Interessante approfondimento sulla rivalità che non ti aspetti. Sainz e Ricciardo.
Due che, a primo impatto, potrebbero non avere molto in comune. Tutti e due risiedono ora a metà dello schieramento, con picchi più alti e momenti un po' più bassi, ma se uno (Sainz) c'è sempre un po' stato intorno alla metà dello schieramento, l'altro (Ricciardo) ci è miseramente caduto quest'anno, un po' per sfiga, un po' per talento naturale.
Il terzo episodio di Drive To Survive ha avuto certamente il pregio di apportare alla serie spunti interessanti, oltre ad averla risollevata dal torpore ingiustificato in cui era precipitata dopo l'ennesimo approfondimento sulla vita in Haas. E poi c'è Ricciardo che, dall'inizio, è utilizzatoper riattirare l'attenzione quando questa sembra un po' scemare negli spettatori.
In apertura una sua riflessione a cuore aperto circa la difficoltà nel compiere una scelta come la sua, mollare la RedBull all'interno della quale aveva trovato la propria stabilità, per andare altrove. Ma altrove dove? Per sua ammissione, prima di scere ha necessariamente dovuto parlare con diversi team che hanno presentato il loro progetto e formulato la propria proposta. Uno di questi team, e non c'era bisogno di Netflix a raccontarcelo, è stato il team McLaren il quale proveniva da una delle proprie parentesi più buie dalla storia dei tempi e stava incominciando a programmare la propria operazione simpatia. E' difficile fare la storia con i se e con i ma, Ricciardo ha paragonato le due offerte ed il più convincente è stato il progetto Renault.
Sfida accettata.
Tra i risvolti della storia che rischiano di passare inosservati il fatto che, proprio in quel periodo, in Renault stava correndo Carlos Sainz, imprestato al team per la stagione il quale pensava anche di essere riconfermato.
Netflix ci permette quindi di volare con lui a Mallorca, siamo tutti intorno ad un tavolo, con la sua numerosissima famiglia, un cane microscopico e battufoloso, mangiamo pesce e ci divertiamo... ma pensiamo anche con un velo di terrore a quell'estate 2018, quella in cui la firma di Ricciardo con il team francese fu ufficializzato e dai piani alti del team si pensò bene di fargli una telefonata per informarlo solo a cose fatte, un secondo prima che la notizia diventasse ufficiale.
Con il terrore negli occhi il ricordo della volta in cui ha realizzato che avrebbe dovuto fare qualunque cosa per non rischiare di rimanere a piedi. E fu così che approdò in McLaren, nel seggiolino appena abbandonato da Ricciardo e, soprattutto, da Alonso. Affermazioni che, a conti fatti, vanno un filo a stonare con l'orgoglio vantato un minuto dopo in fase di presentazione della nuova vettura ma non stupiscono più di tanto visto che sono accompagnate ad un portentoso, ma metaforico, sputo nel piatto nel quale aveva appena finito di mangiare.
Alla fin dei conti non importa come ci siamo arrivati, ma ci siamo arrivati. Le carte in tavola al momento sono queste, chi due due avrà compiuto la scelta migliore? Chi dei due, avendo il coltello dalla parte del manico, se ne pentirà amaramente?
Il primo episodio della stagione si era già concentrata parecchio sul debutto di Ricciardo in questo nuovo team, un debutto che, per usare un eufemismo, non si è rivelato all'altezza delle aspettative.
All'improvviso siamo a Baku e non può non riconoscersi che "Baku è assurdo, può succedere di tutto", soprattutto se queste parole escono dalla bocca di colui che due anni prima trionfò e un anno dopo sfracellò la propria vettura su quella del suo compagno di squadra... ed anche quest'anno non ha saputo essere da meno. Prima è finito fuori pista durante un tentativo maldestro di sorpasso su Kvyat e, un secondo dopo, far fuori definitivamente il nemico tornando indietro ed investendoloin retromarcia. Il ritiro dalla gara fu praticamente immediato. Negli stessi istanti Sainz stava portando a casa i primi punti iridati della stagione con un settimo posto di cui pare particolarmente orgoglioso.
Volando verso Los Angeles il caro Daniel finisce per piangersi un po' addosso, giocando a basket e guardando palme. E' certo, e lo siamo anche noi, che per quanto la stagione non sia iniziata come avrebbe sperato solo alla fine potremo dire come è andata veramente...
ed in effetti lui l'ha conclusa a 54 punti e Sainz a 96.
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Puntate precedenti
Puntate precedenti
Episodio 1 - Vettel, Hamilton, Bottas e i progetti futuri
Episodio 2 - Vettel, Leclerc e le politiche Ferrari
Episodio 3 - Gasly, Verstappen e Red Bull in generale
Episodio 4 - Toro Rosso, Kvyat, Albon
Episodio 5 - McLaren story
Episodio 6 - Norris e Sainz
Episodio 7 - Raikkonen e Giovinazzi
Episodio 8 - Renault, Ricciardo, Ocon e Rock&Stroll
Episodio 9 - Drive To Survive ep. 1
Episodio 10 - Ferrari's Secret Deal
Episodio 11 - Apocalypse Now
Episodio 12 - Dirve To Survive ep. 2
Episodio 3 - Gasly, Verstappen e Red Bull in generale
Episodio 4 - Toro Rosso, Kvyat, Albon
Episodio 5 - McLaren story
Episodio 6 - Norris e Sainz
Episodio 7 - Raikkonen e Giovinazzi
Episodio 8 - Renault, Ricciardo, Ocon e Rock&Stroll
Episodio 9 - Drive To Survive ep. 1
Episodio 10 - Ferrari's Secret Deal
Episodio 11 - Apocalypse Now
Episodio 12 - Dirve To Survive ep. 2
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