giovedì 13 febbraio 2020

Una fulgida chioma al vento sparsa - Ep. 3

...Previously

A Leclerc, in ogni caso, la pillola non è stata indorata più di quanto non sia stato fatto a quel povero disgraziato di Gasly
Il giovane francese giusto un anno fa di questi tempi me lo ricordo ospite a DeeJay Chiama Italia. Tra il serio e il faceto è molto lo spazio che in qualche modo viene concesso tutte le settimane all’interno del programma. L’appassionato della situazione è Linus spesso autore di un vero e proprio monologo sull’argomento visto il poco interesse verso la materia dimostrato tanto da Nicola Savino quanto da Curti e le girls della stanza a fianco. Probabilmente avrebbe bisogno di un interlocutore vero, un po’ come per il calcio tutti i lunedì interviene telefonicamente Daniele Adani, giusto per riuscire ad analizzare con un po’ meno di superficialità le gare del week end, però mi ha molto incuriosito la volta in cui, senza il minimo preavviso, Gasly è entrato da quella porta.
Gasly, voglio dire. Ma chi è Gasly? Per il pubblico generalista che ascolta Radio Deejay alle 11 della mattina Gasly non esiste. Così come non esiste il 90% della griglia di partenza.
Una volta ho fatto un esperimento sociale: ho chiesto ad una persona non appassionata di Formula 1 quali piloti conoscesse. 
Schumacher!
Riformuliamo la domanda: quali piloti ancora in attività conosci?
Raikkonen, anche se lo davamo ancora come pilota Ferrari, Vettel, Hamilton. Forse è uscito anche il nome di quello sbarbato di Leclerc che aveva appena vinto Monza e aveva la faccia tatuata ovunque e Schumacher, questa volta il figlio, prima di spiegargli che anche lui guida ma non in Formula 1. 
Ovviamente nessuno osa citare il nome di Alonso invano in mia presenza.
Ed è per questo motivo che il passaggio di Gasly mi ha tanto stupito e meravigliato, con tutta la positività del caso. Ovviamente non possiamo sapere quante volte Linus abbia alzato il telefono per chiamare in studio Vettel, Leclerc o chiunque altro del carrozzone di rosso vestito. Magari nessuna, magari un milione e questi hanno sempre declinato l’invito. Magari Gasly era a Milano per qualsiasi altro motivo e gli sponsor gli hanno organizzato quell’ospitata che, diciamocelo pure, è andata al limite dell’imbarazzante. Convocato per la traduzione estemporanea il buon Nikki che, probabilmente, non sa neanche quante ruote abbia una vettura di formula 1, Nicola Savino gli ha chiesto che esercizi fa in palestra e come mai è così magro e Linus ha fatto un po’ quel che poteva con l’espressione di uno che avrebbe preferito chiudere la trasmissione mezz’ora prima.
Ma l’ho già detto che io adoro Radio DeeJay e soprattutto DJCI, amo Linus, Nicola e, le canzoni di Natale, la rubrica sul calcio di Curti, Farolfi che si mangia le parole e le girls che parlano solo di cibo (e di diete!)? Forse l’ho detto ma quell’intervista è stata pessima comunque.
Chiusa parentesi. Con quell'apparizione Gasly stava per entrare di diritto nell’albo dei conosciuti al grande pubblico. Con quella promozione in Red Bull Gasly stava per diventare uno sul quale poter dire qualcosa di interessante. Io ci ho creduto in quella promozione nella major league, io ci ho creduto, Linus me lo ha confermato. E’ davvero un peccato che la sua promozione sia durata quanto un gatto in tangenziale. Mi si permetta l’uso di queste espressioni forti. 
Così come in Ferrari, anche il RB qualcuno dall’alto non ha saputo gestire al meglio l’ingresso della giovane promessa. Da un eccesso all’altro. Da un lato un Leclerc al quale è stato concesso di fare la voce grossa, dall’altro un Gasly abbandonato al suo destino.
In RB c'era già già in squadra un predestinato, un enfant prodige che potesse gonfiare il petto e far cadere tutti ai suoi piedi. Un Enfant prodige tale che di questo passo gli verranno i capelli bianchi prima di essere riuscito a cavare un ragno dal buco in quella squadra, che vorrebbe spiccare il volo prima di fare lui stesso le ragnatele ma che si trova schiacciato dalle strategie altrui. 
Anche per Kid Max questo inverno è quindi arrivato un rinnovo a molti, moltissimi zeri che lo vincolerebbe al team per altri cinque anni. Salvo recesso anticipato e clausole penali d’occorrenza.
L’impressione generale, in ogni caso, è stata quella che l'inserimento di Gasly in squadra non sia stato in alcun modo agevolato. Lo si è guardato imparare a camminare, si è riso di lui al primo capitombolo e, al momento fatale, gli si è data la colpa esclusiva per gli scarsi progressi e, con un timbro postale calciato sul deretano, è stato rispedito al mittente con un biglietto di sola andata.

***
Puntate precedenti
Episodio 1 - Vettel, Hamilton, Bottas e i progetti futuri
Episodio 2 - Vettel, Leclerc e le politiche Ferrari

Nessun commento:

Posta un commento