Con buona pace di Vandoorne, ad un certo punto è stato necessario riportare simpatia in squadra. E basta rattoppi, basta tappulli. L'unica soluzione applicabile al caso era buttare una bella bomba e, sulle macerie della nuova era che tanto buona non si è dimostrata, ripartire da capo.
Archiviato Vandoorne è stato quindi il momento di introdurre Lando Norris, il vero personaggio rivelazione dell'anno.
Ah sì, poi c'è stato anche Sainz che, come spalla, in effetti non è male.
Classe 1999, non è esattamente il primo pilota a cui penso quando mi domandano per chi tifo, però non posso non riconoscere il valore aggiunto. E' troppo giovane per essere vero, probabilmente non ha ancora dovuto imparare a farsi la barba, però ha dimostrato fin da subito di saper stare a questo mondo e saperlo fare meglio degli altri.
Non ho idea se un giorno potrà vincere davvero qualcosa o finirà come un Ricciardo qualunque a guardare gli altri vincere quello che dovrebbe essere suo, però è evidente che abbia già la stoffa per essere un personaggione, per essere il pilota di punta su cui ogni team dovrebbe investire.
Dalla sua ha una innata fotogenicità mediatica che aiuta ad attirare su di sé le simpatie degli spettatori ed, inevitabilmente, più il pilota è simpatico più l'attenzione è focalizzata su di lui, più lo si guarda più gli investitori si interessano, più si interessano più i team sgomitano per portarselo a casa. Ed è così che Lando Norris è destinato ad avere una lunga carriera in Formula 1.
Sono lontani i tempi degli scazzi tra Hamilton e JB, con il primo che accusa il secondo di aver iniziato a seguire Perez un secondo dopo l'ufficializzazione del passaggio di consegne, sono lontani i tempi in cui JB gli spiegava che, in realtà, non era mai stato interessato a seguirlo sul social anche se era il suo compagno di squadra. Sono lontani anche i tempi in cui Hamilton postava telemetrie top secret senza neanche rendersi conto della portata dello scivolone.
Lontani ma non lontanissimi, visto che giusto ad inizio anno Norris si è fatto sfuggire, prima che fosse ufficializzata, la data della presentazione della nuova vettura... ma questo è un altro discorso, non perdiamo la concentrazione.
La mia generazione, che poi è quella di Hamilton, con questi social network ha un po' dovuto imparare ad averci a che fare. Nel momento in cui hanno preso il controllo del mondo non eravamo così grandi da poter far finta di niente, ma non eravamo così giovani da padroneggiarli a pieno. C'è chi si è fatto prendere la mano, chi ci convive per dovere, chi li tratta con diffidenza.
Lando Norris tra tutti i piloti in pista è il primo ad aver dimostrato di saper giocare alle loro regole, parla la loro lingua: c'è nato in mezzo, non ha dovuto imparare a conoscerli. Non subisce il MEME, lo crea. Non è la vittima ma il carnefice.
Classe 1999, non è esattamente il primo pilota a cui penso quando mi domandano per chi tifo, però non posso non riconoscere il valore aggiunto. E' troppo giovane per essere vero, probabilmente non ha ancora dovuto imparare a farsi la barba, però ha dimostrato fin da subito di saper stare a questo mondo e saperlo fare meglio degli altri.
Non ho idea se un giorno potrà vincere davvero qualcosa o finirà come un Ricciardo qualunque a guardare gli altri vincere quello che dovrebbe essere suo, però è evidente che abbia già la stoffa per essere un personaggione, per essere il pilota di punta su cui ogni team dovrebbe investire.
Dalla sua ha una innata fotogenicità mediatica che aiuta ad attirare su di sé le simpatie degli spettatori ed, inevitabilmente, più il pilota è simpatico più l'attenzione è focalizzata su di lui, più lo si guarda più gli investitori si interessano, più si interessano più i team sgomitano per portarselo a casa. Ed è così che Lando Norris è destinato ad avere una lunga carriera in Formula 1.
Sono lontani i tempi degli scazzi tra Hamilton e JB, con il primo che accusa il secondo di aver iniziato a seguire Perez un secondo dopo l'ufficializzazione del passaggio di consegne, sono lontani i tempi in cui JB gli spiegava che, in realtà, non era mai stato interessato a seguirlo sul social anche se era il suo compagno di squadra. Sono lontani anche i tempi in cui Hamilton postava telemetrie top secret senza neanche rendersi conto della portata dello scivolone.
Lontani ma non lontanissimi, visto che giusto ad inizio anno Norris si è fatto sfuggire, prima che fosse ufficializzata, la data della presentazione della nuova vettura... ma questo è un altro discorso, non perdiamo la concentrazione.
La mia generazione, che poi è quella di Hamilton, con questi social network ha un po' dovuto imparare ad averci a che fare. Nel momento in cui hanno preso il controllo del mondo non eravamo così grandi da poter far finta di niente, ma non eravamo così giovani da padroneggiarli a pieno. C'è chi si è fatto prendere la mano, chi ci convive per dovere, chi li tratta con diffidenza.
Lando Norris tra tutti i piloti in pista è il primo ad aver dimostrato di saper giocare alle loro regole, parla la loro lingua: c'è nato in mezzo, non ha dovuto imparare a conoscerli. Non subisce il MEME, lo crea. Non è la vittima ma il carnefice.
Perchè è fin troppo facile condividere la colazione nelle storie di Instagram, è facile persino perdere la dignità su Twitter, c'è stata anche la fase Snapchat, anche se in pochi la avevano attraversata... ma qui siamo davanti al genio! Il genio che ha sfondato la quarta dimensione del social network per sbarcare direttamente su Twitch per fare live mentre gioca ai videogiochi. Genio! (questa prego di leggerla con la voce di Renè Ferretti, altrimenti non vale)
Prima stagione in formula 1 superata quindi a pieni voti, a parte gli scherzi non hanno deluso neanche le prestazioni in pista, è stato in grado già in estate di meritarsi il rinnovo del contratto.
Con lui sulla McLaren d'arancione vestito, anche per il 2020 Carlos Sainz.
Anche di Carlos ci sarebbero cose da dire, perchè anche lui in fondo in fondo è stato un personaggio che abbiamo riscoperto quest'anno. In passato non era particolarmente brillato per arguzia e simpatia. Nato nelle seconde file della RedBull, è stato al fianco di cani e porci, tutti passati in prima squadra prima di lui. Anzi, tutti passati in prima squadra... e lui no. Un bel giorno pensato bene di dare il grande ultimatum: o promuovete anche me o me ne vado! Questi sono scoppiati a ridere, gli hanno ricordato che per essere lì ha firmato un contratto che non si sarebbe potuto permettere di rescindere, non gi hanno neanche fatto terminare la stagione prima di imprestarlo alla Renault, dove, sostanzialmente, è giunto fino al termine del contratto senza che nessuno se ne preoccupasse.
Nel frattempo il fato ha voluto che in McLaren si liberassero un paio di posti e vah! come è la vita! la mossa gli è stata particolarmente fortunata, molto più di quanto un Alonso potesse pensare nel momento in cui ha chiuso il portone decidendo di lasciarsi tutto quel mondo alle spalle.
Il risultato finale è stata la creazione di un nuovo dynamic duo promettentissimo.
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Puntate precedenti
Episodio 1 - Vettel, Hamilton, Bottas e i progetti futuri
Episodio 2 - Vettel, Leclerc e le politiche Ferrari
Episodio 3 - Gasly, Verstappen e Red Bull in generale
Episodio 4 - Toro Rosso, Kvyat, Albon
Episodio 5 - McLaren story
Episodio 3 - Gasly, Verstappen e Red Bull in generale
Episodio 4 - Toro Rosso, Kvyat, Albon
Episodio 5 - McLaren story
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