dei guard rail al di fuori di ogni rigore di sicurezza che altrove giustamente imposto, anche dal punto di vista dello spettatore non si ricorda esattamente l'ultima volta in cui si sia assistito ad uno spettacolo degno di questo nome. 
Passata l'unica curva di tutto il mondiale in cui le braccia vanno ad incrociarsi completamente e il transito nella galleria sotto casa di Max Biagi, il circuito è noto per la sua impossibilità di compiere sorpassi, per l'alta probabilità di veder entrare anche più di una Safety Car alla volta e per l'impossibilità a portare a casa un risultato decente se non si parte almeno dalle prime due file, tutte caratteristiche che sono sempre andate a tradursi in monocolori trenini di vetture che girano a senso unico fino alla bandiera a scacchi. 
Si aggiunga inoltre che nessun pilota giunto al podio ha mai vuluto spruzzare lo champagne sulla testa del reggente pro tempore e che, a causa del veto che si dice essere stato imposto dallo stesso Hamilton, ci è difficile vedere il vero Principe di Monaco, leggasi Nico Rosberg, partecipare come intervistatore al traguardo... e quando ha potuto farlo sul podio non c'era Lewis: ma allora che senso ha?

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Puntate precedenti
Episodio 1 - Vettel, Hamilton, Bottas e i progetti futuri
Episodio 2 - Vettel, Leclerc e le politiche Ferrari
Episodio 3 - Gasly, Verstappen e Red Bull in generale
Episodio 4 - Toro Rosso, Kvyat, Albon
Episodio 5 - McLaren story
Episodio 6 - Norris e Sainz
Episodio 7 - Raikkonen e Giovinazzi
Episodio 8 - Renault, Ricciardo, Ocon e Rock&Stroll
Episodio 9 - Drive To Survive ep. 1
Episodio 10 - Ferrari's Secret Deal
Episodio 11 - Apocalypse Now
Episodio 12 - Dirve To Survive ep. 2
Episodio 13 - Ricciardo, Sainz, Drive To Survive ep. 3
Episodio 14 - Mercedes, Hamilton e Bottas, Drive To Survive ep. 4
Episodio 15 - Red Bull e affini, Dirve To Survive ep. 5

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