martedì 11 febbraio 2020

Domani è un altro giorno - 2019 Edition -

Domani è un altro giorno è l'appuntamento dalla cadenza annuale volta a premiare (con il mio personale riconoscimento) l'eroe della stagione. Colui che ha lasciato il segno, non solo nella storia della massima serie dell'automobilismo, ma anche e soprattutto sulla fiancata di quelli che lo circondano, sui muretti o sui guard rail. Insomma, coloro che hanno lasciato una traccia indelebile del proprio passaggio.
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Per la categoria:
  • Sebastian Vettel... sull'orlo della calvizie
  • Daniel Ricciardo, travolto da un insolito destino
  • Valterri Bottas, provaci ancora Valt!  
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And the winner is
Sebastian Vettel
Sull'orlo della calvizie!
Perchè la vita in Ferrari non è affatto stressante.
La prima cosa che mi salta in mente è... quintolo! Un soprannome che non scomodo per niente ma mi sembra piuttosto emblematica di una maledizione ormai evidentemente fisiologica legata alla permanenza in Ferrari. All'inizio sono tutti felici, pieni di buoni propositi, certi che quello sia il team del grande sogno, delle grandi speranze, dal grande passato e con un occhio al futuro. Insomma, ogni singola volta le premesse ci sono tutti... ma nella realtà non si finisce altrove se non in una connaturale quinta piazza, spesso anche metaforica, ma che deve portare a riflettere nel momento in cui diventa concreta. Ed è esattamente quinto che si è piazzato Seb Vettel in classifica generale alla fine di una stagione amara e complessa, troppo lunga per essere vera, troppo intensa per essere facilmente tollerabile. Una stagione di confronto con la propria condizione, con i propri traguardi, di inevitabili paragoni con la nuova generazione che avanza e con il metabolismo che si blocca. Seb ha superato i 30 anni di vita, i 10 di carriera, nel corso della stagione, tra una pausa e l'altra, si è sposato, ha figliato, ha combattuto contro l'alopecia... cosa pretendete da lui? E' un essere umano e, dopotutto, domani è un altro giorno...
Tutto inevitabilmente partì dall'Australia.
  • Nuovo anno, nuovo campionato. Prima gara della stagione, moltissime novità portate in pista. In Ferrari dimostrato fin da subito che le strategie non sono il loro forte. Riassunto del week end: una terza piazza scampata in qualifica, un sorpasso di prepotenza subito da Verstappen in gara... ed è finita lì. Eravamo infatti solo al 15esimo giro quando Vettel, immobilizzato dietro alle due Mercedes, cerca di dare la svolta alla propria gara rientrando con un netto anticipo sulla strategia ai box per cambiare gomme. Quindici giri più tardi, quando tutti i pit stop saranno stati compiuti nel momento in dovevano essere fatti, Vettel si ritrova tampinato da Verstappen che non ci pensa due volte per prendergli la posizione e salire così virtualmente sul podio. Suo il team radio del giorno: perchè vado così piano? Risposta: non lo sappiamo. A posto! 
  • Bahrain. In Ferrari cantarono vittoria: le velocità tornarono ad esserci, i piloti a reagire positivamente, gli animi prepotentemente in alto fino all'esplosione di gioia assoluta sabato in qualifica. La prima fila era lì, rossa e incontrastabile... ma quella pole position di Leclerc un po' di amarezza nel nostro eroe deve averla lasciata. Allo spegnimento dei semafori Leclerc fa chiaramente passare Vettel, ma nulla gli è regalato. Poco dopo, all'urlo di io sono più veloce di lui, si riprese di prepotenza la piazza sorpassando lui e tutti suoi quattro titoli mondiali. Ma non era tutto perduto. Forse, addirittura, era solo una scusa per andare a giocare con i suoi pari. Seguirono un paio di cambi gomme, qualche undercut dato e ripreso, un confronto con Hamilton: i due sanno combattere come veri campioni del mondo a confronto, sempre perfetti, mai scorretti ma senza risparmiarsene una. Una danza armoniosa andata a concludersi con l'inaspettata piroetta di SebVettel. Il replay dell'accaduto ha ancora oggi dell'impietoso: nessun contatto tra le vetture: Vettel ha piroettato autonomamente. Ha perso il controllo delle vettura e la posizione in pista. In men che non si dica la sua Ferrari gli è implosa sotto al sedere: scintille e alettoni vaganti. Un terzo rientro ai box, con cambio gomme cambio musetto si rese necessario prima di rientrare in pista in mezzo al traffico per risalire faticosamente la corrente... e chiudere la gara da quintolo.
  • Cina. Qualcuno avrebbe persino potuto essere felice per il primo podio stagionale del nostro eroe se non fosse rimasto imbambolato davanti alle mille e una strategie folli della Ferrari per mandare in pappa la gara dei propri piloti. Vettel è terzo in griglia dietro alle Mercedes ma, nel momento giusto, Leclerc, al suo fianco, parte meglio: undici giri dopo gli viene dato l'ordine di far passare e, salve alternate fortune, terzo giunge fino al traguardo. Suo il team radio del week end, in chiusura di qualifica: "ce l'avevamo, sappiamo perchè l'abbiamo persa".
  • Azerbaigian. Mentre Leclerc si autoeliminava in qualifica lui si accontentava di adagiarsi un po' sugli allori. E' partito terzo e terzo è arrivato senza particolari picchi di entusiasmo.
  • Spagna. La qualifica gli aveva donato una terza piazza di tutto rispetto: allo spegnimento dei semafori è persino sembrato riuscire ad infilarsi in seconda piazza ma è scivolato in quarta. Al dodicesimo giro il team ha iniziato anche a remargli contro, favorisce con team order il sorpasso del compagno di squadra e lui ha perso la bussola. Come è finito ad essere il Raikkonen di se stesso? E' chiaramente in subbuglio emotivo: voleva rientrare per cambiare gomme ma rientrare a quel punto avrebbe significato finire nel mezzo di quel buco nero che è la metà dello schieramento. Al 20esimo giro qualcuno fece finta di ascoltare le sue preghiere, in realtà il pit durò un eternità e ritornò in pista in 10° piazza. Per far finta di farsi perdonare gli diedero giusto il tempo di riavvicinarsi a Leclerc per ordinare un nuovo sorpasso a suo favore... mandato definitivamente in pappa quando, cinque giri più tardi, lo fermarono per un altro cambio gomme. Gara conclusa in quarta piazza dopo aver visto il muretto smettere di accamirsi sulla sua gara e iniziare a rovinare un po' anche quella del compagno. 
  • Monaco. Una seconda piazza conteggiabile solo dopo la bandiera a scacchi per i cinque secondi di sanzione comminata a Verstappen, reo di aver fatto fuori Bottas. Con un Leclerc fattosi fuori autonomamente già in qualifica non vedo come gli sarebbe potuta andare peggio. 
  • Canada. In quell'occasione Vettel sembrò addirittura pronto al proprio riscatto morale. Là dove persino Alesì ha vinto una gara, non può riuscire anche a lui? Conquista la pole position e dalla prima piazza sfila educatamente mantenendo la sua posizione. Ha retto bene, senza grosse preoccupazioni per 2/3 della gara finchè, giustamente, quando le cose iniziano a farsi serie, viene messo in fuel saving. Hamilton gli si avviciò senza fatica arrivando brevemente  in zona DRS. Solo 8 giri più tardi un errore gli fu fatale: Vettel ha sbagliato l'ingresso in curva, Hamilton ha persino desistito dal prendergli la posizione per non finire schiacciato contro il muro da parte di Vettel rientrato in traiettoria in maniera irruenta: tutti e due andarono sotto investicazione... e fu così che giunsero i 5 secondi di penalità della discordia! Con un po' di amarezza nel corpo e nello spirito arrivarono entrambi alla bandiera a scacchi e, se la gara non aveva ancora dato abbastanza emozioni, fu il post ad intrigarci definitivamente. SebVettel era in rivolta ed il team con lui. Abbandonò la vettura all'ingresso della pit per poi spingerla a braccia chissà dove. Le telecamere lo hanno inseguto a zonzo per il paddock fino al suo motorhome. Sotto al podio nessuno sapeva che fine avesse fatto Vettel e la finirono a parlare del meteo. Cinque minuti più tardi le telecamere rintracciarono Vettel all'altezza dei box Mercedes marciare verso il podio a grandi falcate. Sembrava pronto a salire sul podio ma non prima di aver spostato il n° 1 da davanti l'auto di Hamilton. Dulcis in fundo: Hamilton ha invitato Vettel sul gradino più alto del podio e tornò l'amore. Nota comica della situazione: mentre il mondo si dannava dietro all'ingiustizia subita o all'analisi dell'incidente per giustificare la sazione, lui stava convolando a giuste nozze! 
  • Francia. Allo spegnersi dei semafori Vettel è persino partito bene, ma settimo era e settimo è rimasto ed è stato addirittura necessario l'inserimento del DRS per superare le due McLaren. Al 24esimo giro tutti i piloti nelle prime file erano già rientrati per il proprio cambio gomme, tutti tranne Vettel che, debitamente istruito dal muretto, sembra avere tra le sue mani la strategia della vita... se solo non si fosse messo a spiattelar gomme invece che migliorare i tempi sul giro. In sostanza, quinto era e, dopo il pit stop, quinto è tornato fino alla fine dei suoi giri.
  • Austria. Per essere certo di non partire neanche bene, SebVettel ha direttamente saltato la Q3, formalmente per problemi idraulici che gli hanno impedito di scendere in pista, informalmente per punirlo del suo pensiero impuro di mollare la Ferrari. Al settimo giro si è portato già in terza piazza ma al 21-22esimo sono stati chiamati a far cambio gomme Vettel, Bottas e Leclerc e, casualmente, il pit più lungo della storia (+ 6 secondi) viene fatto sulla vettura di Vettel scivolato così nuovamente in 7° piazza, giusto per punirlo ancora un po' per quei pensieri impuri reiterati dopo le vicende delle qualifiche. Le fasi finali della gara sono state caratterizzate dalla classica sportellata di Verstappen ai danni di Leclerc, il mondo è andato in subbuglio... ma negli stessi istanti lui stava conquistando uno gloriosa quarta piazza con un sorpasso su Hamilton di prepotenza del tutto passato inosservato.
  • Gran Bretagna. Vettel è partito sesto ed è avanzato in quinta solo sfruttando le debolezze altrui. Al 38esimo giro Verstappen ha tento il sorpasso su Vettel che, di tutta risposta, lo ha preso in pieno mandando entrambi a raccogliere violette e bordo pista. Tutti sotto investigazione ma, se a Verstappen le cose sono andate un po' meglio, Vettel è stato costretto a rallentare e scivolare quasi fino all'ultima piazza prima di rientrare ai box per cambiare muso. Gara conclusa in 16esima posizione.
  • Germania. Per placare subito i pensieri impuri di Vettel, la Ferrari si è affacciata a questo GP tedesco 2019 con un NO POWER di Vettel in Q1. La gara è partita sotto la pioggia ma ritmo di gara, in ogni caso, è durato ben poco per lo schianto a muro di Perez avvenuto già al secondo giro. SC in pista e Vettel con tempismo è stato richiamato immediatamente al box per cambio gomme e passaggio da full wet ad intermedie e, quando è arrivato il loro turno, anche tutti gli altri hanno tento di imitare la strategia garantendogli così un ottimo salto in avanti sino alla sesta posizione. La classifica era impazzita, nessuno ci stava capendo più niente, Vettel sembrava essere galvanizzato dalla situazione e fu così che, anche se con sole 13 vetture al traguardo, Vettel ha chiuso la gara in seconda posizione.
  • Ungheria. Partito in quarta piazza ha visto, prima, Bottas bucare e finire in coda, poi, Verstappen condurre in testa, e tutto questo mentre non se le mandava certo a dire con l'amichetto di sempre Lewis Hamilton. Alla Red Bull hanno iniziato  a tremare le ginocchia... mentre in Ferrari, per mantenere viva l'attenzione, hanno cannato un altro pit su Vettel: 5.8 secondi che, nel caso fosse necessario specificarlo, lo risbattono in quarta piazza dietro a Leclerc. Dopo un hammertime epocale Hamilton si porta a casa la vittoria, Vettel è riuscito a riprendersi il podio ma finendo in terza piazza con l'imbarazzante ritardo di quasi un minuto.
  • Belgio. L'estate deve aver galvanizzato gli animi ferrari che, alla prima gara dopo la pausa è risucita a portarsi a casa una prima fila storica con Leclerc in pole. Hamilton, che si trovava alle spalle di Vettel, è riuscito a partire decisamente meglio di lui ma, alla prima curva, la Ferrari è risucito a riprendersi la piazza. Dopo il primo pit stop, con gomme nuove, Vettel è persito riuscito a portare a casa un giro veloce andando a giocarsi la prima piazza con il compagno di squadra: al 21esimo pit anche per Leclerc... e sorpasso fu! almeno almeno fino al 27esimo giro quando un team order ha portato Vettel ad accostare per lasciare pista al compagno. AAA cercasi ancora oggi un senso alla strategia di Vettel: il pit anticipato ... e restituzione dell'unica posizione che sin dall'inizio avrebbe potuto guadagnare e, comunque, un pit nel quale non gli sono state montate gomme adatte per arrivare fino alla fine della gara in maniera dignitosa. Vettel è quindi scivolato quarto mandando in fumo ogni sogno di doppietta.
  • Italia. Colpo di teatro di Vettel in partenza: prima perde posizioni in favor di Renault poi tenta un agguato ai danni delle Mercedes ma, di punto in bianco, isolato da tutto e da tutti, prende spazio un vero pandemonio. Vettel si è girato in pista, è finito fuori, ha forzato un rientro... e prende in pieno Stroll. Costretto a rientrare per sostituire il musetto subisce anche la penalità dei 10 secondi: il team lo ha fermato subito finendo in ultima piazza... guardando Leclerc vincere la gara, doppiato e 13esimo con disonore davanti al pubblico di casa.
  • Singapore. E venne così il gran giorno: la prima vittoria della stagione di Vettel...all'esito di una gara da lette alle ginocchia, con le tre SC finali a darci il colpo di grazia. Unico momento di vivacità intorno al ventesimo giro quando la Ferrari ha messo in scena il colpo gobbo del pit stop anticipato di Vettel, fermatosi insieme a Verstappen, due giri prima di Leclerc, costretto così ad accodarsi al compagno di squadra. Quaranta giri e tre SC dopo la gara finisce nelle stesse identiche posizioni di testa.
  • Russia. Vettel ha iniziato a piroettare per un nonnulla in fase di prove libere e si è riproposto papale papale anche in qualifica. Vettel piroetta, Leclerc fa buoni tempi, Hamilton sorprende tutti e, senza chiedere il permesso, si piazza tra una Ferrari e l'altra in griglia di partenza. La stategia Ferrari ha avuto seriamente del portentoso: partire permettendo a Vettel di prendere la scia a Leclerc in modo tale da superare Hamilton e puntare dritti alla doppietta. Il problema è seriamente arrivato quando, grazie a questo gioco di scie, Vettel ha superato non solo Hamilton ma anche Leclerc che, rimasto a bocca aperta, si è messo a reclamare la sua posizione come un bimbo dell'asilo a cui hanno portato via il giocattolo preferito. La situazione è andata ulteriormente ad aggravare per colpa della SC entrata in pista: nel momento in cui la gara è ripresa Vettel si trovava a buona distanza da Leclerc che implorava la posizione ma non riusciva a stare abbastanza vicino al compagno di squadra per dimostrare di meritarsela. Vettel avrebbe preferito rimandere questo momento ancora per un pochino ed in fin dei conti entrambi avrebbero potuto avere estremamente ragione nella discussione se non fosse che, sul più bello, è iniziato il giro di pit stop. Prima è il turno di Leclerc, poi quello di Vettel: prima il Team è sembrato voler sabotare il pit di Vettel facendolo dirare un'eternità... poi ne abbiamo avuto la certezza quando Vettel è stato costretto ad accostare poco dopo l'uscita dalla pit lane, tra gesti stizziti e laconiche dichiarazioni. Da un lato tutti quelli che urlano al disastro Vettel, accusato di aver accostato e spento la vettura per ripicca alla strategia del team. Dall'altro lato quelli che vedono il team autore del misfatto, un po' punta alla punizione rivolta a Vettel (se non rispetti il team order ti spengo la vettura e ti arrangi).
  • Giappone. In estrema sintesi: come prendere una doppietta e buttarla nel gabinetto facendo molta attenzione a tirare lo sciacquone. Vettel è partito in prima posizione, vicino a Leclerc, pronto a dare il meglio di sé in una di quelle poche occasioni della stagione in cui nessuno gli stava dando del bollito. Quindi le vetture partono e si spengono i semafori... e non è un lapsus. Vettel, ancora inebriato da tutta quella faccenda di non essere un bollito, nel dubbio è partito, poi si sono spenti i semafori rossi, così Bottas dalla terza piazza lo ha beffato e si è preso la testa della gara. Tutto bene quel che finisce bene: Vettel non è stato sanzionato perchè, apparentemente, è partito prima ma non molto prima, o comunque non ha fatto molta strada, o comunque i sensori non hanno registrato il movimento e anche se milioni di telecamere lo hanno visto va bene così. Ed è così che Vettel ha potuto ringraziare le sconclusionate strategie al muretto Mercedes per quel cambio gomme di cui probabilmente nessuno avrebbe sentito la necessità che ha portato Hamilton in terza piazza, regalando al ferrarista una seconda piazza che sembrava ormai sfumata e a tutti noi l'unico momento degno di questa gara, ovvero la battaglia finale - nella quale ovviamente nessuno credeva - tra 10 titoli mondiali in due. 
  • Messico. Una prima fila tutta rossa che avrebbe potuto portare molta fortuna agli amici del cavallino rampante... se solo le strategie gliele avesse fatte qualcun altro. Allo spegnimento dei semafori tutti sono andata a toccarsi con tutti, i ferrari tra di loro, Hamilton con Vettel e, soprattutto, Hamilton con Verstappen che sono finiti fuori pista a raccogliere margheritine e dei campi. Hamilton è finito nelle retovie, Verstappen a letto senza cena, quindi le Ferrari hanno pensato bene che fosse giunto il momento di iniziare a gongolare. Le cose si animano in fase di pit stop. Hamilton è il primo a fermarsi, lui stesso ha domandato in team radio se non fosse un po' troppo presto ma ormai la frittata è stata fatta. Quindi si ferma Leclerc, si riferma Leclerc perchè gli hanno cannato anche il cambio gomme e Vettel, sentendo la chiamata, suggerisce che non sia il momento adatto. Il muretto ha acconsentito e Vettel è stato incoronato stratega of the day anche se forse è stato solo il suo istinto di autoconservazione. Qualche giro dopo finalmente anche Vettel ha cambiato gomme si accoda, Bottas gli è attaccato al fondoschiena di Vettel ma non è troppo minaccioso, Vettel ha preferito accoccolarsi in seconda posizione aspettando che le gomme di Hamilton inizino a cedere... ma la gara è finita continuando ad aspettare quel momento.
  • Stati Uniti. Per non creare false speranze, il week end di Vettel è partito male dall'inizio. Per cercare di recuperare qualche posizione al via ha tentato di infilarsi prima di Verstappen dietro a Bottas ma gli va male, si fa coinvolgere in un contatto a tre con Sainz e Albon e a stretto giro viene superato da Hamilton, Leclerc, Norris e anche da Ricciardo! E tutto questo ancor prima di aver raggiunto il quinto giro di gara. All'ottavo la macchina muore di colpo e per lui miss Italia finisce qua. 
  • Brasile. Semplicemente l'apice delle vicende made in Ferrari stagione 2019. Vettel è partito in prima fila accanto a Verstappen, Leclerc 14esimo per sanzioni varie. A 10 giri dalla fine della gara, dopo una SC che ha accorpato tutte le vetture, Leclerc con gomme decisamente più fresche rispetto a quelle di Vettel gli si avvicina minaccioso...  i due si prendono, si annusano, si sorpassano e contro sorpassano, fino all'epic moment del giro 66. Le due vetture giungono al contatto, sembrano solo appena sfiorarsi ma vanno in frantumi senza via di scampo. Leclerc sbraita come se non ci fosse un domani, Vettel chiede scusa ma sembra quasi soddisfatto del risultato. 
  • Abu Dhabi. Reduce dal travaglio più lungo della storia e dopo aver forzato il parto del suo terzo figlio per non rischiare di perdere la partenza della gara, Vettel si è piazzato quarto. In partenza, sfatto più che mai con la barba incolta di tre giorni, si è messo semplicemente all'inseguimento confidando nel DRS che gli dovrebbe consentire di andare avanti anche lui... ma il DRS è mai stato autorizzato dai piani alti per asseriti problemi tecnici. Ma non c'è da preoccuparsi perché la gara di Vettel non è ancora finita qua: per sabotarla a puntino la Ferrari, per strafare e stupire tutti con effetti speciali. richiama entrambi i piloti per il primo pit nello stesso momento. La cosa ha dell'assurdo anche tecnicamente parlando visto che i due montano  gomme differenti e dovrebbe essere fisicamente impossibile che abbiano entrambi bisogno di fermarsi nello stesso momento. Eppure sono stati chiamati nello stesso momento e, se il pit di Leclerc scivola in fretta, quello di Vettel ha dei contrattempi che lo portano a perdere sensibili posizioni in gara, tanto da finire dietro a Bottas e autorizzarlo ad imprecare in tre lingue diverse. Chiuderà la gara lottando per la posizione con Albon.
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  • Piloti già premiati (click sul link per andare alla premiazione):
- per l'anno 2018 - Valterri Bottas ... sull'orlo di una crisi di panico
- per l'anno 2017 - Max Verstappen ... una quotidiana guerra con la razionalità
- per l'anno 2016 - Lewis Hamilton ... sconfitto nella sua battaglia più dura, quella con l'ego
- per l'anno 2015 - Fernando Alonso ... sull'orlo della crisi di nervi
- per l'anno 2014 - Sebastian Vettel ... dalle stelle alle stalle in nove mesi netti
- per l'anno 2013 - Mark Webber ... con tutti gli acciacchi di salute suoi e della vettura
- sempre per l'anno 2012 - Michael Schumacher - premio alla carriera.
- per l'anno 2012 - Romain Grosjean
- per l'anno 2011 - Lewis Hamilton
  • Team già premiati (click sul link per andare alla premiazione):
- per l'anno 2018 - McLaren ctrl+alt+canc
- per l'anno 2017 - Ferrari ... tu conosci il nome ha creato solo confusione
- per l'anno 2016 - Red Bull ... vorrei ma non posso
- per l'anno 2015 - Ferrari ... perchè dev'essere davvero davvero difficile trovare sempre qualcosa di cui lamentarsi
- per l'anno 2014 - Ferrari ... una scuderia allo sbaraglio
- per l'anno 2013 - McLaren ... sull'orlo di una crisi di nervi

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