Qualcuno potrebbe dire che le anomalie del gran premio di Monza 2020 siano iniziate già dal sabato pomeriggio ma, sinceramente, io non sono essattamente di quest'idea. Il sabato di qualifica al quale abbiamo assistito quest'anno non è stato altro che una brutta copia di quello visto lo scorso anno, nulla di nuovo sotto al sole al netto dello stupore di aver visto tutti i team (tranne uno, rendiamogliene merito) compiere gli stessi identici errori di un anno fa come se dalle lezioni della vita non fosse mai possibile imparare qualcosa.
Un anno fa, lo ricorderete tutti, ci siamo trovati davanti ad uno spettacolo indegno, un trenino di vetture andate ad ingolfarsi all'uscita della pit lane, nessuna realmente intenzionata a rompere il ghiaccio certa di avere solo da guadagnare dalla scia che si potrebbe rubare alla vettura davanti, nessuna che sia riuscita a portare a casa nulla di buono non essendo andati di fatto a disputare le qualifiche. Minuti di attesa in vista del nulla, come da quella maledetta scia fosse dovuto colare oro fuso, come se da quello dovesse dipendere la sorte dell'intero gran premio, dell'intera stagione, della storia del mondo della formula 1 moderna.
Quest'anno ci siamo andati molto molto vicini ad assistere allo stesso identico patetico scenario con la sola differenza che il grosso della cialtronata ce la siamo giocata in Q1, abbiamo così dovuto salutare SebVettel in 17esima posizione per poi riprendere un filo di normalità nelle fasi successive dove, per la cronaca, il lavoro sporco di rompere gli indugi, scendere in pista per primi e lasciare gli altri all'inseguimento se quella fosse stata la loro volontà, lo hanno compiuto le Mercedes.
Anche perchè, oggettivamente, della scia di chi avrebbero dovuto aver bisogno?
Ed il problema in fondo in fondo è anche un po' quello perchè in teoria in questo gran premio avremmo dovuto perdere il beneficio del party mode.... se non fosse che le due Mercedes hanno dimostrato di essere su un altro pianeta. Venuta un po' a mancare la componente umana... ma questa la vedremo tra un attimo.
HAM BOT SAI PER
Là dove Sainz ha deciso di dare sfoggio dell'intera lezione offertagli dal suo indimenticato maestro, il sommo Fernando Alonso che ha sembre avuto modo di erigersi al di sopra dei poveri mortali che lo circondavano e, come se non fosse la prima volta in duecento stagioni di formula 1 che ha già avuto modo di portare a casa, non solo si è vantato moltissimo di questa sua terza piazza ma ha avuto anche l'artire di sentirsi un filo defraudato del vero prestigio sottattogli dalla prima fila conquistata dalle due Mercedes e da tutte le prime file negate fino a questo punto della sua vita. Insomma, questo sembrava già convinto di avere un titolo mondiale in tasca per il solo fatto di essersi qualificato in seconda fila... e non gli era ancora capitato di vedere come sarebbe andata la domenica di gara.
Tra i fatti salienti del gran premio ci possiamo, prima di tutto, infilare la partenza, là dove Bottas è riuscito a perdere 6 posizioni ancora prima di aver chiuso il primo giro, lamentare una foratura che si rivelata immaginaria e continuare ad imprecare in due o tre lingue diverse per l'impossibilità di portare a casa dei sorpassi per colpa dell'assetto da gara, necessariamente meno aggressivo per via di tutta quella faccenda del party mode bandito. Tutto questo ovviamente mentre Hamilton continuava a dichiarare al mondo, più per salvare la faccia che per altro, che non avrebbero avuto bisogno del party mode per continuare a vincere come hanno fatto fino a questo momento.
Evidentemente, peraltro, almeno gli organizzatori del GP a questa facenda della capacità di vincere ancora ed ancora ci devono aver creduto un bel po'. Talmente tanto che già dal sabato pomeriggio avevano già esposto gli striscioni celebrativi della 90esima vittoria di Hamilton in Formula 1, striscione che a conti fatti l'inglese deve averli costretti a rimangiarsi tipo le bombette di Rockerduck.
Secondo fatto saliente del week end i freni di Vettel che esplodono improvvisamente, gli fanno perdere il controllo della vettura al quinto giro di gara obbligandolo ad andare a schiantarsi contro tutto quello che gli è capitato davanti (fortunatamente di polistirolo) e rientrare ai box con le pive nel sacco.
Tra l'altro non è andata meglio al compagno di squadra il quale, non avraà visto esplodergli la vettura sotto al sedile, ma in qualche modo anche lui ha deciso di optare per una dolce eutanasia agevolandola contro le barriere per veder terminare il proprio patimento. Se le Ferrari fino a questo momento non ha brillato per particolare capacità motoristica, davanti all'evidenza che avere velocità in pista a Monza sia uno dei tratti essenziali per confidare in un risultato degno di nota, quei gran geni di Maranello devono aver pensato che avesse particolarmente senso scaricare la vettura a livelli tali da renderla sostalzialmente inguidabile. Ed eccola qua la spiegazione dell'errore umano, ma guidato dalla realtà delle cose, e non sia mai che sia proprio io a difendere Leclerc in quest'occasione, davanti al quale ci siamo ritrovati.
Terza nota saliente: la SC entrata nel momento in cui la Haas di Magnussen è stata parcheggiata a bordo pista. Una safety car che mai come in quest'occasione è stata in grado di stravolgere le sorti della gara.
Da un lato il secondo errore umano in casa Mercedes. Un decimo di secondo dopo esser stata annunciata la SC in pista, il muretto Mercedes, così come poco dopo il muretto Alfa Romeo per Giovinazzi, valutata la posizione in pista di Hamilton, deve aver valutato positiva la fatalità offerta dalla sorte che lo collocava a sole due curve dall'ingresso ai box. Senza pensarci due volte è stato richiamato per il suo primo pit... là dove dei semafori rossi, accesi senza un apparente motivo, ne segnalavano la chiusura.
Da un secondo punto vi vista, l'ingresso ai box di tutti gli altri quando un giro dopo la pit lane è stata riaperta: tutte le vetture sono entrate, tutte contemporaneamente, tutte ad affollare la pit lane e ad impegnare i medesimi meccanici che hanno incominciato a fare le piroette. La situazione si è rivelata più caotica che mai. In pista ne hanno giovato Hamilton, rimasto primo non avendo altro da fare, Giovinazzi, sceso anche lui nelle primissime posizioni, i meccanici Alfa Romeo e Mercedes, gli unici a non dover fare un doppio pit stop ed in grado di velocizzare le operazioni, ed il karma che non si è capito esattamente che partita avesse intenzione di giocare ma ne ha messa in scena una davvero molto divertente.
Al rientro in pista le vetture si sono ritrovate in posizioni randomiche che più randomiche di così si muore per ragioni che la scienza non è stata in grado di spiegare.
HAM STR GAS GIO
Con un Gasly che un secondo prima di entrare ai box era in 15esima posizione e che non ha capito neanche lui da che parte è passato per arrivare fin lì.
Pochi giri dopo l'incidente di Leclerc, la sospensione della gara necessaria a ricostruire le barriere di sicurezza che sono andate distrutte nell'impatto, il parcheggio in pit lane di tutte le vetture e la comunicazione della sanzione: 10 secondi di stop e go sia per Hamilton che per Giovinazzi.
Quindi il quarto fatto saliente del giorno: la seconda fase di gara, quella iniziata con Hamilton in pole position certo tuttavia di non poter mantenere quella posizione a lungo. Quella che ha visto tutti i piloti alle sue spalle essere certi di avere qualcosa per cui combattere. Quella che ha visto Bottas pensare di avere di diritto ad una vittoria se Hamilton non era lì a reclamare la sua ma che si è dimostrato ancor più incapace che mai di lottare per l'obiettivo, ovviamente dando la colpa ai settaggi della vettura.
HAM STR GAS RAI
Inutile dire che per quanto io ci abbia seriamente sperato e per questo abbia pregato a lungo, la quarta posizione di Raikkonen non ha avuto modo di essere mantenuta, neanche alla lontana dopo la ripartenza.
Ripartenza, peraltro, molto interessante, là dove tutti i piloti più che mai hanno dato segno di avere un interesse in gioco.
Stroll tenta di prendere la posizione ad Hamilton ma chiaramente non ha capito con chi ha a che fare e nella concitazione degli eventi finisce addirittura a perdere la posizione rispetto alle due Alfa Romeo ancor prima di aver concluso la seconda curva. Arrembanti più che mai dietro al gruppone di testa ci sono anche le due McLaren, pronte a combattere per la gloria.
Gasly la spunta con orgoglio.
HAM GAS RAI GIO
Ma le cose non sono destinate ad andare avanti così a lungo. Hamilton accetta immediatamente la propria punizione, si ferma immediatamente alla sosta per ritrovarsi clamorosamente in ultima posizione. C'è chi parla di reverse grid ma non di meno il campione inglese ha dato segno di lasciarsi intimorire dall'accaduto. Un sorpasso alla volta si è messo all'inseguimento di tutti quelli che si è trovati dovanti e, uno alla volta, ha fatto in modo di riconquistare il proprio posto nel mondo, almeno fino alla bandiera a scacchi.
Là davanti le due Alfa Romeo non hanno avuto speranze, Giovinazzi ha subito la stessa sorte di Hamilton e pace all'anima sua, Raikkonen ha tentato di reggere il colpo ma ad uno alla volta ha dovuto soccombere fino ad uscire dalla zona punti.
A farla da padrone della situazione Sainz, pronto a far scrivere il proprio nome sui libri di storia anche se... la storia può attendere. Davanti ad un Sainz capace di pretendere che quella posizione spettasse alui di diritto, ad invocare la vittoria come un suo diritto di nascita o quantomeno, acquisito dal grande maestro, la buona stella deciso che fosse preferibile premiare un Glasly che, decisamente più silenzioso e sottotono, ha accettato con umiltà a gratitudine sulla prima posizone offerta dal destino ed ha fatto di tutto per esserne degno. Ha portato a casa la vittoria, non si è fatto intimorire dai tentativi più o meno marcati del rivale alle sue spalle di ridurlo a carne da macello ed è stato premiato.
GAS SAI STR NOR
Gasly ha vinto il gran premio di Italia 2020.
A bordo di una Toro Rosso.
Mentre Albon arrancava in ultima posizione.
Mentre il paese intero faceva i conti con il fatto che, in fondo in fondo, l'Alfa Tauri è un team italiano e Gasly, in fondo in fondo, è un po' italiano anche lui.
Mentre il team Red Bull faceva i conti con il fatto che non più di un anno fa quello stesso Gasly non dovesse valere poi molto, tanto da decidere di ributtarlo, con modi del tutto discutibili, in seconda squadra senza diritto di appello.
Mentre Vettel stava componendo il numero di telefono per complimentarsi con lui e osservare che, allo stato degli atti, solo due piloti hanno vinto una gara in quella squadra e uno dei due è diventato senza se e senza ma campione del mondo.