sabato 29 febbraio 2020

Una fulgida chioma al vento sparsa - Ep. 7

...Previously
Pronto a scendere in pista per la sua 18esima stagione in Formula 1, Kimi Raikkonen è davvero ad un passo dal battere ogni record di longevità al volante di una vettura di Formula 1. Ha debuttato nel 2001, con molti anni e molti chili in meno di quelli di adesso. E' passato tanto di quel tempo che, una fan sfegatata della prima ora come me, nel frattempo, ha fatto in tempo a crescere, correre, diplomarmi, festeggiare il suo titolo mondiale, laurearmi ed aprire un conto in banca... e lui è ancora lì. Non c'è sempre stato, per un paio d'anni, lo ricordiamo tutti, ha pensato bene di andarsene a fare un giro da un'altra parte, vedere che tempo faceva là fuori... e tornare indietro, dove è costretto a parlare con i giornalisti e risponde a domande stupide ma, in cambio di tutte queste cose stupide, viene interamente ricoperto di soldi. Il compromesso credo che possa essere soddisfacente anche per i puri di cuore. 
Qualche anno fa affermavo che nella vita sarei voluta diventare una Schumacher ma, a conti fatti, anche essere una Raikkonen non dovrebbe essere tanto male.
Superate le altalenanti stagioni in Ferrari, superate per la seconda volta le altalenanti stagioni in Ferrari, oggi Raikkonen corre per la Alfa Romeo e non è mai stato più felice di così. Stesso lavoro, stessa doccia in dollaroni, meno impegni mondani ed un giovane compagno di squadra sul quale fare la differenza. Da qualche tempo ha persino iniziato a sorridere il foto e fare battute su instagram... ed io, che in fondo in fondo sono sempre quella fan della prima ora che, molto prima di imparare ad usare topexan e piastra per i capelli, già esultava per i suoi successi in McLaren, di questo buon padre di famiglia non sono certa di saper bene che farmene.
Da un lato apprezzo molto il fatto che sia ancora tra di noi, nel bene e nel male, perchè he knows what he is doing, perchè è come un personaggio storico del tuo telefilm preferito, quando non c'è più niente che possa dire o fare, quando ormai ha già dato tutto quello che poteva alla storia ma resta una figura rassicurante. E' la sola presenza ad essere necessaria. Kimi Raikkonen è Alex Karev. Ha avuto il suo percorso, giovane scapestrato, piccolo combina guai che tutti mal tolleravano nelle loro vite... fino al giorno in cui hanno semplicemente accettato che fosse indispensabile. Che senza di lui niente avrebbe avuto più senso, perchè tutti gli altri devono avere un punto di riferimento all'orizzonte. Da giovane sbarbato dedito alla vodka negli anni lo abbiamo visto diventare grande, crescere maturare, imparare a relazionarsi con il proprio prossimo, farsi la barba e tagliarsi i capelli, fino a sposarsi, figliare e fare ciao ciao con la manina al bimbo a bordo pista. 
Probabilmente dovrei cercare in tutto questo degli insegnamenti da trasfondere nella mia vita ma, citando i Pinguini Tattici Nucleari, mentre "gli amici ormai si sposano alla mia età, io mi incazzo se non indovino all'Eredità" e dunque accettiamo quello che è e andiamo avanti che è meglio.
Al suo fianco per il secondo anno consecutivo Antonio Giovinazzi, uno che se non fosse italiano credo che varrebbe come uno Stroll qualsiasi, ma con molti meno soldi sul conto corrente. Ho visto dilagare in questi anni questa passione insana per il divo dalle fungide chiome sparse al vento ma sono ancora in attesa di capire se sia una passione tutta nostrana gistificata da mere esigenze di patriottismo o se sotto sotto ci sia davvero qualcosa in attesa di emergere che mi sta sfuggendo.
Ammettiamo candidamente che sino a questo momento la sua carriera non ha lasciato un impronta indelebile nel motorsport.
Dopo due gare assolutamente indegne di attenzione nel 2017 a bordo di una Sauber, i soliti ben informati dicono che abbia seriamente dato il suo contributo a porte chiuse quale terzo pilota Ferrari.
Nel 2019 è tornato quindi a meritarsi un posto da titolare in Alfa Romeo, che poi è il nuovo nome della Sauber, motorizzata Ferrari, non riuscendo a portare a casa un solo punto iridato sino alla nona gara della stagione e concludendola ben a quota 14 grazie soprattutto al lauto bottino offerto dalla magia di San Paolo du Brazil, dove arrivò quinto per grazia ricevuta. Giusto per parametrare l'entità del problema: Raikkonen 14 punti li aveva già conquistati prima ancora che Giovinazzi raccogliesse il suo primo e ha concluso la stagione a 57.
Parliamone seriamente: si è mai vista una coppia peggio assortita di questa?
***
Puntate precedenti
Episodio 1 - Vettel, Hamilton, Bottas e i progetti futuri
Episodio 2 - Vettel, Leclerc e le politiche Ferrari
Episodio 3 - Gasly, Verstappen e Red Bull in generale
Episodio 4 - Toro Rosso, Kvyat, Albon
Episodio 5 - McLaren story
Episodio 6 - Norris e Sainz

Nessun commento:

Posta un commento