martedì 10 marzo 2020

Una fulgida chioma al vento sparsa - Ep. 9

Sui blocchi di partenza per la stagione 2020, cosa c'è di meglio di un po' di sana nostalgia per allietare ulteriormente l'evento? Come non andare a rinfreascarsi la memoria con tute le epiche imprese dello scorso Gran Premio di Australia? Come farlo in maniera particolare? 
Per esempio approcciando alla seconda stagione di Drive To Survive, la serie Netflix ambientata nello sfavillante mondo della Formula 1. Improntato come un Docu-reality riprende le vicende dei gran premi passati, inserendo qua e là l'intervento e/o il commento a caldo dei suoi protagonisti. 
Lo spunto per parlare di Drive To Survive me lo offrono proprio i frame iniziali, là dove compare Mattina Binotto, boss Ferrari che, dopo essersi presentato, ammette candidamente di non avere Netflix e non aver mai visto la prima stagione della serie. 
Alla prima parte dell'affermazione avrei semplicemente replicato: ma dove vivi? Chi al giorno d'oggi non ha Netflix, non ha avuto Netflix, non ha abusato di Netflix almeno per un periodo della sua triste esistenza? Molto più meno singolare, se permettete, il fatto che non abbia mai visto D2S. 
Confessione of the day: neanch'io ho mai visto la prima stagione di Drive To Survive. Non che non ci abbia provato, sia chiaro. Ricordo un primo episodio dedicato a Daniel Ricciardo, ricordo interminabili approfondimenti su aspetti totalmente inutili di team di secondo piano. Una decina di episodi in totale, almeno tre ambientati e dedicati totalmente alle epiche avventure del team Haas, altrettanti alla McLaren in fase di tracollo secolare, Ricciardo piazzato qua e là giusto per ridare un po' di simpatia alla situazione, nessun coinvolgimento da parte di Mercedes e Ferrari, per il resto totalmente trascurabile. Sono morta di noia molto prima di arrivare al secondo episodio. 
Quello che sorprende di più è il fatto che almeno Binotto avrebbe dovuto far finta di appassionarsi alla vicenda, ma sorvoliamo su questo dettaglio e... SIGLA!
Il primo episodio della seconda stagione è ambientato durante il Gran Premio di Australia 2019. Si apre con un breve riassunto delle epiche gesta del 2018 ma ci catapulta direttamente nella stagione appena iniziata. 
Che poi anche questo potrebbe essere un altro problema che la serie dovrebbe affrontare. In un mondo in cui tutto è più in media res che mai, in cui ogni genere e tipologlia di immagine è riproposta praticamente in tempo reale al pubblico, che senso ha basare un documentario su fatti accaduti, al momento della loro pubblicazione, ad un anno prima? Un documentario su qualcosa di così strettamente legato all'attualità. E' come aspettare sei mesi per parlare della partita di questo pomeriggio. O si tratta della finale dei mondiali o chi se ne fraga? 
Star incontrastata di questo primo episodio, come fu per la passata stagione, è Daniel Ricciardo, alle prese con il passaggio in Renault e le aspettative per la stagione in partenza... aspettative che, come ricordiamo tutti molto bene (??) andarono praticamente in fumo ancor prima di concludere il primo rettilineo. Sul punto viene intervistato anche Chris Horner, uno che non si spiega come mai Daniel abbia voluto abbandonare il team. Mentre noi ci interroghiamo domandandoci se ci sia o ci faccia, lui, nel dubbio, lascia intuire che quella di Ricciardo sia stata una fuga strategica dalla sfida con Verstappen. Ci fa?
Nella scena successiva, uno scupoloso Chris Horner passeggia per il box, aggirandosi perplesso intorno a Verstappen e chiedendogli cortesemente se pensa di riuscire a riportare a casa la vettura tutta intera. Ci è!
Per dimostrare al mondo che quest'anno i Mercedes saranno pienamente dei nostri, ad uno ad uno iniziano subito ad essere presentati tutti i protagonisti e l'unica cosa certa che emerge è il fatto che tra di loro regna una grande perplessità sul nome stesso del Team. Se non sapessimo come le cose sono andate a finire diremmo che non sono partiti nel migliore dei modi. 
Incredibilmente trovano nuovamente largo spazio di manovra in puntata le assurde vicende del team Haas. Per presentare lo stadio di sviluppo della vettura, Magnussen paragona l'inizio della stagione con la transumanza delle mucche al pascolo in primavera. 
Durante la presentazione della nuova vettura, Grosjean si dice preoccupato per lo stato di bancarotta del Team ma il signor Haas interviene immediatamente a rassicurarlo "non siamo in bancarotta... o almeno dipende da quante auto distruggi quest'anno" ed inevitabilmente le immagini rimbalzano sino alla prima burrascosa distruzione ancor prima della metà della gara australiana. Nel team in ogni caso sembra esserci una grande fiducia: giunti alla bandiera a scacchi, constatato che almeno uno dei due è giunto al termine si dicono tutti particolarmente ottimisti. Peraltro Magnussen ha addirittura concluso in sesta piazza, subito dietro a top team.

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Puntate precedenti
Episodio 1 - Vettel, Hamilton, Bottas e i progetti futuri
Episodio 2 - Vettel, Leclerc e le politiche Ferrari
Episodio 3 - Gasly, Verstappen e Red Bull in generale
Episodio 4 - Toro Rosso, Kvyat, Albon
Episodio 5 - McLaren story
Episodio 6 - Norris e Sainz
Episodio 7 - Raikkonen e Giovinazzi
Episodio 8 - Renault, Ricciardo, Ocon e Rock&Stroll

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