Sto incominciando a credere che il bello di Abu Dhabi sia l'effetto sorpresa. Uno deve credere, sapere, che lì andrà a succedere qualcosa... solo che non è possibile immaginare quando. L'anno scorso questo circuito ci (mi) ha fatto soffrire tanto nella speranza che succedesse (anzi, non succedesse) qualcosa. Gli ultimi giri mi hanno stritolato lo stomaco, mentre la bandiera a scacchi mi ha regalato una gioia. Era il miracolo di Abu Dhabi.
Certamente non è possibile fare miracoli di tale entità ogni giorno, ma qualcosa di sorprendente ci è stato regalato anche quest'anno. Si fossero schiantati Liuzzi e Kovalainen avremmo parlato di ordinaria amministrazione. Se Hamilton fosse andato a tamponare Massa avremmo riso moltissimo. Se Massa fosse andato all'inseguimento e al tallonamento di Hamilton li avremmo aspettati fuori per vedere come sarebbe finita. Ma qui si tratta di un Vettel (l'unico quest'anno ad essere sempre - o quasi - riuscito a partire primo e sfuggire agli inseguitori) al volante di una Red Bull (l'auto che ci ha fatto quasi credere di essere di gomma per il numero di volte che si è piegata ma non si è spezzata). Un Vettel che, al volante di una Red Bull, riesce a schizzare via al primo semaforo verde per andare ad arenarsi dopo due curve per la rottura di un semiasse. L'immagine in apertura è emblematica: Vettel in mezzo al nulla fumante ed Hamilton che giunte in lontananza prendendo il suo posto senza batter ciglio. Uno può pensare che sia finita ma, no, il piccoletto si monta la vettura in spalla e arriva fino ai box, dove sicuramente qualcuno sarà in grado di accudirla con amore. Ai box il verdetto è fatale: non c'è trippa per gatti!
Che poi, lì per lì, uno non si è reso neanche conto della disgrazia incorsa: voglio dire, ci può stare che il piccoletto, dopo mille gare vinte, dopo un mondiale persona e di squadra portato in saccoccia, dopo aver battuto diversi record (anche quelli del suo maestro) non ne abbia più voglia di sbattersi più di tanto. Se non parti neanche, ovviamente, scatta la penale ma se, per fatalità, alla seconda curva, tutto da solo, ti capita di uscire di pista, non riuscire più a ripartire, non danneggiando nessuno, di certo non ti vengongono a cercare i militari. e invece no... il piccoletto ha sofferto davvero. La regia ce lo ha mostrato sofferente al computer, sofferente parlare con un meccanico, sofferente parlare con un ingegnere, sofferente parlare con... e anche basta!
Tutte belle parole ma... il resto della gara?
Nulla! Niente di rilevante da raccontare.
Alla seconda curva, mentre Vettel, ricordiamo, stava raspando nel fango, Alonso riesce a passare davanti a Button. Hamilton sfuggirà. Alonso inseguirà. Button arrancherà per restare a galla: per questioni tecniche non ben definite l'assetto della sua vettura fa pietà. In certi passaggi è riuscito anche a perdere un secondo a giro ma non per questo i polli alle sue spalle (in ordine sparso: Pippo e l'australiano) sono riusciti a passargli avanti.
Spero che Jenson abbia ringraziato Seb per il podio. #GentiliConcessioni
Nessun commento:
Posta un commento