lunedì 3 febbraio 2020

Una fulgida chioma al vento sparsa - Ep. 1

Colpi gobbi e colpi di testa aka "colpi di mercato". 
Volendo andare a cercare il vero protagonista della stagione 2019 questo non può che essere identificato in Seb Vettel. Non ha dato prova di qualcosa di particolare in pista ma è stato coinvolto nel 99% delle discussioni che hanno riguardato la passata stagione. Vettel e la sua alleanza con Hamilton, Vettel e la rivalità con il compagno di squadra, Vettel il bollito, Vettel il talento puro ostacolato dal team che ormai non crede più in lui, Vettel il bollito 2.0 perchè solo gli stupidi non cambiano mai idea. Vettel croce e delizia del mercato piloti, colui che forse tutti vogliono ma che nessuno si sta lasciando un margine di riserva per portarselo a casa. Vettel che non si capisce bene cosa voglia fare nella vita: Vettel che vorrebbe tornare a vincere, Vettel che ha anche altro da fare e piuttosto che finire in decima fila si ritira a vita privata, Vettel che vorrebbe restare in Ferrari, Vettel che a settimane alterne è sul punto di sbattere il portone di Maranello per non guardarsi più indietro.
Vettel che in Canada ha vinto al 99%, è giunto alla bandiera a scacchi in prima posizione ma ha dovuto cedere il passo ad Hamilton. Che ha dato spettacolo nel paddock prima di salire sul podio, ma da lassù ha difeso l'amico da chi lo stava fischiando.
Vettel che, alla soglia dei 33 anni, sta per essere messo in croce.
E mentre tutto questo stava accadendo, tutti gli altri vincevano, perdevano, litigavano, piangevano. Vivevano.
Stagione strana quella che si è appena conclusa per la Mercedes. Da un certo punto di vista nulla sarebbe potuto andare meglio: titolo costruttori, titolo piloti, secondo posto per Bottas… ma è mancato qualcosa. Qualcosa come le pole position, grande cavallo di battaglia di Hamilton che quest’anno ha faticato a portare a casa. In qualche modo avrà potuto influenzare la performance l’orrido trofeo made in Pirelli coniato per l’occasione, ma nessuno dei due piloti è andato vicino a portarselo a casa. Da un lato un Bottas, ancora una volta rinnovato solo per una stagione, costretto anche quest’anno a combattere con le unghie e con i denti per dimostrare di meritarsi di continuare in squadra. Con un Ocon in meno a mettergli pressione sul collo forse questa è la giusta occasione per dimostrare di avere un qualcosa in più. 
Prospettiva anomala quella per il 2021, scongiurata la grande minaccia del ritiro definitivo del team dalla competizione (o stiamo ancora facendo finta di crederci?) in vista dell’ulteriore scadenza del contratto di Hamilton. Le voci di corridoio, anche dal suo punto di vista, sembrano dividersi. Da un lato chi dice che si stia discutendo solo il profilo economico, dall’altro di pensa che il campione del mondo in carica, in realtà, voglia solo concludere la carriera al TOP e sparire dalle scene prima delle prossime rivoluzioni tecniche, circostanza che, alla luce dei suoi 35 anni e delle numerose attività che lo impegnano anche fuori pista, potrebbe non essere la più remota. 

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