venerdì 21 febbraio 2020

Una fulgida chioma al vento sparsa - Ep. 5

...Previously

Decisamente molto più interessante è puntare gli occhi in casa McLaren. Avete notato anche voi questa operazione simpatia?
Missione compiuta, per la cronaca.
Non è un segreto che più o meno da 10 anni a questa parte le cose in casa McLaren hanno incominciato ad andare male. E' stato tutto davanti agli occhi di tutti per così tanto tempo da diventare un MEME, uno stile di vita, una scusa buona come un'altra per convincere in caro Alonso a ritirarsi dalle scene... e per me questa può anche esser stata una ragione più che valida, ma oggettivamente non è stata una buona mossa per nessuno. 
C'era un tempo casa McLaren, un team storico, prestigioso, capace di portarsi a casa due titoli mondiali lottando contro Schumacher nei suoi anni migliori. Un top team in tutti i sensi. Ha superato dignitosamente il ritiro dalle scene di Hakkinen... ed anche quello di Montoya. Ha vissuto con brio il debutto di Raikkonen, ha incominciato a vacillare quando, anno 2007, hanno pensato bene di sostituire un Raikkonen in uscita con in Alonso in entrata affiancandogli un'arrembante Lewis Hamilton fatto scendere in pista senza freni inibitori.
Quella stagione fu assolutamente da dimenticare per tutti, per i piloti che hanno mandato tutto in pappa, per il team che non è stato in grado di portarsi a casa un trionfo annunciato e il pubblico a casa che si è messo una mano davanti agli occhi per non guardare. Hanno seguito: lo scandalo Spy Story, l'abbandono della nave che affonda da parte di Alonso, il titolo mondiale di Hamilton, tutti eventi che hanno piazzato il team e ogni suo protagonista nel bel mezzo dell'occhio del ciclone, tutti sono diventati brutti, cattivi e antipatici, Hamilton ha rubato quel titolo a Felipe e alla Ferrari, il team è diventato McLadren e gli investimenti sono scesi sotto al livello di guardia. 
Fu necessario un buon anno sabbatico per mettere tutti i pensieri in ordine e capire da dove sarebbe stato oportuno ripartire. Il 2009 fu un anno piuttosto opaco per loro, ma forse fu opaco per tutti, sopratutto per Massa che si prese una bullonata in faccia a tutta velocità ed ancora oggi si sta chiedendo come sia possibile che in quel momento non gli sia volata via tutta la capoccia. L'unico team a farla da padrone quell'anno fu la Brawn Gp, team nato sulle ceneri della vecchia BAR, che ha ingaggiato gli unici due piloti disponibili dello schieramento e che, grazie ad un arzigogolo del regolamento, si è portato a casa il titolo mondiale lasciando tutti gli altri a bocca aperta e a domandarsi da dove questi fossero passati. Non che non ci abbiano provato a fermarli, farli squalificare, radiare dall'albo, arrestarli in fraganza... ma se siamo ancora qua a parlarne vuol dire che le cose non gli sono andate molto bene. 
Girano molte voci sul fallimento della Brawn GP. Perchè da un certo punto di vista non è chiaro a nessuno come il team più vincente della stagione non sia riuscita a portarsi a casa abbastanza soldi da coprire i propri debiti e riscendere in pista l'anno successivo per difendere il titolo. 
Forse se li sono spesi tutti in avvocati. 
O forse c'è un fondo di verità in quella diceria secondo la quale i piloti sono stati ingaggiati con un contratto "a premio", ovvero pattuendo che sarebbero stati pagati a fine stagione in proporzione ai propri risultati... e nessuno all'inizio della stagione avrebbe potuto immaginare che Button e Barrichello sarebbero stati in grado di sfondare le stastistiche in quella misura! 
In ogni caso, nel 2010 la Brawn GP chiuse i battenti. In realtà fu trasformata in Mercedes... ma tutta questa è un altra storia. I piloti rimasero nuovamente a piedi, Barrichello si riciclò in Williams, Button venne ingaggiato in McLaren. 
Qualcuno in McLaren deve aven annusato del potenziale nell'aria. L'operazione simpatia riuscì alla grande. Hamilton w Button misero in piedi una delle coppie più iconiche della Formula 1 moderna. Hanno vinto, non stravinto, non trionfato, ma si sono difesi. A livello umano hanno avuto i loro alti e i loro bassi fino allo scazzo finale via Twitter un minuto prima dell'addio. L'intero team ebbe picchi altissimi, i fasti di TOONED ne sono ancora memoria, furono i primi a sbarcare in maniera massiccia sui social networks, a dare spazio ad un certo tipo di "dietro le quinte" che negli anni è stato copiato da tutti i team e, ad oggi, è nostro pane quotidiano. Avevano una loro iconicità, un laro fascino, una loro eleganza che li portava a dominare sul mondo... 
...finchè l'incantesimo non si è spezzato. 
Bisognerebbe capire se l'addio al team da parte si Hamilton sia stato la causa o la conseguenza, ma più o meno, se vogliamo andare a cercare l'origine del fenomeno, fu lì che tutto ebbe inizio. Anno 2013, l'anno del declino. Panico e distruzione in quel di Woking.
Al posto di Hamilton venne ingaggiato un timido Sergio Perez che non ha convinto nessuno ma al quale non è stato dato neanche il tempo di replicare che si è andati a piazzare Magnussen. Zero spazio alle seconde possibilità, via uno, spazio al secondo: figlio d'arte anche se suo padre forse l'arte l'ha presa e l'ha messa da parte perchè, se non fosse per il figlio, ben in pochi si ricorderebbero di lui. Più che altro si confidava nel fatto che fosse, quantomeno, un legittimo erede di Hamilton ma, archiviato in fretta in doppio podio della gara inaugurale, anche lui subì la stessa sorte. 
Retrocesso a terzo pilota per lasciar spazio alla "nuova era", le cose andarono di male in peggio. 
Per non puntare il dito contro il (sovrastimato) ultimo arrivato, fu JB ad essere messo in discussione per un lasso di tempo privo di qualunque buon senso. Un testa a testa con Magnussen durato quasi sino all'inizio della stagione successiva prima di decidere chi dei due avesse diritto a rovinarsi la carriera per sempre scendere in pista al fianco di Alonso. La scampò Button ma non sono mai stata certa che per lui fosse una buona notizia. Le cose non andarono tanto male quanto l'anno precedente ma andarono comunque molto molto male.
Le quotazioni-simpatia McLaren scesero al minimo storico nel momento in cui pure Button fu accasato. Ovviamente formalmente fu un ritiro volontario per sopraggiunti limiti di età e di sopportazione, ma ormai il panico in quel di Woking stava superando il livello di guardia. 
Il mondiale di Hamilton risale ormai al 2008, la sua fuga per la Mercedes al 2013, a questo punto della storia siamo nel 2017. Al fianco di Alonso debutta Stoffel Vandoorne, uno che, dal canto suo, aveva anche dimostrato di avere la stoffa ma senza una macchina da cucire degna di questo nome di tutta quella stoffa non ha saputo che farsene. A differenza delle cavie precedenti, ha resistito in squadra per ben due anni ma ormai l'intera situazione era presa in mano da Alonso che, certo di non avere ormai più niente da perdere, ha fatto il bello e il cattivo tempo per quanto è stato necessario a far parlare di sè. Dei suoi team radio abbiamo riso tutti, le sue sparate hanno presto spazio nei titoli di giornale, lo abbiamo visto scendere in pista quanto ha avuto voglia di scendere in pista, abbiamo visto ingaggiate prestigiose guide di riserva quando di voglia di scendere in pista non ne ha avuta. Insomma, tutto molto divertente ma non è questo il modo di gestire un team, non è questo il modo far affezionare a sè i tifosi. Tifosi che portino attenzione su di sè, attenzioni che portino gli sponsor a voler investire, investimenti che portino a girare dei soldi, soldi che portino allo sviluppo di una vettura che superi la soglia della decenza. Insomma. Ad un certo punto della storia della McLaren c'è stato bisogno di riportare della simpatia in squadra.
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Puntate precedenti
Episodio 1 - Vettel, Hamilton, Bottas e i progetti futuri
Episodio 2 - Vettel, Leclerc e le politiche Ferrari
Episodio 3 - Gasly, Verstappen e Red Bull in generale
Episodio 4 - Toro Rosso, Kvyat, Albon

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