lunedì 31 dicembre 2018

Domani è un altro giorno - 2018 Edition -

Domani è un altro giorno è l'appuntamento dalla cadenza annuale volta a premiare (con il mio personale riconoscimento) l'eroe della stagione. Colui che ha lasciato il segno, non solo nella storia della massima serie dell'automobilismo, ma anche e soprattutto sulla fiancata di quelli che lo circondano, sui muretti o sui guard rail. Insomma, coloro che hanno lasciato una traccia indelebile del proprio passaggio.
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Per la categoria:
1) Valterri Bottas, sull'orlo di una crisi di panico
2) Daniel Ricciardo, vittima degli eventi
3) Esteban Ocon, rigettato dal sistema
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And the winner is
Valterri Bottas

Sull'orlo di una crisi panico. 
Nel momento in cui Nico Rosberg ha deciso di chiudere la porta e lasciarsi tutto questo alle spalle il segnale pareva essere piuttosto chiaro: al mondo non ci sono abbastanza soldi per poter sopportare una cosa di questo genere. Ha preso la sua soddisfazione dopo anni di patimento e non c'è stata più alcuna botta di adrenalina che gli abbia potuto far cambiare idea. Ha deciso di andarsene perchè neanche quel titolo mondiale poteva valerne la pena. 
Più o meno ogni pilota dello schieramento ha fatto carte false pur di entrare nelle grazie della Mercedes. Più o meno ogni pilota dello schieramento, implicitamente, ha fatto carte false pur di diventare compagno di squadra di Lewis Hamilton
Con tutto quello che il team aveva dovuto sopportare fino a quel momento il messaggio pareva essere chiaro: non sarebbe stato più tollerata alcuna faida tra piloti, alcuno scontro tra piloti, alcuna guerra fredda. Eppure Bottas deve averci creduto. Deve aver creduto di poter davvero entrare nel team stare allo stesso livello della prima donna, deve aver creduto di poter essere trattato come lui, deve aver creduto di potersi portare a casa le stesse soddisfazioni. Magari non ha pensato di poter essere come Lewis Hamilton ma ha preteso di essere quantomeno un Nico Rosberg. Poverino. 
Deve essere pure andato ad analizzare sulle differenze più marcate con il nuovo compagno di squadra. Avrebbe potuto tatuarsi dalla testa ai piedi, o mettersi un paio di orecchini. La verità è che non si è discostato più di tanto: ha adottato un cane che non avrà la scritta loyalty sul collo ma ha un sacco di macchie evocative. 
SPOILER: non è bastato. Quella che si è appena conclusa è inequivocabilmente una stagione da dimenticare. Partita tra i colpi di sfiga e colpi di anonimato, forse conseguenza l'uno dell'altro, ha portato alla considerazione fatale da parte del team della sua sacrificabilità. Si è giunti a quel punto della stagione il cui è stato lo stesso team a ritenere inutile quello che stava cercando di ottenere in pista asservendolo al conseguimento dell'obiettivo finale. Nell'augurargli che domani possa essere un altro giorno, analizziamo da vicino la sua stagione.
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  • Australia: Male, molto male. Prima di tutto ha preso una di quelle tranvate epocali in qualifica, distruggendo tutto quello che poteva essere distrutto a bordo della sua vettura, per poi mettersi al volante in gara e non fare nulla di quello che ci si poteva aspettare da una seconda guida che si rispetti concludendo una gara del tutto anonima ed insignificante.
  • Bahrain: Il vero problema è che Bottas crede di poter essere un Rosberg ma sta prendendo la strada giusta per essere un Massa. Un infinito inseguimento a Vettel andato però intentato, chiude in seconda piazza e fingiamo anche di esserne soddisfatti.
  • Cina:  quando ancora quest'operazione non era stata demonizzata dall'opinione pubblica, Raikkonen fu lasciato in pista un'eternità mentre tutti gli altri rientravano a cambiar gomme  al solo scopo di rallentare Bottas e permettere a Vettel di raggiungerlo. In realtà Vettel non ha mai raggiunto Bottas, il quale ha semplicemente raggiunto Raikkonen passandolo senza colpo ferire e aggiudicandosi il titolo di driver of the day. Altra seconda piazza portata a casa nella convinzione che questo sarebbe potuto essere davvero il  suo anno.
  • Baku: provvidenziale fu un doppio ritiro Red Bull: safety car in pista in un momento in cui Bottas stava ciondolando in pista ritardando il proprio rientro al cambio gomme il più possibile. Forse anche in Mercedes erano troppo interessati alla gara delle RedBull per ricordarsi di richiamarlo ai box... ma mai nessuna distrazione è riuscita ad essere tanto opportuna.  Safety Car in pista, tutti dentro a cambiar gomme. Ma tutti, tutti, tutti: non solo Bottas che entra ed esce senza che nessuno se ne renda conto, ma anche Vettel, a quel punto drammaticamente secondo, Hamilton e Raikkonen. La SC ha modo di tornarsene a casa a tre giri dalla fine: Bottas tiene bottas agli attacchi di Vettel che, a sua volta, non riesce a tenere testa ad Hamilton, arrivato pure lui all'attacco, in men che non si dica le due Mercedes sono in testa con Bottas pronto a portarsi a casa la vittoria. A stravolgere gli equilibri della gara a due giri dalla conclusione, una foratura alla gomma di Bottas che lo costringe al ritiro e alle lacrime amare.
  • Spagna: Vettel in partenza beffa Bottas e gli spiega com'è che funziona quel meccanismo per cui 15 giorni fa stava per vincere una gara ed invece no. Probabilmente buono anche lo spunto del rientro anticipato, tanto che Bottas ha ritenuto di doverlo imitare ad un solo giro di distanza non trovando da questo alcun giovamento. Altra seconda piazza, per rafforzare il sistema immunitario.
  • Monaco: parte quinto e arriva quinto in una gara dove, sostanzialmente, non succede una mazza. Bene. 
  • Canada: nuova seconda piazza su una pista dove persino Alesì, una volta, è riuscito a vincere. Amen.
  • Francia: Hamilton e Bottas in prima fila, Vettel e Verstappen in seconda. Vettel parte di gran lena, tenta il sorpasso di Bottas, non si rende conto per tempo che Hamilton stava rallentando per buttarsi in curva e, probabilmente credendo di essere in moto, tenta di infilarsi tra le due Mercedes schiantandosi inevitabilmente su Bottas. Vettel e Bottas con le vetture fracassate zoppicano fino ai box per rimettersi in marcia e da quel momento in poi sono gli unici che combinano qualcosa in gara.  Chiusura in settima piazza senza infamia e senza lode. 
  • Austria: In prima fila appaiati momento-di-gloria-Bottas e Hamilton in seconda piazza. In partenza Raikkonen, che era terzo, tenta il colpaccio: si infila tra una Mercedes e l’altra, ostacola Bottas, lo sfila, ma ha il solo risultato di favorire Hamilton. Bottas finisce quasi nelle retrovie ma torna al punto di partenza (o quasi: in seconda piazza) tre curve dopo. All’improvviso il disastro: la vettura di Bottas muore sul colpo, VSC per rimuovere la salma dal bordopista. 
  • Silverstone: Partenza interessante per i Mercedes Boyz, Ham in prima posizione, Bottas in quarta piazza come la più inutile delle seconde guide ma collegialmente decisi a dare il peggio di loro stessi. Hamilton finirà nelle retrovie dopo un chiarimento con Raikkonen, Bottas viene lasciato a giocare con i bimbi grandi là davanti. Un incidente fortuito di Ericsson porta all'ingresso della Safety Car: mentre tutti rientrano a cambiar gomme Bottas viene lasciato in pista e si ritrova sorprendentemente in prima piazza. Al rientro della safety car  Bottas avrebbe anche retto bene se, a due giri di distanza, Grosjean e Sainz non avessero dato il meglio di loro stessi spiaccicandosi tra di loro e finendo violentemente a muro. Safety car un’altra volta e alla nuova ripartenza sembrava davvero dar segnale di meritarsi di essere lì, tra i primi dello schieramento, a combattere per la prima piazza. Ha lottato con Vettel, ha tenuto botta e ha lasciato davvero credere di essere pronto alla vittoria… ma c’è quel discorso del cambio gomme di cui sopra: tutti hanno cambiato tranne lui. La situazione ad un certo punto non lo è più stata gestibile e proprio a pochi giri dalla fine è scivolato fino alla quarta piazza. 
  • Germania: all'ingresso della Safety car per l'ormai storico incidente Vettel i giri rimasti alla bandiera a scacchi erano solo 10. Forse, giusto per un attimo, si deve esser dimenticato di quelle clausoline scritte in piccolo in fondo alla pagina e, dalla sua seconda piazza, il piccolo Bottas ha pure pensato di voler dar battaglia al proprio compagno di squadra e lottare per la vittoria a sua volta. Ingenuo. Dall'alto è giunta implacabile la vocina di chi lo ha esortato a mantenere le posizioni e non rischiare di mandare in pappa il miracolo che si era appena materializzato davanti ai loro occhi ed è sembrato anche accettarlo di buon cuore. Anche perchè diversamente gli stracciavano il contratto, quindi voglio vedere io se non accettava. Altra seconda posizione portata a casa e nuovi sogni di gloria andati in fumo
  • Ungheria: Bottas, dalla sua seconda piazza perenne, regge per circa 95 giri il tampinamento di Vettel che, a cinque giri dalla fine, è riuscito ad avvicinarsi abbastanza per tentare un sorpasso. Sorpasso, tentato e riuscito anche se, in uscita dalla manovra, i due si sono toccati: solo per Bottas un'ala frantumata, due posizioni perse in un sol boccone, una terza piazza persa dopo il successivo meeting con Ricciardo. Ricciardo si avvicina, tenta il sorpasso, Bottas gli entra nella fiancata, Ricciardo con buco nella pancia continua la sua corsa, dal muretto invitano Bottas a restituire la posizione per scongiurare altre azioni, quindi Bottas quinto e le Ferrari sul podio.
  • Belgio: parte decimo arriva quarto ma nessuno si è comunque accorto di lui per l'intera gara. 
  • Italia: gara di casa per le Ferrari, Vettel si autosabota, Raikkonen si lagna di dover fare tutto da solo, in Mercedes partono con le allegre strategie per sopraffare il nemico: ritardare l'ingresso di Bottas abbastanza da fare da tappo e permettere ad Hamilton di avvicinarsi a Raikkonen. Tutto alla luce del sole: la richiesta in cuffia e l'intento palesato e riuscito. Per lui una terza piazza ed un tovagliolo bianco da appoggiare alla manica della giacca. 
  • Singapore: Bottas quarto a pochi centesimi di vantaggio da Raikkonen che, per amor di cronaca, non era affatto sul punto di sorpassarlo dato che quei distacchi tiravano avanti da almeno 10 giri.
  • Russia: Bottas parte in testa e ci resta. Hamiton al suo fianco non gli da neanche battaglia, si smarca da Vettel e si mette all'inseguimento. Un inseguimento moderato e controllato ad un secondo di distanza, giusto per fargli credere di aver qualche possibilità di portarsi a casa la gara. Il problema è che Bottas tappo è nato e tappo rimarrà fino alla fine dei propri giorni. Per star dietro a lui Vettel è arrivato alle calcagna di Hamilton e, al primo pit stop si porta a casa l'undercut meglio riuscito della scuderia e, forse, a quel momento, in Mercedes le balle iniziano anche a girare un pochino.
    Pit - undercut - Hamilton sorpassa Vettel e si rimette ordinato dietro a Bottas. Si ferma all'ormai consueto secondo di distanza... finchè dal nulla Bottas inchioda con molta poca eleganza, lascia passare Hamilton e si accoda. Siamo così davanti alla terza vittoria andata in fumo della stagione.
  • Giappone: Bottas è in seconda piazza, lì parte e lì resta fino alla fine, non senza rischiare di scivolare giù dal gradino del podio, giusto a dimostrare che tutto quell'incensare le sue prestazioni in Russia è stato solo un modo come un altro di farsi perdonare l'ordine di scuderia in un mondo in cui, senza ordini di scuderia non avrebbe mantenuto la prima posizione oltre la seconda curva dopo lo spegnimento dei semafori. 
  • USA: Questo è il momento esatto in cui passa da eterno secondo a quintolo ad honorem.
  • Messico: quintolo, doppiato e più Barrichellizzato che mai. Devono avergli impartito la fantomatica strategia di gara del "segui quello davanti a te", che finisce sull'erba nello stesso identico modo, nella stessa identica curva, a pochi giri di distanza. Anche per lui nessun dramma: riesce a recuperare terreno e riprendere la gara a due decenni da quelli che precedono.
  • Brasile: quintolo in gara ma il prima fila nei momenti che contano: mentre Verstappen e Ocon si menano alle bilance, mentre gli uomi FIA si accingono a separarli, Bottas, da dietro, mano al fianco sta lì ad ammirare la sceneggiata. Siamo tutti un po' Bottas inside.
  • Abu Dhabi: quintolo, là dove era l'unico che si sarebbe dovuto veramente impegnare a portare a casa qualcosa di buono. Uno che tra una botta di sfiga e un ordine di scuderia non ha portato a casa neanche una vittoria era davvero sul punto di perdere definitivamente il terzo posto in classifica iridata e ... SPOILER: lo ha perso!

1 commento:

  1. Il cane di Bottas, comunque, non ha lo stesso fascino di Roscoe e Coco! XD

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