domenica 9 febbraio 2020

Una fulgida chioma al vento sparsa - Ep. 2

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In Ferrari le posizioni sembrano essere definite: durante l’inverno è stato ufficializzato un rinnovo di Leclerc per 5 stagioni per tanti di quegli zeri che è assolutamente inutile mettersi a contare visto che, statisticamente, dovranno essere poi messi in compensazione con la penale nel momento in cui capirà l’enorme fregnaccia compiuta e vorrà scappare da lì.
Devo confessarlo, nel momento in cui il team ha annunciato l’arrivo di Leclerc io, seriamente, non credevo alle mie orecchie. Forse l’ho letto, quindi non credevo ai miei occhi… ma il concetto è quello. Per una volta era stato compiuto qualcosa che andava lontano dalla loro comfort zone. Per la prima volta avevano dimostrato di voler investire sul futuro senza fossilizzarsi sull’usato sicuro per avere tutto e subito.
Basta analizzare da lontano il mercato piloti Ferrari degli ultimi anni. Vettel con quattro mondiali vinti altrove per sostituire Alonso. Kimi Raikkonen campione del mondo per sostituire un Massa che campione lo è stato per circa 3 secondi prima che Glock facesse la sua parte. Alonso con due mondiali vinti altrove per sostituire Kimi che di titoli ne ha uno solo. Forse l’unica mossa decente è stata fatta ai tempi del pensionamento di Schumacher con l’ingaggio di un giovane ma non giovanissimo Kimi Raikkonen che, neanche a dirlo, ha portato a raccogliere i suoi frutti. 
E per favore non veniamoci a raccontare che le cose sono andate così per colpa dell’incidente di Bianchi perchè è la volta che mi infurio definitivamente con buona pace per l’anima di Bianchi.
Dopo aver prorogato all’infinito il contratto di Raikkonen e aver fatto tutti i nomi più improbabili della storia per la sua sostituzione (Button, Rosberg, Webber) finalmente luce fu: Leclerc. Giovane rampollo monegasco che, dopo sola mezza stagione in Formula 1 si è deciso che dovesse essere il prescelto, l’eroe dei mari e dei monti giunto fino a noi per salvarci dalla fame e dalla carestia… dimenticandoci però che, in teoria, in squadra c’era già un altro eroe dei due mondi, giunto fino a noi per bla bla bla. Quello stesso SebVettel di cui alla puntata precedente.
Tutti i nodi sono giunti fino al pettine e la stagione 2019 è stata la chiara dimostrazione del fatto che le cose non sia sufficiente farle ma sia anche necessario sapersele gestire! Ed è esattamente la gestione di squadra che è venuta meno nel momento in cui si sono voluti mettere troppi piedi in troppe poche scarpe inciampando fatalmente.
Questo sarebbe dovuto essere il primo anno di rodaggio per un fin troppo inesperto Leclerc. La sua inesperienza ad inizio stagione possiamo tranquillamente dire che l’ha pagata tutta, dallo schianto di Buku in poi ma l’effetto sensazionalistico deve per forza di cose essere dietro l’angolo. Non lo possiamo lasciar andare così… senza neanche averci provato. Sarebbe stato fin troppo semplice “chiudere” con la pratica precedente, puntare ancora completamente su Vettel, garantirgli l’appoggio del compagno di squadra e vedere come se la sarebbero cavata. Ma sai che colpo se Leclerc al proprio esordio avesse vinto tutto? Se avesse sbancato il jackpot? Sarebbe stato elevato al cielo, osannato come una divinità, celebrato come un star, ammirato per il suo talento e ringraziato per la sua discesa tra noi mortali. 
Nessuno che si sia chiesto come tutto questo sarebbe potuto accadere. 
Anche perchè, escludendo l’ipotesi della divinità, Lecerc era pur sempre un ragazzo di 21 anni alla sua seconda esperienza in F1, la prima in un top team.
Sarebbe stata una mossa di buon senso quella di invitarlo a placarsi un attimo, accoccolarsi alle spalle di Vettel per una stagione prima di spiccare il volo così come, qualche anno prima, è stato per Bottas in Mercedes. Il fatto che dopo Bottas non ci si stia neanche impegnando per uscire dalla calda aluccia di Hamilton è un altro discorso.
La situazione ha perso di rispetto per tutti. Per Lerclerc al quale hanno fatto credere più di quello che avrebbe meritato, per Vettel appallottolato e messo da parte come uno straccio vecchio, per il team stesso, la forza lavoro, che per mandarli in pista regolarmente si fa un mazzo tanto, e per il pubblico da casa che ancora tifa, perchè l’amore è cieco! 

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