sabato 15 febbraio 2020

Solo gli stupidi non cambiano mai idea

Solo gli stupidi non cambiano mai idea e, io, modestamente, non intendo essere da meno.
E' di pochi giorni fa il post con la premiazione del domani è un altro giorno 2019 - Edition. Sebastian Vettel ha vintoe trionfato in tutto. Ha vinto e le ragioni sono perfettamente spiegate in quel post... però c'è qualcosa che mi continua a lasciare un po' di amaro in bocca. C'è qualcosa che non mi soddisfa pienamente. I concorrenti di quest'anno erano tutti davvero forti, certo, Seb ha trionfato con onore, ma io non vorrei mai che passasse così inosservata o cadesse nel dimenticatoio la stagione di Daniel Ricciardo.
Mentre ero impegnata nella stesura del post, mentre ripassavo e ripercorrevo tutte le emozioni della stagione in più di un occasione mi sono domandata se non fosse il caso di fare almeno un richiamino alla sua posizione. Certo, Vettel si è portato dietro almeno una sciagura per gara, questa stagione può tranquillamente prenderla, inscatolarla e buttarla senza alcuna remora nell'indifferenziata... ma anche Ricciardo ha qualcosa da dire al suo pubblico. A suo svantaggio, certo, l'essere su una vettura poco competitiva, là dove una gara opaca non è un insuccesso ma un prezioso insegnamento sull'affidabilità della vettura.
Ed è per questo che penso possa meritare almeno un premio di consolazione. 
Quindi, riprendiamo da dove ci eravamo lasciati. 
  • Tutto ebbe inizio in Australia. Là dove mise in scena una vera partenza con il botto. Tanta emozione, tanta curiosità intorno alla sua figura. Si era tanto parlato della sua partenza dalla Red Bull, sul suo perenne buon umore che sarebbe potuto essere messo in cattiva luce dalle pessime prestazioni della nuova vettura... ma niente di peggio che oscurare le prestazioni della vettura con le proprie pessime prestazioni. Davanti al pubblico di casa. E fu così che allo spegnimento del semaforo Daniel ha sfracellato la la propria ala contro Perez, è stato costretto a rientrare ai box concludendo così la propria gara inaugurale della stagione. O meglio: la sua gara si è conclusa 31 giri dopo ma dalla penultima posizione, incapace persino di superare entrambe le Williams, non è che faccia molta differenza. 
  • Bahrain. Anche qua le cose non vanno per il meglio. A prescindere dall'infausta conclusione (ritiratosi al 58esimo giro dopo una classica perdita di affidabilità della sua vettura) qualche perplessità personale in gara ce l'ha lasciata. L'ha lasciata anche al compagno di squadra, o per meglio dire sulla sua fiancata, dopo un contatto in fase di sorpasso che lo ha portato a domandare alla squadra: come siamo arrivati al contatto? Gli ho lasciato tutto lo spazio disponibile!  
  • Azerbaigian. Riconfermando la pivellaggine da cui è stato colpito, anche a Baku è riuscito a dare il meglio di sè ai danni di Kviat. Prima tentando il sorpasso e sbattendo entrambi in via di fuga, poi mettendo la retro per cercare di uscire da quella situazione e riprendendo Kviat in pieno. Alla fine sono persito riusciti a tornare in pista tutti e due ma entro un paio di giri si sono ritrovati belli che ritirati ai box.  
  • Spagna. Tutti gli occhi tornano ad essere su Ricciardo, reo di pivelleria aggravata, con tanto di recidiva, costretto ad un arretramento sulla griglia di partenza di tre posizioni nella speranza che possa riprendersi da questo buco nero emotivo che lo ha visto mandare in pappa tre gare su quattro fino a questo momento. Gara conclusa in 12esima posizione ma almeno è giunto al traguardo senza combinare altri casini. 
  • Francia. Nuovo giro nuova sanzione sul circuito in cui si era presentato con la super strategia
    in grado di combattere contro il mondo. Al 17esimo giro è il primo ad entrare per aprire il valzer dei pit con l'obiettivo dell'undercut globale. Peccato per il pit che è stato uno dei più lunghi della storia. Archiviata la possibilità del super undercut dalla 13esima posizione capisce che se vuole recuperare qualcosa se lo deve andare a prendere con le sue gambe. Ruote. Il primo della fila è Grosjean che, come al solito, non accetta che il mondo lo circondi e forse questa volta ne ha avuto ben d'onde dato che il passaggio lo ha sbattuto fuori pista. Sul finire della gara, nuovamente Ricciardo è tornato all'inseguimento del punto iridato perduto soffiando sul collo di Norris. Prima che fosse troppo tardi ha tentato anche il colpaccio... riuscito ma non nel senso in cui l'aveva inteso lui. Tentando il sorpasso è infatti finito fuoripista e con lui anche Norris. Raikkonen li ha visti da lontano e sorpassati entrambi in un boccone, Daniel è quindi corso a riprendersi quel che gli è stato tolto mentre su Norris ha la meglio anche Hulkenberg. Tutti sono finiti sotto investigazione ma l'unico sanzionato è Ricciardo che, al netto dei cinque secondi di penalità, è addirittura finito fuori dalla zona punti. Anche questa volta. 
  • Singapore. Ad illuminare i cielo di Singapore durante il GP più noioso della stagione, solo lui: Daniel Ricciardo. Un Daniel Ricciardo che, seriamente, ci ha fatto sognare ci ha ridato un po' di fiducia in questa formula 1 moderna. Partito dall'ultima piazza dopo una squalifica dalla qualifica per menate ingegneristiche sulle quali non intendo soffermarmi neanche un secondo, è riuscito a risalire fino alla terza piazza... per mandare in vacca tutta l'impresa un secondo dopo in un maldestro tentativo di sorpasso su Giovinazzi per il quale è tornato a relegarsi nelle posizioni infami dove ha concluso la gara senza che nessuno fosse disposto ad eleggerlo come driver of the day.
  • Russia. Schianto in partenza tra Grosjean e Ricciardo.
  • Giappone. Leggendo le staistiche, la sua fedina penale rimarrà per sempre segnata con l'onta della squalifica... ma almeno a questo giro non è stata colpa sua. 
  • Brasile. Ed anche qui Ricciardo ne ha combinata un'altra della sue, questa volta contro Magnussen: la Renault deve cambiare musetto, Magnussen finisce in testacoda e si deve accodare.

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